EDITORIA – LIBRO – MATTEO BUSSOLA: LA NEVE IN FONDO AL MARE

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EDITORIA –  “Un agíto indica il passaggio da una sofferenza psichica a un’azione fisica. Dopo l’agíto di un adolescente, niente è più come prima. Non lo è nella vita del figlio, non lo è in quelle dei genitori”.
Nell’ultimo libro di Matteo Bussola “La neve in fondo al mare” (Einaudi Stile libero Big –giugno 2024) certe verità colpiscono ripetutamente l’anima come schegge di ghiaccio sul viso di un esperto alpinista in una tormenta di neve a sfidare non solo il ruolo genitoriale ma le stesse emozioni e a sgretolare l’ipocrisia di un sistema sociale ormai incarnato fino nel midollo di ciascuno di noi che desidera figli sempre vincenti e rispondenti ad aspettative che non sono le loro.
Questo libro, racconta di un padre, che si ritrova suo malgrado in una realtà ospedaliera, quella più difficile, nel reparto di neuropsichiatria infantile di un ospedale. Difficile da accettare, perché di fronte ad una malattia fisica reale, causata però da un malessere invisibile e subdolo cioè quello psichiatrico noi genitori siamo impotenti. Crollano certezze, muraglie cinesi e l’unica cosa che sappiamo fare è scandagliare il passato, rivivere l’infanzia dei nostri figli per capire dove e quando si è spezzato l’incantesimo allo scopo di cercare risposte che non arriveranno mai.
Ed è ciò che fa l’autore alternando capitoli in cui ricorda il figlio prima dello tsunami “adolescenza”, rievocando il loro rapporto, innocente, gioioso, allegro, spensierato, a capitoli di estrema durezza, in cui l’adolescenza malata si staglia come un iceberg tagliente nella vita quotidiana delle famiglie chiamate a viverla.
Nel romanzo, intorno al figlio del protagonista ruotano altre realtà adolescenziali estreme, molte causate dal lockdown pandemico di marzo 2020. Una primavera negata a ragazzi sensibili. Qui il disagio familiare non c’entra nulla; famiglie normali, genitori normali, figli normali, con i limiti che la natura umana ha concesso loro, e quindi a tutti noi. Genitori che si ritrovano a far fronte improvvisamente a realtà alterate che non hanno percepito prima,
che esplodono con la loro violenza in contesti quotidiani assolutamente normali.
L’incapacità dei genitori di comprendere , l’impotenza di poter aiutare i propri figli, il sentirsi perennemente inadeguati e la difficoltà di relazionarsi con loro, vivere sentimenti contrastanti tra rabbia, ansia e senso pesante di fallimento deflagrano in un monologo della mamma di Eva a pag. 121-122 . Una catarsi umana rude e vera: “Sono così piena di angosce, così colma di rancore, sono una spugna imbevuta di veleno. E il veleno è lei” .
Lascia il lettore senza parole come gli altri genitori che la ascoltano riunitisi davanti alla macchinetta del distributore del caffè che rappresenta in quel contesto un luogo di rigenerazione fisica e mentale, nonché una sorta di confessionale tra malcapitati che si sostengono a vicenda.
Il libro scorre agevolmente, ma fa male ad ogni pagina che si legge. Purtroppo oggi la malattia mentale in qualsiasi sfaccettatura si presenti fa paura, sia per gli adulti ma ancora di più per i ragazzi che dovrebbero conoscere solo spensieratezza e voglia di vivere.
Perché per i ragazzi non è naturale. E’ una forzatura : “ – Scoprire la profondità della tristezza di un figlio, a neanche sedici anni, è come trovare qualcosa in un posto in cui non te lo saresti mai aspettato. In cui proprio non dovrebbe esserci.
– Che vuoi dire?
– -Tipo, non so. Come trovare la neve in fondo al mare”
A pag. 176-177 invece c’è una svolta. La consapevolezza di un padre a seguito di una osservazione e di un vissuto non senza dolore e sulla propria pelle e l’accettazione che i figli non sono i nostri figli. Sono figli di un tradimento. Il loro nei confronti di ciò che avremmo voluto che fossero e non sono. Una dichiarazione d’amore la più bella che abbia mai letto. Ed è solo dopo questa palese esternazione diretta al figlio, il loro rapporto che sembrava allettato in una camera di ospedale può ripartire. Con i suoi tempi e con le sue modalità, quelle del figlio. Ripartire dal diritto di essere amati semplicemente per ciò che siamo, genitori o figli.
L’autore Matteo Bussola (Verona 1971) ha pubblicato sempre per Einaudi Stile libero i seguenti libri: Notti in bianco, baci a colazione (2016), Sono pure i loro sogni (2017), La vita fino a te (2018), L’invenzione di noi due( 2020), Il tempo di tornare a casa (2021)
Il rosmarino non capisce l’inverno(2022), Un buon posto in cui fermarsi e con Emilio Pilliu il manga Zeroventi (2023).E’ autore anche per libri per ragazzi e conduttore radiofonico .

Simona Trecca




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