Ecco il programma – Festival delle Scienze– Relatività – Auditorium Parco della Musica – Roma, 20 – 22 maggio 2016

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L’ingresso agli eventi, salvo dove diversamente indicato,

è a pagamento al costo di 3 euro

 

VENERDì 20 MAGGIO 2016 – GIORNATA DI APERTURA

 

Ore 9.30

Sala Petrassi

 

 

 

Inaugurazione

Intervengono

Stefania Giannini, Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

Aurelio Regina, Presidente Fondazione Musica per Roma

José R. Dosal, Amministratore delegato Fondazione Musica per Roma

Vittorio Bo, co-direttore Festival delle Scienze

Barbara Negri, responsabile di ASI Esplorazione e Osservazione dell’Universo

Fulvio Ricci, INFN – responsabile esperimento VIRGO

 

Ore 10

Sala Petrassi

 

Evento riservato alle scuole superiori

 

Prenotazione obbligatoria: promozione@musicaperroma.it

 

Scuole

Proiezione del film “Interstellar”

Introduzione e commento a cura di Matteo De Giuli, Radio3 Scienza

 

Si può imparare la relatività generale guardando un film di fantascienza? Sì, secondo il regista Christofer Nolan (Inception, Batman Begins) che per il suo Interstellar ha chiesto al fisico teorico Kip Thorne di curare nel dettaglio ogni aspetto scientifico affrontato nella pellicola. A bordo di una navicella spaziale, il capitano Cooper (Matthew McConaughey) e un piccolo gruppo di astronauti vanno alla ricerca di un pianeta abitabile simile alla Terra. Ma girovagare tra le galassie non è un’operazione facile e gli inconvenienti dei viaggi interstellari sono sempre dietro l’angolo. E così l’equipaggio dovrà, tra le altre cose, fare i conti con un enorme buco nero capace di modificare lo scorrere del tempo nelle sue vicinanze. Oppure attraversare un wormhole, un cunicolo spazio-temporale, scorciatoia che può connettere luoghi distantissimi dell’universo.

 

 

Ore 16

Sala Petrassi

Lectio magistralis

Oltre Einstein

Interviene

João Magueijo, professore di Fisica Teoretica all’Imperial College (London, UK)

Introduce Giovanni Amelino Camelia, professore di Fisica all’Università “La Sapienza” di Roma

 

A distanza di cento anni dalla sua pubblicazione, la teoria della relatività generale di Einstein gode davvero di ottima salute e anche la teoria del Big Bang, ad essa collegata, è ancora una storia di successo per spiegare la formazione del nostro Universo. Tuttavia, la teoria presenta molte lacune e omissioni. In particolare la relatività si rifiuta di unificare la gravità e la meccanica quantistica, facendo sì che la “gravità quantistica” rimanga solo un mero desiderio. Anche il modello del Big Bang lascia irrisolti molti interrogativi, soprattutto non ci dice che cosa esplose. Questo e altri problemi hanno spinto gli scienziati ad avanzare teorie al di là della Relatività generale. La lectio è incentrata sulle teorie della velocità variabile della luce e sulla possibilità che da queste giunga l’elemento cruciale in grado di risolvere questi enigmi. In particolare si sofferma sui recenti successi derivanti dalle teorie con una doppia geometria dello spazio-tempo, facendo anche riferimento al cosiddetto approccio della relatività speciale deformata. In conclusione si prova infine a spiegare in che modo le alternative all’enigma della materia oscura potrebbero portarci oltre la Relatività.

 

Ore 17.30

Sala Petrassi

Lectio magistralis

La ricerca della materia oscura

Interviene

Elena Aprile, Columbia University (New York, USA) – Esperimento Xenon

Introduce Rossella Panarese, Radio3 Scienza

 

La varietà degli esperimenti con i quali si tenta di scoprire di cosa sia fatta la materia oscura che riempie il nostro universo rende particolarmente vivace questo campo di ricerca. In questo intervento si passa in rassegna ciò che conosciamo (o non conosciamo) riguardo alla natura della materia oscura per poi presentare i principi di base per la sua rivelazione diretta. Si parla in particolare dell’esperimento XENON dei Laboratori nazionali del Gran Sasso, che al momento è la ricerca di WIMP (Weakly Interacting Massive Particles) più avanzata al mondo.

 

Ore 19

Sala Petrassi

Dialogo

Einstein, i quanti e le onde gravitazionali

Intervengono

Scott Hughes, professore di Fisica al Massachusetts Institute of Technology (Cambridge, USA)

David Kaiser, Germeshausen Professor di Storia della Scienza e professore di Fisica al Massachusetts Institute of Technology (Cambridge, USA)

Introduce Jacopo Romoli, co-direttore Festival delle Scienze

 

Nella relatività generale di Einstein, la gravità si propaga. Poiché la gravità è la più debole delle forze fondamentali, Einstein credeva che tale radiazione non sarebbe mai stata misurata. Ma Einstein si sbagliava nel pensare che non si sarebbe mai dimostrato che la sua teoria era giusta. Gli scienziati hanno di recente scoperto le onde gravitazionali prodotte da due buchi neri che si fondono. Nel suo intervento Scott Hughes racconta la ricerca delle onde gravitazionali, sottolineando come sia utile pensare a queste onde come simili a suoni e nel descrivere questa nuova astronomia propone alcuni esempi delle canzoni cantate dagli oggetti astronomici. Albert Einstein aveva torto e ragione anche a proposito di qualcos’altro. L’entanglement quantistico, che lui definì come “una spaventosa azione a distanza”, rimane uno degli esempi più eloquenti delle differenze che separano la fisica quantistica dalle nostre abituali intuizioni sullo spazio, sul tempo e sulla materia. Oggi l’entanglement è al centro dei dispositivi di nuova generazione come i computer quantistici e la crittografia quantistica. David Kaiser descrive gli esperimenti più recenti, incluso il nuovo approccio che usa parte della luce più antica dell’universo per verificare i fondamenti della fisica quantistica.

 

 

SABATO 21 MAGGIO 2016

 

Ore 10.30

Sala Petrassi

Lectio magistralis

Un cruciverba ben congegnato”. Einstein e le simmetrie della natura

Interviene

Vincenzo Barone, professore di fisica teorica all’Università del Piemonte Orientale, INFN – Istituto Nazionale di Fisica Nucleare

Introduce Marco Motta, Radio3 Scienza

 

Se la natura, come diceva Einstein, è un “cruciverba ben congegnato”, le simmetrie sono le regole di questo gioco. Ma che cosa sono di preciso le simmetrie fisiche, che relazione hanno con le simmetrie che ci sono più familiari, e, soprattutto, perché sono così importanti? Lo si scopre ripercorrendo il cammino che ha portato i principi di simmetria, di cui il postulato di relatività è storicamente il primo esempio, a diventare, nel corso del Novecento, i pilastri della visione fisica dell’universo.

 

Ore 12

Sala Petrassi

 

 

Lectio magistralis

Il futuro è dietro di noi o in salita? La relatività stabile del concetto di spazio-tempo

Interviene

Rafael Núñez, professore di Scienze Cognitive alla University of California (San Diego, USA)

Introduce Jacopo Romoli, co-direttore Festival delle Scienze

 

A differenza dello spazio o del colore, non possiamo “percepire” il futuro o il passato direttamente attraverso i nostri sensi. In che modo allora riusciamo a comprendere l’elusivo dominio del tempo? In parte ci serviamo di una metafora concettuale che ci consente di concepire le entità temporali nei termini di quelle spaziali. Questo fenomeno straordinario e al tempo stesso onnipresente si manifesta in espressioni della vita quotidiana come per esempio “Abbiamo davanti una settimana fantastica” e attraverso gesti spontanei che ne rivelano la profonda natura concettuale. In compagnia di R. Nunez si scopre come il tempo quotidiano possa essere studiato scientificamente usando metodi diversi, dagli esperimenti di psicolinguistica al neuroimaging e alla ricerca etnografica sul campo. Gli studi infatti dimostrano come il futuro concepito come “davanti a noi” (e il passato “dietro di noi”) sia un modello diffuso, ma non per tutti gli esseri umani! Tra gli Aymara delle Ande e gli Yupno della Papua Nuova Guinea, ad esempio, il futuro è, rispettivamente, “alle nostre spalle” o “in salita”. A dimostrazione del fatto che il concetto di tempo è relativo, ma in modo stabile.

 

Ore 14.30

Sala Petrassi

Lectio magistralis

I Big Data: pronipoti della relatività generale?

Interviene

Mario Rasetti, presidente della Fondazione ISI

Introduce Vittorio Bo, co-direttore Festival delle Scienze

 

La Relatività generale di Einstein è il più grande capolavoro della fisica del secolo scorso, ma la sua storia continua e oggi, in modo sempre più prepotente, metodi ispirati a questa teoria giocano un ruolo in ambiti all’apparenza ad essa assolutamente estranei. Uno è quello dei «Big Data». Nel processo fondamentale della Data Science, di estrarre dapprima informazione dai dati, di tradurre poi l’informazione, aggregata, in conoscenza e di trasformare infine quest’ultima in ‘sapere’, i Big Data – “quinta rivoluzione dell’Information Technology” – i dati possono essere organizzati in modo naturale in strutture geometriche discrete, che si prestano a essere rappresentate da oggetti matematici della stessa natura di quelli introdotti, attraverso il cosiddetto ‘Regge calculus’, nello studio della Relatività generale. Le differenze dalla Relatività generale sono ovviamente numerose, ma i primi risultati dell’applicazione di questi metodi, l’”analisi topologica dei dati” – dalle neuroscienze alla epidemiologia digitale, dall’oncogenetia alle scienze sociali computazionali – sono straordinari.

 

Ore 16

Sala Petrassi

Lectio magistralis

Big Quantum Data

Interviene

Seth Lloyd, Nam P. Suh Professor di Ingegneria Meccanica e professore di Fisica al Massachusetts Institute of Technology (Cambridge, USA)

Introduce Giovanni Amelino Camelia, professore di Fisica all’Università “La Sapienza” di Roma

 

Viviamo in un’epoca dominata da grandi quantità di dati. Computer, telefoni cellulari e telecomunicazioni generano e trasferiscono ogni anno bit di dati nell’ordine del numero di Avogadro. Le tecniche di apprendimento automatico consentono ai computer di individuare dei modelli in questo torrente di dati e di rispondere di conseguenza. È risaputo che la meccanica quantistica è in grado di generare modelli di dati strani e controintuitivi che i sistemi classici, inclusi i computer classici, non riescono a produrre. Se i sistemi quantistici possono generare modelli di dati che non possono essere prodotti in modo classico, allora i computer quantistici dovrebbero essere capaci di riconoscere modelli che i computer classici non riconoscono. L’intervento mostra come i computer quantistici possono utilizzare le tecniche di apprendimento automatico per individuare modelli che i computer classici non possono trovare.

 

Ore 17.30

Sala Petrassi

 

 

Lectio magistralis

La relatività implica che il tempo sia come lo spazio?

Interviene

Ned Markosian, professore di Filosofia alla University of Massachusetts (Amherst, USA)

Introduce Jacopo Romoli, co-direttore Festival delle Scienze

 

La teoria della relatività di Einstein rivoluzionò la fisica. Il nuovo paradigma era radicale sotto il profilo concettuale e sorprendentemente controintuitivo. E rivoluzionaria non era soltanto la fisica della relatività ma, come è stato ripetutamente affermato, la teoria aveva conseguenze radicali anche sulla natura del tempo. Secondo una delle tesi controintuitive che molti scienziati e filosofi fanno derivare dalla relatività, il tempo è come le dimensioni dello spazio. In particolare la relatività implica che il passato, il presente o il futuro oggettivo non esistono. Questa idea contraddice la concezione ordinaria secondo cui il tempo ha un carattere essenzialmente dinamico. Dobbiamo allora accettare questa nuova concezione del tempo come un “risultato scientifico” che ci viene imposto da dati empirici? Oppure la scelta tra la vecchia teoria dinamica e la nuova teoria statica del tempo è un esempio di sottodeterminazione della teoria rispetto ai dati?

 

Ore 19

Sala Petrassi

 

 

Lectio magistralis

Oro dagli asteroidi e asparagi da Marte

Interviene

Giovanni Bignami, membro dell’Accademia dei Lincei

Introduce Amedeo Balbi, astrofisico, ricercatore all’Università di Roma “Tor Vergata”

 

Alcuni asteroidi sono ricchi di metalli, come le terre rare, preziose per la tecnologia. NASA studia missioni di esplorazione-profitto per catturare un asteroide e studiarlo con astronauti-minatori. Gli USA hanno appena fatto una legge che protegge lo sfruttamento minerario (USA) dello spazio. La NASA pensa più in grande: dopo l’allenamento con gli asteroidi, magari con propulsione innovativa, sapremo come andare su Marte. Le sue sabbie rosse, ricche di ferro, sono ideali per coltivare asparagi.

 

Ore 21

Sala Sinopoli

 

Posto unico 5 euro

Conferenza spettacolo

“Racconto Cosmico”. Spazio, materia e gravità nell’evoluzione dell’Universo

A cura di INFN – Istituto Nazionale di Fisica Nucleare

Con

Fernando Ferroni, presidente dell’INFN e professore di Fisica alla Sapienza Università di Roma

Antonio Masiero, vicepresidente dell’INFN e professore di Fisica teorica all’Università di Padova

Viviana Fafone, INFN e professore di Fisica all’Università di Roma “Tor Vergata”, collaborazione VIRGO

Umberto Petrin, pianista

Maria Giulia Scarcella, voce narrante

Con i racconti animati di Luca Ralli, illustratore e vignettista

Conduce Patrizio Roversi

 

A pochi mesi dalla prima rivelazione delle onde gravitazionali da parte delle collaborazioni internazionali LIGO e VIRGO, una conferenza-spettacolo che, intrecciando al dialogo, la narrazione per immagini, voci e musica, accompagna il pubblico alla scoperta di alcuni dei più affascinanti misteri della fisica contemporanea. Guidati da Patrizio Roversi e accompagnati dai disegni animati di Luca Ralli e dal pianoforte di Umberto Petrin, i dialoghi tra i protagonisti ripercorrono l’intera evoluzione dell’Universo, alternandosi alla voce narrante di Maria Giulia Scarcella. L’esplorazione delle idee alla frontiera delle nostre conoscenze tocca l’origine e l’evoluzione dell’Universo, la sua struttura fatta di oggetti visibili e invisibili, la materia oscura e le altissime energie delle particelle accelerate nei grandi acceleratori, la relatività di Einstein e le onde gravitazionali, fino alla straordinaria finestra aperta sull’universo dai recenti risultati sulla loro rivelazione.

 

 

 

 

 

 

 

DOMENICA 22 MAGGIO 2016

 

Ore 10.30

Sala Petrassi

Lectio magistralis

Una teoria del tutto è possibile?

Interviene

Giovanni Amelino Camelia, professore di Fisica all’Università “La Sapienza” di Roma

Introduce Vittorio Bo, co-direttore Festival delle Scienze

 

Nell’anno in cui si festeggia l’osservazione delle onde gravitazionali, ennesima vittoria del “giovane Einstein”, un grande fisico teorico ci propone una nuova prospettiva sull’intero percorso scientifico di Einstein, tracciando una linea netta tra il fenomenale Einstein giovane, che in undici anni fece scoperte degne perlomeno di quattro premi Nobel, e lo scienziato molto diverso che Einstein diventò nei successivi quarant’anni, dopo aver ottenuto la fama internazionale. E se il “vecchio Einstein” può essere definito uno studioso piuttosto sterile e almeno in parte responsabile del mito della “teoria del tutto” che ancora oggi produce un vasto spreco di risorse destinate alla scienza, l’incontro con Amelino Camelia si conclude proponendo una riflessione sulla possibilità che questi due aspetti molto diversi del più grande scienziato di tutti i tempi possano essere presi in considerazione nell’affrontare il problema dell’unificazione di gravità e meccanica quantistica.

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Ore 12

Sala Petrassi

 

 

 

 

Lectio magistralis

Onda su onda, la radioastronomia da Marconi ad Einstein

Interviene

Nicolò D’Amico, presidente di INAF – Istituto Nazionale di Astrofisica

Introduce Marco Cattaneo, direttore di “Le Scienze” e “National Geographic Italia”

 

Si può dire sia nata per caso. Da circostanze del tutto occasionali e a seguito di una delle più fortunate invenzioni della storia della tecnologia: la radio di Guglielmo Marconi. Oggi la radioastronomia è una scienza di punta, frontiera di una ricerca che ci permette di spingere lo sguardo ai confini dell’universo, di verificare la teoria della Gravitazione di Albert Einstein, di scoprire che esistono nella nostra Galassia dei veri e propri “orologi cosmici”. Il mondo di domani parla di astronomia.

 

Ore 15

Sala Petrassi

 

Dialogo

La scoperta delle onde gravitazionali

Intervengono

Fulvio Ricci, INFN – Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, responsabile esperimento VIRGO

Bangalore Sathyaprakash, professore di Fisica Gravitazionale alla Cardiff University (UK) – LIGO

Introduce Marco Cattaneo, direttore di “Le Scienze” “National Geographic Italia”

 

Le idee di Einstein sullo spazio, tempo e gravità hanno completamente trasformato la nostra comprensione dell’universo. Esperimenti ingegnosi hanno mostrato che la gravità rallenta il flusso del tempo, curva i raggi di luce, porta alla formazione di buchi neri e supporta l’idea che l’universo è stato creato con il big bang. L’ultima predizione di Einstein verificata sperimentalmente sono state le onde gravitazionali, puri elementi nella geometria dello spazio-tempo. La rivelazione delle onde gravitazionali permette di osservare zone del cielo nascoste, come ad esempio ciò che si ammassa al centro delle galassie, e contribuendo in modo del tutto nuovo allo studio dell’origine e l’evoluzione dell’universo. In particolare, la rivelazione diretta delle onde gravitazionali è uno sforzo che si protrae ormai da più di 40 anni ed ha visto degli enormi progressi in termini di sensibilità dei rivelatori. La prima rivelazione diretta di un segnale di questo tipo è già avvenuta grazie ai due rivelatori avanzati LIGO a cui presto si affiancherà Virgo in Europa. In questa conferenza, il professor Fulvio Ricci e il professor Sathyaprakash Bangalore, raccontano questa emozionante scoperta e spiegano in modo semplice il principio di misura e le caratteristiche degli apparati sperimentali che sono stati sviluppati in questi anni.

 

Ore 17

Sala Petrassi

 

 

Lectio magistralis

Le stelle del cinema

Interviene

Roberto Battiston, Presidente ASI – Agenzia Spaziale Italiana

Introduce Amedeo Balbi, astrofisico, ricercatore all’Università di Roma “Tor Vergata”

 

Vedere il lander Philae che dopo aver viaggiato per 10 anni attraverso lo spazio profondo insieme alla sonda Rosetta atterrava sulla cometa Churyumov-Gerasimenko è stato un grande evento scientifico globale. Le immagini erano vere, e allo stesso tempo sembravano il trailer di un film di fantascienza. La tecnologia e la cultura scientifica che servono a realizzare a un grande film di fantascienza come Interstellar hanno raggiunto livelli altissimi, al punto che il limite tra verità e finzione è sempre più complesso, intrecciato e affascinante.

 

Ore 19

Sala Petrassi

Lectio magistralis

Apriti sesamo – una sorgente di luce nel Medio Oriente

Interviene

Eliezer Rabinovici, vice presidente CERN/SESAME, Racah Institute of Physics, Hebrew University, Gerusalemme

Introduce Vittorio Bo, co-direttore Festival delle Scienze

 

La lezione di E. Rabinovici è come un viaggio in un vero e proprio universo parallelo, in cui diversi scienziati del Medio Oriente lavorano per una causa comune da oltre vent’anni e che conduce il pubblico a scoprire in che modo in Giordania si stia costruendo una sorgente di luce di alta qualità chiamata SESAME. Un viaggio che fa tappa in Italia, nel deserto del Sinai, al Cern, a Parigi, a Gerusalemme e ad Amman. Il progetto SESAME, che vede la collaborazione di Bahrain, Cipro, Egitto, Iran, Israele, Giordania, Pakistan, Autorità Nazionale Palestinese e Turchia, è stato avviato più di venti anni fa e l’inizio dell’attività della fonte di luce è previsto per il 2017. SESAME troverà applicazione in progetti scientifici di archeologia, biologia, chimica, scienze ambientali, scienza della materia, farmacologia e fisica.

 




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