Storia ed archeologia sono sempre donatrici di novità e curiosità. L’ultima, in ordine di tempo, giunge dalla Grecia dove, in due tombe nei pressi di Atene sono stati rinvenuti gli scheletri di 80 uomini, 36 dei quali ammanettati con lacci di ferro, che potrebbero aver partecipato a un tentativo di colpo di stato della città greca nel VII secolo avanti Cristo.
I corpi erano sepolti in un’area di oltre 4 mila metri quadrati che negli ultimi decenni di scavi ha restituito i resti di circa 1500 persone. Ma questi ultimi scheletri hanno destato una particolare attenzione da parte degli archeologi.
I loro denti riconducono a individui giovani e sani; erano tutti uomini non appartenenti all’elite cittadina e furono uccisi probabilmente nello stesso momento tra il 650 e il 625 a.C..
Proprio il periodo della morte, insieme alle modalità di sepoltura e alle caratteristiche fisiche dei defunti, porterebbero ad accostarli a un evento che sconvolse la politica ateniese nel 632 a.C.: il tentativo di colpo di stato di Cilone, un atleta olimpico ateniese che sfruttò il prestigio guadagnato con le vittorie sportive e l’appoggio del suocero Teagene, tiranno di Megara, per tentare di diventare tiranno di Atene, occupandone l’acropoli.
La rivolta fu sedata, Cilone riuscì a fuggire mentre i suoi seguaci, ormai assediati e ridotti alla fame, accettarono un’apparente garanzia di incolumità per poi essere uccisi dagli arconti che avevano ripreso potere nella polis.