India: nuove violenze contro i cristiani

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Ancora violenze fisiche e psicologiche per i cristiani nel mondo. Questa volta, ma sarebbe meglio dire ancora una volta, l’India non sembra voler essere un’isola felice per chi professa la religione cristiana.

L’ultima ‘violenza’, in ordine di tempo, ha visto l’intervento degli agenti della sicurezza ed estremisti indù che, hanno fatto irruzione in un luogo di culto a Satna, arrestando 10 persone tra cui il pastore e i genitori dello sposo. L’accusa è di avere convertito la coppia in modo illegale al cristianesimo e di aver celebrato un’unione fra minori.

In Italia l’India è già ‘famosa’ negativamente per i soprusi evidenziati a carico dei nostri Marò, maltrattati e tenuti in scacco nonostante le regole di diritto internazionale ed i continui richiami al loro rispetto da parte di Italia ma anche della Russia, degli USA ed infine dell’Unione Europea.

Tale specificazione ha l’intento di evidenziare come in India siano abituati a non prendere in considerazioni le richieste di chi non la pensa come loro o di chi si limita a chiedere il rispetto internazionale delle leggi, delle regole e della professione religiosa.

Tornando al caso specifico va segnalato che la polizia del Madhya Pradesh, a Satna, ha fatto irruzione in una chiesa cristiana, interrompendo il matrimonio che vi si stava svolgendo e accusando gli sposi di essere stati convertiti in modo forzato e contro la legge. L’incidente è avvenuto per la richiesta d’intervento degli attivisti del Bajrang Dal, ala giovanile del Vishwa Hindu Parishad (Vhp, ultranazionalisti indù).

I giovani del Bijarang Dal hanno sporto denuncia per infrazione di due articoli dell’Atto sulla libertà religiosa in vigore in Madhya Pradesh: la sezione 295, che vieta azioni svolte in modo deliberato per offendere i sentimenti religiosi; la sezione 14, che proibisce il matrimonio tra minori.

Il comandante e sovrintendente della polizia di Satna, Sitaram Yadav, è intervenuto asserendo che vi sarebbe stata violazione in quanto alla sposa mancavano dieci giorni prima del compimento dei 18 anni specificando che, (ma l’esternazione è tutta da dimostrare) la coppia è stata convertita al cristianesimo quattro anni fa senza che le autorità fossero informate, compiendo così un reato.

Sajan K George, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic), ha bollato l’interruzione del matrimonio come l’ennesimo atto violento compiuto contro la minoranza cristiana in India: “Si tratta di abuso delle leggi anti conversione, intrusione forzata in un luogo di culto cristiano da parte della polizia del Madhya Pradesh e di arresto di cristiani innocenti. Il Gcic ha lanciato un appello affinché vi sia un’azione immediata contro gli estremisti che si fanno garanti dell’ordine pubblico”.

Quindi ha proseguito George: “Il Gcic non ha potuto confermare in modo indipendente la minore età della sposa, ma gli estremisti dell’Hindutva fanno l’uso che vogliono della legge e muovono false accuse di conversione. Questi elementi che si ripetono sempre impediscono una comune armonia e tolleranza”.

 

Secondo l’attivista cristiano, Satna “è famosa per la sua ostilità ai cristiani.

 

Infatti George, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic), ha denunciato un picco di violenze contro i cristiani, tutte riconducibili alle forze radicali della destra nazionalista, in cerca di visibilità alle prossime elezioni amministrative programmate per il 2017.

Il presidente del Gcic ha affermato: “Le forze di estrema destra stanno montando una sorta di follia settaria contro la minoranza cristiana vulnerabile, solo sulla base di accuse fabbricate di conversioni forzate”. “Il Gcic ha condannato e continua a condannare fermamente lo slancio con cui la polizia in modo intenzionale interrompe e arresta i cristiani innocenti. La preoccupazione maggiore riguarda la frequenza con cui avvengono questi incidenti in Uttar Pradesh e l’inerzia della stessa polizia nei confronti di elementi settari che vogliono creare un loro ordine pubblico

Il leader cristiano ha ricordato infine il caso, avvenuto pochi giorni fa a Orai – sempre nell’Uttar Pradesh – del cristiano umiliato in pubblico da nazionalisti che sostengono l’ideologia dell’hindutva. La folla gli ha rasato capelli, barba e sopracciglia, lo ha addobbato con ghirlande di scarpe e portato per le strade in sella ad un asino.

“Anche lui – ha detto Sajan K George – era accusato ingiustamente di conversioni forzate. Il Gcic ha lancia un appello per la sicurezza dei cristiani dell’Uttar Pradesh, soprattutto in vista del rinnovo dell’Assemblea statale nel 2017”.

Nei giorni scorsi si era registrato un altro caso simile: Il pastore Rampal e i due cristiani sono stati arrestati mentre era in corso la Messa della domenica. In questo caso la polizia di Noida ha interrotto la funzione e li ha condotti presso la stazione locale, accusandoli di celebrare il rito senza permesso, dato che la loro chiesa sarebbe risultata non registrata. Il pastore pentecostale e gli altri 20 leader cristiani di Robertsganj sono stati fermati già il giorno prima mentre stavano recitando le loro preghiere della sera. Una folla di radicali ha interrotto l’incontro, li ha costretti a uscire per strada, umiliati e colpiti con dei bastoni, fino a quando la polizia non li ha portati via. Tutti sono stati rilasciati solo dopo molte ore, senza accuse.

 




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