Il ricordo di Giorgio Calabrese

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Si è spento a Roma , all’età di 86 anni, il paroliere Giorgio Calabrese, autore di alcuni capolavori della musica italiana, tra i quali ‘E se domani’ interpretato magistralmente da Mina.

Si tratta di un grave lutto non solo per la musica italiana ma per quella internazionale. Molte le testimonianze di affetto e stima giunte per lui da tutto il mondo della musica e non solo.

Considerato tra i padri della scuola genovese insieme a Gino Paoli, Umberto Bindi, Bruno Lauzi, i fratelli Reverberi, Luigi Tenco e Fabrizio De André, Calabrese aveva scritto per gli artisti più importanti, da Mina, appunto, a Ornella Vanoni, da Adriano Celentano a Luigi Tenco, oltre ad aver tradotto in italiano i testi di Charles Aznavour e Juliette Greco.

Il suo esordio come autore di canzoni è legato alla scuola genovese dei cantautori: sono infatti suoi i testi dei successi di Umberto Bindi (tra cui i più noti sono Arrivederci, Il nostro concerto, Non mi dire chi sei); con Pino Massara compone inoltre I sing ammore, canzone lanciata da Nicola Arigliano nel 1959.

In alcuni casi utilizzava lo pseudonimo Screwball (ad esempio per il primo 45 giri inciso da Carmen Villani, Sul banco di scuola (ho inciso il tuo nome).

Diventa direttore artistico della Karim, scoprendo e lanciando Orietta Berti.

A Sanremo 1964 partecipa con due sue composizioni: A mezzanotte (l’ultimo tram) presentato da Milva e Frida Boccara, e E se domani presentato da Fausto Cigliano e Gene Pitney. Entrambe saranno eliminate dalla serata finale, ma il secondo brano viene inciso dopo qualche mese da Mina e diventerà un enorme successo, di critica e di pubblico.

L’incontro professionale con Mina diviene una vera e propria collaborazione destinata a durare nel tempo, tanto che insieme i due condurranno per molti anni e per più di duecento puntate il programma radiofonico domenicale Pomeriggio con Mina.

Scopritore di talenti, lancia nel mondo dello spettacolo numerose voci femminili tra cui Orietta Berti, Annamaria Baratta, Milena, e riesce a portare Ornella Vanoni, fino a qualche anno prima cantante “di nicchia”, nella classifica dei dischi più venduti scrivendo per lei versi eleganti e moderni per brani quali Domani è un altro giorno, Il tempo d’impazzire, Uomo mio, bambino mio.

Nella seconda metà degli anni sessanta è anche, insieme a Giuseppe Cassia, direttore artistico per l’Italia della Pye Records (distribuita dalla RCA Italiana).

Il lavoro di paroliere riguarda negli anni successivi soprattutto l’adattamento in italiano di testi di canzoni in francese (Aznavour) e portoghese (Jobim); questo lavoro ha permesso di rendere popolari in Italia aspetti e generi poco noti della musica internazionale.

In particolare, è di Giorgio Calabrese la traduzione italiana di Le déserteur (Il disertore), brano dal forte contenuto antimilitarista scritto da Boris Vian ai tempi della guerra d’Indocina e per anni censurato e boicottato dalle autorità francesi, De Gaulle in testa (e recentemente riproposto da Ivano Fossati).

Calabrese era noto anche come autore televisivo, e ha firmato i testi di molte trasmissioni musicali e di intrattenimento a partire dagli anni sessanta fino a oggi. Tra queste: Senza rete, Vivendo sambando, Europa Europa, alcune edizioni di Fantastico, di Domenica in e del Festival di Sanremo.

Tradusse inoltre dal francese molte canzoni del repertorio di celebrità transalpine come Charles Azanavour e Boris Vian, oltre a introdurre la musica brasiliana nel nostro Paese traducendo tra le altre “La ragazza di Ipanema” e “La pioggia di marzo”. È stato inoltre direttore artistico per l’Italia della Pye Records nonché autore televisivo: e ha firmato i testi di diverse trasmissioni come “Fantastico” e “Domenica in” e del Festival di Sanremo

 




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