VOLLEY – Oggi per Romanews intervistiamo Margherita Brandi, centrale nativa di Montevarchi in Toscana, in forza alla Banca Valsabbina Millenium Brescia. Margherita, classe 2002 e 183 centimetri di altezza, è ingaggiata ufficialmente dalla squadra bresciana a metà giugno.
1) Affronterai la nuova stagione con la maglia della Banca Valsabbina Millenium Brescia, che emozione sarà per te entrare al PalaGeorge ed essere una Leonessa?
Brescia è una realtà di altissimo livello, da tutti i punti di vista, partendo dalla società, l’allenatore, lo staff, le mie compagne e ovviamente anche i tifosi, presenti sempre e ovunque. Per me è un onore vestire questa maglia, sono pronta a difendere i nostri colori gialloneri. Non vedo l’ora di entrare al PalaGeorge per respirare quell’aria che sa di pallavolo e storia.
2) Avrai giocatrici fortissime nel tuo ruolo come Alice Torcolacci e Maria Adelaide Babatunde: come vivi questa “rivalità”?
Sia Torcolacci sia Babatunde sono due ottime giocatrici, con molta più esperienza di me, mi aspetto d’imparare molto da loro, che sicuramente hanno qualcosa da insegnarmi. Per quanto mi riguarda cercherò di dare sempre il mio 100%, di lavorare sodo per crescere sotto tutti i punti di vista e spero di dare il mio contributo al fine di raggiungere tutti gli obbiettivi che ci siamo prefissati.
3) Conosciamo gli Amici delle Leonesse, che accoglienza ti aspetti al palazzetto da parte loro?
Ho già avuto il piacere di conoscerne alcuni tramite messaggi e altri al Summer Tour di Lignano. Sono molto affiatati e carichi per la nuova stagione! Il tifo per quanto mi riguarda è molto importante, ti dà carica durante le partite, ti aiuta a rialzarti dopo un errore, ma soprattutto ti fa aumentare l’adrenalina dentro e ti spinge a fare sempre di più! Sono una ragazza molto emotiva e le partite più belle le ho giocate quando venivo sostenuta da un grande tifo.
4) Hai già scelto il numero di maglia per la stagione 2023/2024? C’è una motivazione particolare per questa scelta?
Sì, ho scelto il 13, un numero un po’ insolito, fuori dalle righe… un po’ come me.
Molti pensano che porti sfortuna, invece a me piace, perché è diverso, perché solitamente non lo vuole nessuno… non voglio adeguarmi a credenze o modelli e così mi piace portare anche attraverso il mio numero un riflesso della mia personalità. Inoltre era il numero di Astori, giocatore che da buona Fiorentina mi è entrato nel cuore.
5) Tuo padre è stato un calciatore professionista: come hai vissuto questo fattore e come ha influito sulla decisione di intraprendere uno sport a livello professionistico?
Sinceramente devo tutto ai miei genitori, soprattutto a mio babbo che fin da piccola mi ha fatto conoscere il mondo dello sport a 360 gradi, ho sempre cercato di imitarlo perché volevo arrivare ad alti livelli. Mi ha aiutato a scalare grandi montagne, mi ha insegnato a lottare e a lavorare sodo per raggiungere i miei traguardi, a prendermi la responsabilità delle mie decisioni, poiché la vita – come il mondo dello sport – è fatta di scelte, che si possono rivelare giuste ma anche sbagliate; mi ha sempre detto che è normale sbagliare ma se voglio essere vincente devo sapermi rialzare più forte di prima. Sono infinitamente grata ai miei genitori perché se ad oggi sono qua, con i miei
pregi ed i miei difetti, è anche grazie a loro.
Però non crediate che il nostro rapporto sia tutto rose e fiori perché siamo tutti molto competitivi, infatti mia mamma ci ha imposto di non giocare più a beach volley insieme, perché tutte le volte finivamo a litigare per giorni.
Foto: Massimo Bandera