FRANCESCO NUTI – L’amato attore toscano Francesco Nuti si è spento a 68 anni a Roma. L’annuncio è stato dato dalla figlia Ginevra che insieme alla famiglia ha ringraziato tutti i medici che fino all’ultimo hanno assistito il regista durante tutta la fase della sua malattia.
Verso la fine degli anni ’90 Francesco Nuti precipitò in una spirale di insoddisfazione per via degli scarsi successi al botteghino dei suoi film con i quali non riusciva a replicare il picco di celebrità degli anni ’80.
Per questo cadde in una forte depressione che lo portò anche all’alcolismo. Tutto precipitò il 3 settembre 2006, quando l’attore cadde violentemente dalle scale nella sua abitazione a Roma. Francesco Nuti fu trasportato al Policlinico Umberto I con un grave ematoma cranico per il quale fu operato d’urgenza. L’attore entrò in coma per quattro mesi.
Una volta uscito dal coma fu trasportato alla clinica Versilia di Lido Di Camaiore per un percorso di riabilitazione neuromotoria. Nel 2009 tornò a casa, ma da quel momento visse in condizioni di non autosufficienza.
Nato a Firenze il 17 maggio del 1955, figlio di Renzo Nuti, barbiere originario del Mugello, e di Anna Giglio, originaria di Crotone, sul finire degli anni settanta, diviene membro del trio cabarettistico dei Giancattivi – gruppo già composto da Alessandro Benvenuti e Athina Cenci. In quegli anni, i Giancattivi partecipano a trasmissioni di grande successo, come la radiofonica “Black Out” e la televisiva “Non stop”.
CINEMA
Il trio, dietro la regia dello stesso Benvenuti, compie poi il suo esordio cinematografico nel 1981, con il film “Ad ovest di Paperino”, che ripropone parte del repertorio storico del gruppo. Nel 1982, abbandona il trio, che di li’ a tre anni si sciogliera’ definitivamente, ed inizia una carriera cinematografica “solista”, prendendo parte, in veste di sceneggiatore e interprete protagonista, ad alcuni film diretti da Maurizio Ponzi: “Madonna che silenzio c’è stasera” (1982), “Io, Chiara e lo Scuro” (1983) e “Son contento” (1983), che gli conferiscono una certa notorietà, in particolar modo il ruolo di Francesco Piccioli, presente nella seconda delle tre pellicole, con cui si aggiudica il David di Donatello ed il Nastro d’argento come migliore attore protagonista.
REGIA E MUSICA
La carriera prosegue come regista e firma “Casablanca, Casablanca” (1985), “Tutta colpa del paradiso” (1985), “Stregati” (1986), “Caruso Pascoski” (di padre polacco) (1988), “Willy Signori e vengo da lontano” (1989) e “Donne con le gonne” (1991). Nello stesso periodo si dedica anche alla musica. Nel 1988 partecipa al Festival di Sanremo con la canzone “Sara’ per te”, in seguito incisa anche da Mina, e, duettando con Mietta, col brano “Lasciamoci respirare”, composto dal cantautore Biagio Antonacci ed inciso poi nel 1992. “OcchioPinocchio”, “Il signor Quindicipalle” (1998), “Io amo Andrea” (2000) e “Caruso, zero in condotta” (2001) ottengono tiepidi consensi ai botteghini, non paragonabili ai successi degli anni precedenti.