Stop al traffico d’avorio

366

Elefanti e loro tutela. Anche per loro il mondo appare essere storto. Ma qualcosa potrebbe cambiare! In occasione del World Wildlife Day, la Elephant Action League, insieme al Ministero dell’Ambiente e al Corpo Forestale dello Stato, annunciano la propria attiva partecipazione alla lotta contro il bracconaggio, il traffico di avorio e le organizzazioni criminali che traggono profitto da questi traffici illegali.

#ItaliaIvoryCrush è organizzato e promosso dalla ONG Elephant Action League in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente ed il Corpo Forestale dello Stato.

Dopo gli eventi a Times Square a New York e sotto la Torre Eiffel a Parigi, anche l’Italia aderisce alla campagna internazionale di distruzione dell’avorio: oggi, in occasione del World Wildlife Day, Elephant Action League (EAL) insieme con il Ministero dell’Ambiente e al Corpo Forestale dello Stato, annuncia che il primo “Ivory Crush” d’Italia si terrà a Roma, presso il Circo Massimo il prossimo 31 marzo.

Il commercio internazionale di avorio, illegale dal 1989, è causa non solo del bracconaggio degli elefanti – ogni anno in Africa ne vengono massacrati per questo motivo oltre 35.000 – ma è anche una delle principali fonti di finanziamento delle criminalità organizzata, milizie e gruppi terroristici in Africa.

Molti paesi hanno simbolicamente distrutto l’avorio confiscato negli anni durante cerimonie pubbliche nelle più importanti città del mondo e in particolar modo, negli ultimi due anni questo “movimento” è diventato sempre più forte, nello sforzo di innescare cambiamenti a livello politico e di tenere alta l’attenzione dell’opinione pubblica e dei governi di tutto il mondo.

I paesi che hanno pubblicamente distrutto i propri stock di avorio (interamente o parzialmente) includono gli USA, Cina, Francia, Belgio, Filippine, Kenya, Gabon, Etiopia e ultimamente Sri Lanka.

Con questo Ivory Crush a Roma anche l’Italia si unisce a questa campagna contro il traffico illegale di avorio e a favore della protezione degli elefanti e delle comunità locali africane sfruttate da network internazionali di criminali e trafficanti.

“Il commercio illegale di avorio comporta un prezzo altissimo in termini di vite umane ed è spesso un’importante fonte di finanziamento per pericolosi gruppi criminali, milizie e organizzazione terroristiche come al-Shabaab, oltre che favorire corruzione, riciclaggio e lo sfruttamento delle comunità locali” – ha affermato Andrea Crosta, co-fondatore di EAL.

EAL e il Ministero dell’Ambiente ripongono grande fiducia nell’#ItaliaIvoryCrush come mezzo per affermare che l’avorio non deve avere alcun valore e dare al mondo un chiaro e forte segnale: l’Italia attraverso l’azione costante del Corpo forestale dello Stato, continuerà a contrastare attivamente il traffico illegale di avorio, impegnandosi a difendere gli elefanti dall’estinzione e le comunità locali africane dallo sfruttamento di gruppi criminali e trafficanti di morte.

Il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, che sarà presente il 31 al Circo Massimo, spiega: “Questa iniziativa afferma un profondo messaggio culturale: solo con un grande impegno globale riusciremo a fermare i traffici illeciti che ricavano profitto dall’uccisione di elefanti e dalla cancellazione di biodiversità. Nell’ambito dell’impegno europeo rilanciato dal commissario Federica Mogherini, il governo italiano – prosegue Galletti – è schierato con un ruolo attivo e la massima determinazione contro queste reti criminali”.

Così, anche Cesare Patrone, Capo del Corpo Forestale dello Stato ricorda come: “da anni il Corpo forestale dello Stato si spende con impegno e competenza nel contrasto ai traffici di specie protette, anche utilizzando i beni confiscati in scuole e musei per veicolare il messaggio della Convenzione di Washington (CITES). L’iniziativa di distruggere una quantità rappresentativa di avorio, confiscato proprio grazie all’attività di polizia, assurge, tra l’altro, a simbolo della più ampia lotta al bracconaggio, che vede tutte le autorità di enforcement della CITES collaborare insieme verso un unico comune obiettivo: fermare il “wildlife crime””.

“Siamo molto orgogliosi di aver ottenuto il sostegno del Governo italiano per questa iniziativa in cui verrà distrutta una quantità simbolica di avorio confiscato” – ha detto Gilda Moratti, co-fondatrice di EAL insieme ad Andrea Crosta e Francesco Rocca. “Il nostro impegno e il valore del nostro progetto sono testimoniati dal sostegno diretto di istituzioni nazionali che credono nella causa e ne rinnovano il vigore”.

“Ogni giorno almeno un centinaio di elefanti sono massacrati in Africa a causa del traffico d’avorio e centinaia di persone l’anno vengono uccise o gravemente ferite nell’intento di difendere o ammazzare un elefante”, ha dichiarato ancora Andrea Crosta – “ lasciando dietro di loro orfani, vedove e ancora più povertà”.

All’inizio del XIX secolo, in Africa vivevano circa 25 milioni di elefanti. All’inizio del XX secolo ne erano rimasti già solo 5 milioni. Oggi stimiamo che, in tutto il continente africano, rimangono circa 350.000 elefanti e, con un tasso di 35.000 elefanti uccisi ogni anno, la loro fine è vicina.




Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *