SPAGNA – il Congresso dei Deputati del Parlamento spagnolo ha approvato la cosiddetta Legge sul benessere degli animali in modifica della legge n. 10/1995 che riguarda la materia del maltrattamento di animali. Tale proposta di legge è stata voluta da PSOE, Unidas Podemos, ERC e Bildu. Inoltre è stato approvato anche un altro disegno di legge che ha soppresso gli artt. 337 e 337 bis del Codice penale ed ha introdotto un nuovo titolo, il XVI bis, «Dei delitti contro gli animali», che conterrà quattro nuovi articoli, dal 340 bis al 340 quinquies. Questa proposta per diventare legge deve ancora ricevere il placet del Senato.
Il nuovo art. 340 bis prevede sanzioni per tutti coloro i quali, al di fuori di attività disciplinate dalla legge, “con qualsiasi mezzo o procedura, compresi gli atti di natura sessuale, provocano una lesione a un animale vertebrato che richiede un trattamento veterinario per ripristinarne la salute”.
Il precedente art. 337 cp, che si vorrebbe abrogare, prevedeva sanzioni se i maltrattamenti riguardavano animali domestici o addomesticati o allevati e le escludeva esplicitamente per gli animali che vivevano allo stato brado. Ora si potranno punire tutti coloro che provocano una lesione a qualsiasi animale vertebrato. Dunque in Spagna non sarà più permesso ammazzare i topi o i serpenti che ti entrano in casa e se investi un coniglio che ti attraversa la strada rischi o il carcere, fino a 18 mesi, o una multa. Se poi installi sul cornicione di casa dei dissuasori appuntiti per piccioni, provocando loro al massimo delle semplici punture che non necessitano delle cure di un veterinario, sei fortunato perché per te ci sarà solo una multa o lavori socialmente utili.
Se, invece, per uccidere il ratto usi dei veleni le pene sono aumentate, così come se gli spezzi un arto o se gli rechi delle lesioni ed è presente tua figlia ancora minorenne o se provi una certa soddisfazione ad averlo centrato con una scopata perché verrebbe rubricato ad atto crudele. Se poi il ratto muore sono guai, perchè puoi finire in carcere per due anni (se ammazzi un bambino nel ventre della madre invece lo Stato ti paga l’operazione). Rimane infine il dubbio se si potrà applicare la legittima difesa qualora una persona venga attaccata da un cane feroce. Il punto critico di questo nuovo art. 340 bis è in definitiva il seguente: il fatto delittuoso così descritto nell’articolo non ricomprende solo gli atti di maltrattamento di animali, ma anche quelli di difesa dell’uomo verso gli animali o quelli in cui nessuna colpa può essere addebitata all’uomo (vedi l’investimento inevitabile di un animale).
Il disegno di legge spagnolo non è solo bestiale per questo motivo, ma anche per un altro: tale disegno di legge depenalizza il reato di zoofilia che era previsto proprio dall’art. 337. Se in questo articolo gli atti di bestialità venivano sanzionati in quanto tali, nel nuovo art. 340 bis, come abbiamo visto, si puniscono gli atti sessuali avuti con un animale solo se provocano a questi una lesione. In caso contrario sono leciti.
L’art. 337 era già di suo mal strutturato: infatti la punizione derivava dal fatto che un atto sessuale con un animale veniva visto come maltrattamento verso l’animale, non come atto contrario alla dignità della persona. Il nuovo 340 bis si spinge molto più in là: se l’atto sessuale provoca una lesione è reato, in caso contrario è un facoltà di fatto da esercitarsi liberamente forse perché, così avranno pensato gli estensori del disegno di legge, rientra nelle libertà sessuali dell’uomo e della bestia aver rapporti interspecie. Comunque, al di là delle motivazioni che hanno portato a questo cambiamento, un dato è certo: se la legge verrà varata, il reato di zooerastia sarà parzialmente depenalizzato.
Il portavoce di Vox al Congresso dei Deputati, Iván Espinosa de los Monteros, in conferenza stampa ha chiesto ai suoi colleghi di maggioranza: “Vorrei sapere se quelli di Podemos hanno pensato a come ottenere il consenso delle galline, degli asini o degli animali con cui pensano di avere rapporti sessuali”, dato che la normativa che disciplina i rapporti sessuali esige il consenso per consumare un rapporto. Ma gli animali, per la legge spagnola, non sono esseri consenzienti, ma semplicemente senzienti, non sono dunque ancora persone, seppur poco ci manchi.
Perciò, in punta di diritto, non serve il loro consenso. Ciò detto, visto questo ultimo disegno di legge, gli animali stanno guadagnando terreno verso la loro terra promessa, ossia il riconoscimento dello status di soggetto giuridico. Come abbiamo appena notato, la liceità in alcuni casi dei rapporti sessuali tra uomini e bestie fa sospettare che gli estensori della proposta di legge credano che, se non ci sono danni a carico dell’animale, il rapporto sessuale non soddisfi solo le voglie dell’umano, ma anche della bestia. Il criterio quindi, come già sottolineato, non sarebbe quello di vietare atti contrari alla dignità della persona e promuovere quelli a lei consoni, bensì vietare solo gli atti sessuali lesivi dell’animale e promuovere quelli consoni agli interessi, più o meno aberranti poco importa, dell’essere umano e dell’essere animale. In breve: chi ci dice che Fido non gradisca certe attenzioni da parte del suo padrone? E, quindi, perché vietarle?