CALCIO- SERIE A – UNA LAZIO PERFETTA VINCE E CONVINCE A BERGAMO

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Lazio –  Impresa della Lazio che, priva di Ciro Immobile, torna dall’insidiosa trasferta di Bergamo con tre punti e tanti consensi.  Infatti nell’11esima giornata di Serie A la squadra di Sarri batte l’Atalanta 0-2 e aggancia la Dea in classifica a quota 24 punti. Al Gewiss Stadium grande prova dei biancocelesti, ottimi nella gestione della palla e precisi nel palleggio nello stretto. Nel primo tempo Zaccagni (10′) sblocca il match su perfetto assist di Pedro, poi nella ripresa Felipe Anderson (52′) raddoppia i conti con un numero d’alta scuola sugli sviluppi di una ripartenza di Marusic. Nel finale espulso Muriel.

LA PARTITA
L’Atalanta incassa la prima sconfitta stagionale e certifica la crescita e la scalata in classifica della Lazio. E’ questo il verdetto del Gewiss Stadium. Un verdetto giusto per quello che si è visto in campo, con i biancocelesti padroni del palleggio, del gioco e capaci di sfruttare al meglio le qualità dei singoli nei duelli. Tutto tenendo la porta inviolata per la sesta partita consecutiva in campionato e senza poter contare su Immobile. Un risultato notevole, accompagnato da una prova di squadra compatta e solida e dall’aggancio alla Dea subito dietro al Milan. Roba da Champions, per intenderci. Discorso diverso invece per l’Atalanta, uscita un po’ ridimensionata dal confronto con la Lazio. Senza spinta, idee e imbrigliata nella costruzione, alla squadra di Gasperini non è bastato il pressing per far andare in tilt gli uomini di Sarri. Anzi. La pressione nerazzurra, infatti, è stata forse l’elemento che ha consentito ai biancocelesti di portare la partita esattamente sui binari studiati, sfoggiando un palleggio sicuro, preciso e implacabile. Un palleggio che ha disinnescato la Dea e fatto molto male alla banda di Gasperini, incapace poi di ridisegnare tatticamente la squadra con i cambi e di dare una svolta al match.

Per la sfida ad alta quota contro la Lazio Gasperini al Gewiss Stadium recupera Zapata per la panchina e davanti si affida al tandem Muriel-Lookman con Pasalic a supporto e Soppy e Hateboer sulle corsie esterne. Senza Immobile, Sarri invece piazza Felipe Anderson al centro del tridente con Pedro e Zaccagni e in mediana affianca Cataldi e Vecino a Milinkovic-Savic. Con le squadre corte e compatte l’avvio del match si gioca tutto in mezzo al campo con tanti duelli e uno-contro-uno. In pressione, l’Atalanta aggredisce alta, attacca subito i portatori e si appoggia a Lookman in profondità. Atteggiamento che si scontra con la precisione e la qualità del palleggio biancoceleste nello stretto. Dopo dieci minuti di equilibrio, la squadra di Sarri esce infatti alla perfezione dal pressing nerazzurro con quattro passaggi di prima e passa in vantaggio con Zaccagni, bravo a deviare in rete un cross col contagiri di Pedro sugli sviluppi di un’imbucata di Lazzari. Giocata che sblocca il match e accende la gara. Da una parte Vecino sfiora il raddoppio in un paio di occasioni, dall’altra Muriel non trova invece la porta di tacco e Hateboer spedisce alto di testa. Occasioni che tengono alto il ritmo ed evidenziano le differenze tra le squadre in campo. Più cattiva sulle seconde palle in mediana, la squadra di Sarri scarica la manovra sugli esterni e allarga il gioco affidandosi alle incursioni di Pedro e Zaccagni, al dinamismo di Felipe Anderson e alla fisicità di Milinkovic-Savic. In difficoltà a costruire da dietro, la Dea invece si appoggia a De Roon e Koopmeiners in regia e prova a muovere velocemente la palla con i cambi di gioco. Tema tattico che non scardina il bunker biancoceleste e concede spazi alle ripartenze degli uomini di Sarri. Zaccagni ci prova dal limite, ma Demiral & Co. respingono, poi Vecino non centra la porta da ottima posizione e la prima frazione di gioco si chiude con zero tiri in porta della Dea.

La ripresa inizia con l’ingresso in campo di Djimsiti e Malinovskyi al posto di Okoli e Pasalic. Cambi che non cambiano però l’inerzia del match. Dopo una buona combinazione con Felipe Anderson, Pedro non centra il bersaglio grosso, poi Sportiello devia in corner un destro velenoso di Marusic. Guizzi che preparano il terreno al raddoppio biancoceleste. Tenuto in gioco da Scalvini, Marusic sfonda in ripartenza a sinistra e Felipe Anderson piazza il colpo del 2-0 con un numero d’alta scuola. Magia che concretizza il gioco della banda di Sarri, cambia un po’ il match e innesca la reazione della Dea. Dopo una grande azione in verticale, Zaccagni impegna Sportiello, poi la Lazio si abbassa e i nerazzurri provano ad aumentare i giri e a reagire. Koopmeiners spedisce alto di testa in area, poi Romagnoli & Co. respingono i tentativi di Lookman e Muriel. Per dare più peso all’attacco Gasperini fa entrare Zapata ed Ederson. Sarri invece leva Cataldi e Lazzari e getta nella mischia Basic e Hysaj. Mosse che non danno una svolta al match, ma congelano un po’ le posizioni in campo e il risultato. Gli ultimi tentativi verso la porta di Provedel sono di Malinovskyi e Hateboer, ma la difesa biancoceleste non trema e la Lazio vola al terzo posto.

SARRI

Maurizio Sarri, ha risposto così a chi ha parlato di scudetto: “L’utopia è qualcosa di irraggiungibile, lo scudetto è più raggiungibile dell’utopia. Ma sono passate soltanto 11 partite e non dobbiamo pensare a queste cose. Un mese buono riesce a tutti, sei mesi riescono a pochi e dieci/undici mesi solo a chi vince. Noi ancora rientriamo tra i tutti. La strada è lunga, noi dobbiamo dimostrare ancora di essere una squadra da alta classifica. Abbiamo fatto altre buonissime partite, come a Firenze. E oggi abbiamo avuto la fortuna di giocare su un terreno straordinario, bello e veloce: le uscite che abbiamo fatto oggi qui, a Roma sarebbero state da suicidio”. Poi il punto sul possibile sostituto di Immobile: “È un discorso nemmeno affrontato, la Lazio è una società che storicamente non ama molto il mercato di gennaio e credo che la nostra riunione durerà cinque minuti”. Infine una battuta a chi chiede se quella vista a Bergamo sia l’essenza del ‘Sarrismo’: “Se lo domandi a me non saprei che risposta darti – ha scherzato l’allenatore -, se lo domandi a mia moglie direbbe di me che sono un uomo scontroso e un po’ testa di c****“.

“Terreno spettacolare, questo ci ha aiutato”

L’allenatore della Lazio ha poi proseguito a Dazn: “Innanzitutto vorrei fare i complimenti all’Atalanta per il terreno di gioco, un campo davvero spettacolare. Fino a qualche anno fa non era in ottime condizioni, ora è un terreno velocissimo e anche questo ci ha facilitato nel giocare un buon calcio. Il fatto che l’Atalanta non sia stata quasi mai pericolosa credo che sia stato merito nostro. Temevamo questa partita, qui è difficile per tutti e si è visto anche in Europa. C’è soddisfazione, ma appena arrivati a casa dobbiamo subito iniziare a pensare alla partita di giovedì”. Senza Immobile, Sarri ha schierato un attacco ‘leggero’ con Felipe Anderson falso nueve: “Per forza di cose dovevamo cambiare modo di giocare – ha spiegato -, sarebbe stato inutile mandare i giocatori in pasto a difensori aggressivi e fisicamente più forti, volevamo dare pochi punti di riferimento. Quando gli attaccanti fanno partite con questa determinazione diventa molto importante, si vedeva nelle piccole cose che la squadra non voleva prendere gol proprio a cominciare dagli attaccanti e passando dai centrocampisti: c’è stato da parte di tutti l’atteggiamento di chi non vuole mai prendere gol. Perché non ho dato molte indicazioni? Avevo paura di Orsato perché era lì accanto – ha scherzato Sarri -. No, solo che quando la squadra fa quello che deve è inutile mettersi a urlare“. Poi qualche pensiero sui singoli, a partire dal leader difensivo Romagnoli: “Oltre al livello tecnico è un ragazzo di grande personalità che si è inserito in punta di piedi e sta diventando un grande punto di riferimento per tutti. Vecino? È un giocatore che se c’è da portare a fondo il risultato può anche giocare davanti alla difesa. Luis Alberto è stato anche acciaccato in settimana e ha avuto problemi ad allenarsi, visto il risultato ho preferito tenerlo fermo e non rischiare“.

“Sottovalutato il girone di Europa League, ora dovremo lottare”

Infine Sarri ha parlato della situazione in Europa League: nel girone F sono tutte appaiate a quota 5 punti e la Lazio dovrà giocare giovedì 27 ottobre contro il Midtjylland: “È un girone strano perché superficialmente quasi tutti hanno pensato che la squadra danese e quella austriaca non fossero al livello delle altre due. Invece lo Sturm Graz è in lotta con il Salisburgo per la vetta e il Midtjylland, dopo un inizio di stagione complicato, sta risalendo la classifica. Ora ce la dovremo lottare giovedì e se non basterà dovremo andare a fare punti in Olanda contro il Feyenoord“.