Bassetti: l’Ue attui un piano di ridistribuzione dei profughi ucraini

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Bassetti – Nella sua introduzione ai lavori del Consiglio permanente dei vescovi italiani, il cardinale presidente della Cei guarda alla guerra in Ucraina, all’accoglienza dei profughi (in arrivo voli umanitari dalla Polonia), alla crisi energetica e all’aumento dei prezzi che pesano sulle famiglie.

Guarda innanzitutto alla “guerra devastante” che sta seminando terrore alle porte dell’Europa il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, nella sua introduzione ai lavori del Consiglio permanente dei vescovi italiani, riunito a Roma da oggi fino al 23 marzo. Fa sue le accorate parole di Papa Francesco all’Angelus di domenica 20 e 13 marzo contro “bombardamenti e attacchi” “disumani e sacrileghi” in Ucraina e quelle al patriarca di Mosca Kirill sulle “guerre sempre ingiuste”, pensando anche all’accoglienza degli “oltre 3 milioni di ucraini in fuga” secondo gli ultimi dati Onu.

“Non si può pensare che i Paesi di confine possano sostenere da soli questo impegno umanitario – chiarisce l’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve – occorrerà che l’Unione europea decida di attuare un vero e proprio piano di ridistribuzione dei cittadini ucraini nei vari Stati membri”.  “La spinta di solidarietà dei Paesi di confine con l’Ucraina – e qui Bassetti cita innanzitutto Polonia, poi Romania, Moldavia, Ungheria e Slovacchia – è stata davvero commovente; nessuno ha rinunciato a fare la sua parte”.

Il numero degli sfollati, sottolinea il presidente della Cei “è tuttavia un dato che è destinato ad aumentare e che nel prossimo futuro, se non cesseranno le ostilità, registrerà l’arrivo di persone ancora più fragili e povere di quelle che sono già riuscite a fuggire”. Lo sguardo va anche all’Italia. “Nelle prossime ore, alcuni voli umanitari, da Varsavia, giungeranno in Italia, permettendo a centinaia di cittadini ucraini di essere accolti da circa 20 Caritas diocesane”. Sono numeri, assicura, “che cresceranno e che richiederanno un’accoglienza di non breve periodo”, come ha fatto notare ieri il Papa all’Angelus, esortando ad un’accoglienza “non solo ora, nell’emergenza, ma anche nelle settimane e nei mesi che verranno”.

“Le nostre Chiese stanno facendo e faranno la loro parte nell’accoglienza e nell’apertura di corridoi per favorire l’arrivo in sicurezza delle persone che sono bloccate nei Paesi di transito, che non riescono più a proseguire il loro viaggio o sono troppo vulnerabili per farlo – garantisce il cardinal Bassetti –  e anche questo è un contributo prezioso alla pace”.

Il suo auspicio, davanti a tanta morte e distruzione, “è che la mobilitazione della comunità politica internazionale possa trovare una soluzione al conflitto, intensificando gli sforzi diplomatici per arrivare alla cessazione delle ostilità e dell’indiscriminata violenza, che rappresentano sempre un passo indietro nel cammino dell’umanità”. Il presidente dei vescovi italiani è confortato dalla  “recente esperienza dell’Incontro ‘Mediterraneo frontiera di pace’ vissuto a Firenze dal 23 al 27 febbraio”, con un bilancio sicuramente positivo, testimoniato dalle “diverse lettere dai Confratelli che hanno preso parte all’appuntamento. Tutti segnalano, oltre alla bontà dell’iniziativa, anche l’orizzonte che si è aperto con questo nostro con-venire e con la firma della Carta di Firenze”. “Noi vogliamo costruire la pace – ribadisce Bassetti – vogliamo farlo per le nostre città, per le nostre comunità religiose, per le nostre famiglie, per i nostri figli”.

Il presidente delle Cei assicura che venerdì 25 marzo, Festa dell’Annunciazione, i presuli italiani si uniranno “con i Vescovi e i presbiteri di tutto il mondo a Papa Francesco che consacrerà la Russia e l’Ucraina al Cuore Immacolato di Maria”, ulteriore segno della misericordia di Dio che “esprime tutta la preoccupazione del Santo Padre per questa situazione estremamente pericolosa per l’umanità intera”. Perché “la pace nasce anzitutto nel cuore di ciascuno”, dalla volontà “di stringere relazioni fondate sulla fraternità”. In questo senso “le Chiese, in ogni angolo del mondo, possono svolgere un ruolo insostituibile per l’edificazione di una vera pace, che ponga al centro dell’attenzione la dignità umana, il rispetto dei diritti, delle libertà di ogni persona e della vita, la costruzione di comunità solidali e aperte”.

“L’orrore del conflitto”, che stravolge la vita degli ucraini, ricorda Bassetti “trascina nel suo vortice tutto il mondo, con un rovinoso effetto domino”, perché ormai “tutto è connesso, siamo interdipendenti”. L'”impatto della guerra “ha colpito la società italiana in un momento in cui sembrava potersi concretizzare il desiderio collettivo di una stagione di ritrovata serenità”, vista anche la “ripresa economica eccezionalmente intensa” e il “progressivo superamento delle misure anti-Covid”. Ma ora “la crisi energetica e l’aumento generalizzato dei prezzi stanno invece pesando in misura considerevole sull’andamento dell’economia e sulla vita concreta delle famiglie, già duramente provate dalle conseguenze della pandemia”. Il cardinale fa però notare che “crescita economica” non significa automaticamente “ripresa complessiva del Paese” visto che nel 2021, “a fronte di un’avanzata impetuosa del Prodotto Interno Lordo, il numero delle persone in povertà assoluta sia rimasto sostanzialmente stabile e su livelli allarmanti”.

Il presidente Cei rimarca quindi il dato del minimo storico delle nascite “che per la prima volta si sono fermate sotto la soglia emblematica delle 400mila unità”. In questo scenario, “è confortante la notizia delle prime erogazioni dell’assegno unico per i figli, un provvedimento lungamente atteso che in prospettiva potrebbe contribuire in modo significativo ad arginare questa deriva e che andrebbe integrato con altre misure non solo economiche”. Tuttavia, per Bassetti “occorre essere consapevoli che un’inversione di tendenza non sarà possibile senza un salto di qualità sul piano culturale”.

Guardando sempre all’Italia, l’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve lamenta che “il clima sociale appare ancora profondamente segnato dai contraccolpi della pandemia a cui si sono da ultimo sovrapposte le angosce provocate dalla guerra”. Ma, sottolinea, “bisogna rifuggire la tentazione di strumentalizzare il disagio per interessi ideologici e occorre invece adoperarsi per ricucire e pacificare il tessuto delle relazioni umane e civili, con un’attenzione speciale per i più piccoli e i più fragili”. Nell’ottica di questa premura, la Chiesa italiana procede “con passi decisi e convinti nella tutela dei minori e delle persone vulnerabili”. Ribadisce che il fenomeno degli abusi “non permette di abbassare la guardia. Ma, a tre anni dall’emanazione delle rinnovate linee guida, incentrate sulla garanzia per le vittime, e dalla costituzione del Servizio nazionale, è possibile dire che la rotta è tracciata e ben salda”. Il porporato sottolinea che i Centri di ascolto, diocesani e interdiocesani, sono “luoghi dove – con persone formate e competenti in grado di accogliere, comprendere e confortare – viene esercitata l’accoglienza autentica delle vittime”. La comunità ecclesiale oggi è più consapevole del drammatico fenomeno, assicura Bassetti, tanto che si può parlare “di una cultura rivolta sempre più alla riparazione che al nascondimento, di una tensione alla verità e alla giustizia che non lascia indietro nessuno”.

Infine, sul tema delicato del “fine vita”, “Sono da accogliere con sollievo – per il cardinale – la sentenza e le motivazioni con cui la Corte Costituzionale ha respinto il quesito referendario sull’omicidio del consenziente, mentre c’è da sperare che nel corso dell’iter parlamentare la proposta di legge sul fine vita riconosca nel massimo grado possibile il principio di tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana, in generale, e con particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili”. Anche per questo la Chiesa “conferma e rilancia l’impegno di prossimità e di accompagnamento nei confronti di tutti i malati”. Si auspica, su queste tematiche anche “un nuovo metodo di partecipazione” fatto di dialogo e confronto, “strade maestre per evitare derive ideologiche con cui si smarriscono il valore e la dignità della persona”.

Rivolto ai credenti italiani, Bassetti conclude con un invito alla missione, in questo tempo di crisi, di “condividere la bellezza della vita umana abitata dallo Spirito del Signore, a dare corpo alle relazioni reali, a concretizzare nel quotidiano il senso dell’esistenza del cristiano: dare la propria vita nella gratuità come Gesù”.




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