Green pass, la lista dei negozi dove non serve dal 1 febbraio

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Green Pass – Nel silenzio dei più il governo continua a ridimensionare le chiusure per chi non ha la carta verde normale o super. Il governo ha deciso la lista dei negozi dove non sarà obbligatorio avere il green pass base (che si ottiene con tampone antigenico valido 48 ore oppure molecolare valido 72 ore) dal 1° febbraio 2022. L’elenco è frutto di una mediazione tra il ministero della Pubblica Amministrazione e il ministero dello Sviluppo Economico e comprende (per ora) tutti i prodotti alimentari, le farmacie e le edicole all’aperto, i distributori di carburante, mentre per andare dal tabaccaio servirà il green pass. Il Dpcm che sarà firmato dal presidente del Consiglio Mario Draghi inserirà gli esercizi commerciali che vendono prodotti necessari ad «assicurare il soddisfacimento di esigenze essenziali e primarie della persona».

Alimentari, mercati, grande distribuzione

Non servirà la certificazione verde per acquistare generi alimentari sia nei negozi al dettaglio, sia nei supermercati. Sono nell’elenco i negozi che vendono surgelati, le pescherie, le bevande, i rappresentanti di ittica. Libero accesso anche nei mercati rionali.

Farmacie no, cosmetica sì

Per comprare medicinali e prodotti per la cura per il corpo non servirà il green pass, che sarà invece necessario per i negozi di cosmetica. Niente green pass anche per parafarmacie e negozi che vendono i prodotti igienico sanitari compresi deodoranti, bagno schiuma, shampoo.

Edicole no, librerie sì

Niente certificato per le edicole all’aperto (i chioschi) mentre servirà per i negozi che vendono giornali o le librerie.

I tabaccai

Dal tabaccaio servirà il green pass base. Durante il lockdown questi negozi rimanevano aperti ma il governo ritiene che non possano essere inseriti nella lista degli esercizi commerciali che vendono prodotti essenziali per la cura della persona.

Prodotti per animali

Niente green pass anche nei negozi che vendono generi alimentari e per la cura degli animali.

Carburanti

Per ora vige il divieto ma le cose siamo certi cambieranno a breve. mettersi contro le industrie petrolifere non è saggio per il governo.




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