Politica . Dopo la manifestazione di sabato scorso dei ‘No Green pass’, il Viminale lavora in vista di alcune date ‘attenzionate’. A cominciare da quella del 15 ottobre, giorno in cui scatterà in tutta Italia l’obbligo della certificazione verde per accedere al luogo di lavoro. Poi gli occhi saranno puntati sul weekend del 30 e 31 ottobre quando, a Roma, si terrà il vertice conclusivo dei capi di Stato e di governo membri del G20. A queste date ‘calde’ va poi sicuramente aggiunta anche quella di sabato 16 ottobre, giorno in cui, alla vigilia dei ballottaggi per le amministrative, Cgil, Cisl e Uil hanno indetto “una grande manifestazione nazionale per il lavoro e la democrazia” come risposta all’assalto in Corso d’Italia che ha destato polemiche perché di matrice politica evidente alla vigilia delle elezioni amministrative.
Per tutti questi appuntamenti “saremo ben attrezzati per difenderci”, assicura il sottosegretario all’Interno Ivan Scalfarotto. E annuncia che “le regole per i prossimi giorni potranno essere riviste”. Oggi, mercoledì 13 ottobre, si svolgerà la riunione del comitato per l’ordine pubblico “e – continua Scalfarotto – valuteremo se sarà il caso di vietare cortei preferendo sit-in e manifestazioni stanziali che sono meno problematiche da monitorare”. L’obiettivo “è evitare situazioni come quella di sabato” dove “alcune frange estreme e di matrice squadrista si sono infiltrate non per manifestare civilmente”, prosegue il sottosegretario che, nel ribadire il fatto che “il governo valuterà tutti gli strumenti a sua disposizione” nei confronti “delle formazioni neofasciste”, plaude al lavoro delle forze dell’ordine: “hanno fatto miracoli, anche filtrando gli arrivi”.
Puntuale e molto chiara la replica di Stefano Paoloni, segretario generale del Sap, il sindacato autonomo di polizia: “Ringraziamo Scalfarotto, ma si ricordi che la polizia è obbligata ai miracoli quando la politica fallisce”. “La piazza è violenta quando non vi è da parte della politica la capacità di intercettare e canalizzare il dissenso”, tuona il sindacalista.
Frattanto il Copasir ha annunciato di aver predisposto un’audizione del generale Mario Parente, direttore dell’Aisi, l’agenzia informazioni e sicurezza interna, “alla luce dei gravi incidenti verificatisi sabato scorso”. Per lo stesso motivo, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica ha chiesto un’informativa urgente al ministro dell’Interno Luciana Lamorgese che sarà in aula per comunicazioni della titolare del Viminale sulla manifestazione di sabato.
Il 19 ottobre è la data da cerchiare in rosso sul calendario. Perché la Lamorgese riferirà alle Camere sugli scontri di sabato scorso a Milano e Roma. Sarà prima alla Camera, alle ore 14, poi alle 16.30 varcherà le porte dell’emiciclo di Palazzo Madama: in entrambi i rami troverà un’opposizione agguerrita, ma soprattutto un pezzo di maggioranza pronta a chiederle conto di quelle mancanze nell’organizzazione della sicurezza pubblica che la Lega le imputa sin dal primo momento.
“Riteniamo gravissimo il fatto che le forze del centrosinistra abbiano avallato che il ministro Lamorgese non venga a informare il Parlamento prima di 10 giorni dai fatti accaduti”, tuona il capogruppo di FdI alla Camera, Francesco Lollobrigida. Aggiungendo: “Oggi non sappiamo se in Italia esistono delinquenti, criminali, organizzazioni sovversive che possono impunemente circolare. Fratelli d’Italia aveva chiesto, e il centrodestra tutto ha ribadito, la necessità di conoscere subito se esistono agenti infiltrati o criminali, per garantire la possibilità anche di manifestare legalmente e legittimamente in questa nostra Repubblica”.