NBA – Ieri alle 21:00 dell’ora americana e oggi alle 3:00 dell’orario nostro si è giocata la prima gara delle finali NBA tra Phoenix Suns e Milwaukee Bucks. I Phoenix Suns hanno vinto il match avendo sempre tutto sotto controllo arrivando al terzo quarto con un distacco di 20 punti. I Bucks hanno cercato di recuperare il risultato con le giocate di Giannis Antetokounmpo e Kris Middleton, ma non riuscendoci.
ei Phoenix Suns ha fatto la differenza Chris Paul che al’età di 36 anni riesce a mattere a segno 32 punt in una finale NBA. I suoi punti sono stati fondamentali nel secondo e terzo quarto perchè hanno portato a quel lungo distacco di venti punti.
Però non solo lui è stato decisivo nella vittoria, ma hanno contribuito i due compagni stellari DeAndre Ayton e Devin Booker. I due che partecipano ai primi Playoffs in carriera ottengono il primo una doppia-doppia da 22 punti e 19 rimbalzi dal lungo (che diventa il primo esordiente dai tempi di Tim Duncan a chiudere con almeno 15 punti e 15 rimbalzi una gara di Finals) e il secondo con 27 punti (con brutte percentuali ma con 10/10 dalla lunetta) dalla guardia per cui impazziva Kobe Bryant, che per lui pronosticó una carriera leggendaria.
Ayton è inoltre fondamentale nella sua metà campo difensiva, una costante per i Suns da inizio Playoffs, e contribuisce in maniera decisiva a contenere un Giannis provato anche da 5 in un quintetto molto basso per provare appunto ad “accorciare” Phoenix. A Booker va dato invece il merito di aver segnato l’unica tripla della sua serata nel miglior momento possibile, ovvero nel quarto periodo in cui i Bucks provano faticosamente a rimettersi in parità con i padroni di casa.
Fondamentale in questo sono anche i minuti di Cameron Payne, che sostituisce Paul per farlo riposare ma non fa rimpiangere i minuti di riposo In cui Paul non è in partita, anzi gioca un grande secondo tempo, così come decisivi nella parte iniziale e nel mantenere poi il vantaggio sono le doppie cifre di Mikal Bridges e Cameron Johnson, rispettivamente 14 e 10 punti.
A Jae Crowder va invece un triste record: del 24/25 con cui i suoi chiudono la partita dalla lunetta, l’unico errore (l’ultimo dopo 24 canestri consecutivi) porta proprio la sua firma. Poco male se si pensa che l’ex Heat ha comunque compensato in difesa alla sua serata complicata in attacco. Tornando a parlare dei Bucks, Giannis non gioca al suo massimo risentendo delll’infortunio al ginocchio.
Totalizza 20 punti, 17 rimbalzi e 4 assist e Kris Middleton, che come già detto è stato uno dei migliori nel finale di partita dei Bucks fa in questa partita 29 punti, 7 rimbalzi e 4 assist. I due non vengono aiutati abbastanza da Jrue Holiday, che nonostante il crescendo durante le gare delle finals di conference, gioca una brutta partita.
Dunque in una grande serata di basket la nota stonata nell’ottimo esordio dei Suns invece è l’infortunio al ginocchio destro di Dario Saric, che resta sul parquet meno di due minuti, prima di uscire zoppicando dal campo e tornare rapidamente nello spogliatoio. Un problema che lo staff medico di Phoenix valuterà nei prossimi giorni, provando a capire se coach Monty Williams potrà contare anche sul lungo croato nel proseguimento della serie
La stella dei Phoenix Suns ha commentato il percorso evolutivo di coach Monty Williams, conosciuto ai tempi dei New Orleans Hornets e ritrovato al suo sedicesimo anno di carriera proprio in Arizona: “Penso che siano cambiate alcune cose rispetto ai nostri inizi… anche perché se non c’è un cambiamento in dieci anni vuol dire che c’è qualcosa che non va. La prima volta che ci siamo ritrovati insieme, lui era all’inizio della sua carriera da head coach, io ero in un team in cui… (sospira) sapevate tutti qual era la situazione. Non avevamo un owner. Stavano succedendo un sacco di cose. Sì, penso siano cambiate tante cose da quel periodo.”
Una di queste è finalmente la possibilità di giocarsi il titolo NBA e – secondo i bookmaker – da favorito per la vittoria del titolo di MVP delle Finals. Perché oggi Chris Paul è pronto per lottare per l’anello e invece – in passato – non è mai riuscito ad arrivare all’ultimo atto? Il play risponde così: “Non saprei, forse perché questa squadra è diversa dalle altre. Qui abbiamo un squadra vera, reale. Davvero una squadra nel senso stretto del termine. Qui tutti fanno il proprio lavoro e tutti sono felici del proprio ruolo, non c’è la necessità di andare da 1 o 2 giocatori chiave. Quindi, per risponderti: sì, sono preparato per lottare per il titolo NBA.
Il mio corpo ne ha attraversate tante, ma sono qui anche grazie anche alla componente mentale. Sono felice di dove siamo arrivati.
Ayton? Penso che abbia lavorato tantissimo da inizio stagione ed è arrivato alle Finals con un altro livello di gioco. Le mie responsabilità in questa squadra? No, penso solo che devo essere me stesso. Sono semplicemente cresciuto da quando ho iniziato a giocare.”
Il secondo appuntament per gli appassionati è fissato per PHOENIX-MILWAUKEE, GARA-2: match in diretta nella notte tra giovedì 8 e venerdì 9 luglio alle 3.00 su Sky Sport Uno e Sky Sport NBA. (T.D.)