A PADOVA IL “DETOUR FILM FESTIVAL”

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Detour – Dal 3 al 6 giugno 2021 il Detour Film Festival torna in sala al Cinema MultiAstra di Padova per rincontrare il proprio pubblico affezionato. L’ottava edizione del Festival, rinviata lo scorso anno a causa della pandemia, avrà quindi finalmente luogo, con in cartellone una accurata selezione della cinematografia internazionale dedicata al cinema di viaggio. Il Festival proporrà infatti film inediti in Italia, provenienti dai principali festival cinematografici italiani e stranieri. L’obiettivo è quello di presentare al pubblico una selezione ricca ed eterogenea di opere cinematografiche legate al tema del viaggio nelle sue molteplici incarnazioni, come luogo d’incontro fra culture e tradizioni differenti e lontane.
“Riproporre oggi il festival in una sala cinematografica che riapre dopo tanti mesi di buio è per noi un atto di coraggio e fiducia nei confronti del pubblico e del cinema stesso”, racconta Marco Segato, direttore artistico del Festival. “Il Detour vive della relazione culturale e sociale tra persone, dell’incontro e del confronto. Senza questo il progetto non avrebbe la stessa forza, la stessa valenza. Siamo convinti che il desiderio che il cinema alimenta tornerà a nutrire il nostro immaginario. Un ringraziamento particolare va ai tanti collaboratori che con perseveranza e passione hanno reso possibile questa nuova edizione e ai partner che ci sono stati vicini in questi mesi”.
L’ottava edizione di Detour Film Festival è organizzata dall’associazione Cinerama ed è sostenuta dal Comune di Padova, dal Comune di Abano Terme, dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e gode del patrocinio della Regione del Veneto e dell’Università degli Studi di Padova. Media Partner: Il Mattino di Padova.“Dopo tanti mesi di limitazioni e divieti il ritorno del Detour Film Festival anche con le proiezioni in sala è un momento di serenità e fiducia nel futuro del quale avevamo davvero bisogno”, dichiara Andrea Colasio, assessore alla Cultura del Comune di Padova. “Questa manifestazione che si è ormai consolidata come una delle rassegne cinematografiche più interessanti a livello nazionale, propone anche quest’anno pellicole di altissimo livello, inedite in Italia. Il viaggio mai come in questo periodo è sinonimo di ritrovata libertà e ricerca. Viaggio fisico, ma anche viaggio interiore, ricerca. Le pellicole che vengono proposte spaziano quindi nel concetto di viaggio senza limiti definiti alla ricerca di stimoli e riflessioni su quello che da sempre è uno dei temi che più affascinano gli artisti in ogni campo”.
“Il cinema è una delle espressioni culturali più importanti”, sottolinea Gilberto Muraro, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo. “Esso ha la capacità di testimoniare la varietà e la ricchezza delle diverse identità culturali, attraendo e raggiungendo facilmente un ampio numero di persone. Un festival, quindi, dedicato alla produzione cinematografica internazionale sul tema del viaggio non solo sarà un’occasione per ritornare finalmente a fruire di una delle arti più amate dal pubblico, ma anche un momento di “formazione” in cui ciascuno potrà arricchire la propria mappa di conoscenze sulla cultura di paesi vicini e lontani, diventando sempre più cittadini del mondo”.
L’evento di apertura è stato, ieri sera al Cinema MultiAstra, la proiezione di Nomad. In the footsteps of Bruce Chatwin (Documentario, Gran Bretagna 2019) commovente omaggio allo scrittore e viaggiatore Bruce Chatwin dal grande maestro del cinema Werner Herzog, uno dei più grandi registi del nostro tempo, attento osservatore di mondi estremi che riesce a raccontare con uno stile intimo e insieme potente. Il Festival ha voluto, inoltre, dedicare al proprio pubblico un’anteprima alle 17.30: “In prima linea” (Documentario, Italia 2020) di Matteo Balsamo e Francesco Del Grosso, racconto della frontline attraverso l’obiettivo di tredici fotoreporter italiani, che con i loro scatti hanno mostrato gli orrori e le cicatrici indelebili della guerra.
A partire da oggi, venerdì 4 giugno, prenderà il via il Concorso Internazionale, sezione competitiva dedicata a lungometraggi di finzione e film documentari, vero e proprio cuore del Festival. Sono otto quest’anno le opere selezionate per concorrere al Premio per il Miglior Film. A decretare il vincitore sarà una giuria composta da professionisti del settore: Raffaella Giancristofaro, giornalista professionista e critica cinematografica. Vanta collaborazioni con duels.it, Ciak, Rolling Stone e MYmovies.it e dal 2018 membro del comitato di selezione dei documentari per i Premi David di Donatello. Martina Melilli, artista audio-visiva e regista, vincitrice dell’edizione 2017 di Artevisione con il film “Mum I’m sorry”, poi parte della collezione del Museo del Novecento e in mostra nella Project Room del PAC (Milano). Nel 2018 realizza “My home, in Libya”, il suo primo documentario di creazione, e nel 2020 “Assembramento”. Dal 2019 collabora con la rivista Playboy Italia con la rubrica “Corpo a corpo| Bodily Conversations”. Filippo Meneghetti, regista e sceneggiatore. Esordisce come regista con i cortometraggi “Undici” (2011, co-diretto con Piero Tomaselli) e “L’intruso”, (2012). Si trasferisce successivamente in Francia, dove nel 2017 gira il cortometraggio La Bête. Il suo primo lungometraggio, Deux (2020). Tra i riconoscimenti più importanti da lui ricevuti figurano due premi Lumière della stampa internazionale in Francia e il Les Cesar del miglior primo film. Negli Stati Uniti il film ha ottenuto una nomination ai Golden Globes e ha rappresentato la Francia come candidato ufficiale agli Oscar The Academy 2021 arrivando nella short-list del premio.Verrà inoltre assegnato il Premio del pubblico. Sono otto quest’anno le opere selezionate per concorrere al Premio per il Miglior Film.
Ad inaugurare le proiezioni del film in concorso “Tony Driver” (Documentario Italia, Messico 2019), opera prima spiazzante e riuscita di Ascanio Petrini. A cavallo tra cinema di finzione e documentario affronta il tema della frontiera messicana e di coloro che tentano di attraversarla illegalmente. Sempre al tema della migrazione è dedicato “The Valley” (Documentario, Italia/Francia 2019) di Nuno Escudeiro, che alle 20.00 sarà presente in sala per la proiezione. Il documentario racconta con emozione e coraggio l’impegno profuso dalla popolazione della Valle di Roya, al confine tra Italia e Francia, per aiutare coloro che, per fuggire dalla guerra, rischiano la vita percorrendo pericolosi sentieri di montagna.
Le proiezioni riprenderanno sabato 5 giugno alle 15.30 con “Sea-whatch 3” (Documentario, Germania 2019) di Nadia Kailouli e Jonas Schreijäg, dedicato alla capitana tedesca Carola Rackete e alle quasi tre settimane passate nel Mediterraneo, prima della decisione di sbarcare senza permesso al porto di Lampedusa. Dal Festival di Rotterdam del 2019, dove ha vinto il Premio speciale della Giuria, arriva al Detour alle 18.00 “Take me somewhere nice” (Fiction, Olanda/Bosnia, 2018), opera prima di Ena Sendijarevic, un viaggio dall’Olanda alla Bosnia fatto di bizzarri incontri e avventure notturne, che restituisce con grande ironia l’alienazione dell’adolescenza. Ultima proiezione del giorno, alle 20.00, “Lilian” (Fiction, Austria 2019) di Andreas Horvath, ispirato a una storia realmente accaduta negli anni Venti, quella di una giovane ragazza russa – Lillian Alling, appunto – che tentò di tornare in Russia a piedi direttamente da New York.
Domenica 6 giugno alle 15.30 inizierà la proiezione di “Adoration” (Fiction, Belgio/Francia 2019) di Fabrice du Welz, opera di straordinaria intensità visiva e sensoriale che racconta di due anime adolescenti che scappano dal mondo degli adulti, alla ricerca di una destinazione irraggiungibile. Sullo sfondo della guerra del Donbass si muove “Homeward” (Fiction, Ucraina, 2019) di Nariman Aliev, in cartellone alle 17.30. Un viaggio illegale verso la Crimea di un padre e un figlio per seppellire secondo la tradizione tartara un fratello ferito a morte in guerra. Chiudere le proiezioni del Concorso internazionale di Detour Film Festival spetta alle 19.45 ad “A white, white day” (Fiction, Islanda/Danimarca/Svezia, 2019) di Hlynur Pálmason, film di dolore, vendetta e amore ambientato in una remota cittadina islandese, vincitore del premio del miglior attore alla Settimana della Critica di Cannes e Miglior Film al Torino Film Festival 2019.
Le proiezioni sono in lingua originale con sottotitoli in italiano.
Per il secondo anno, nel corso del Festival si terrà il Detour Pitch, un’opportunità professionale ed artistica per autori e sceneggiatori di far conoscere il loro soggetto cinematografico di lungometraggio a importanti produttori italiani. Sei sono le opere selezionate tra le oltre cento arrivate ai selezionatori: “Mare Nero” di Alberta Lebri, Eugenio Fallarino, Raffaella Lupo; “Se mi cerchi dove non sono” di Nina J Kors; “Il viaggio di Margherita” di Silvia Luciani; “Animali in trincea” di Tiziano Fusella; “The green screen” di Emilia Garuti; “Io sono nessuno” di Alessandro Diele, Piera Fiorito, Silvia Suppini.

Durante il periodo della mostra saranno organizzate visite guidate in compagnia dei curatori, workshop di fotografia, proiezioni e incontri.




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