Calcio – Le semifinali di Uefa Champions League hanno emesso il loro verdetto: saranno due compagini inglesi a contendersi l’ambita coppa con le “orecchie”. Il Manchester City di Guardiola, ha avuto la meglio sul Paris Saint Germain, mentre il Chelsea ha eliminato il blasonato Real Madrid di Zinedine Zidane.
Saranno Manchester City e Chelsea a contendersi la vittoria della Champions League. I ragazzi di Guardiola partono grandi favoriti contro un Chelsea che, anche nel campionato inglese appare evidentemente inferiore allo United. Il sorteggio ha causato eliminazioni precoci di compagini come PSG, Barcellona e Bayern che avrebbero reso la finalissima più interessante ma, il pallone è rotondo ed i pronostici possono essere ribaltati.
A oltre mezzo secolo di distanza dall’unica apparizione in una finale europea, quella di Coppa del Coppe del 1970 contro il Gornik Zabrze, i Citizens rimettono piede nell’ultimo atto di una competizione Uefa entrando per la loro prima volta nella finale più importante, quella di Champions. Dopo il 2-1 di Parigi, De Bruyne e compagni si sono ripetuti (2-0), sfoderando una prova tatticamente perfetta in una gara in cui si sono dimostrati superiori al Psg che rimane l’eterna incompiuta. Costretto a rinunciare a Mbappé, alle prese con una contrattura al polpaccio, Pochettino ha deciso di affidarsi a Icardi (la sua una prova impalpabile) piazzando Herrera in mediana al posto dello squalificato Gueye e Diallo a sinistra invece di Bakker, viene schierato Diallo. Guardiola ha risposto cambiando due pedine nella squadra vittoriosa all’andata: a sinistra in difesa ha preferito Zinchenko a Cancelo mentre a centrocampo ha inserito in mezzo Fernandinho.
Per gli inglesi la gara poteva mettersi subito in salita se il Var non avesse corretto l’arbitro. Infatti i Citizens all’8’ si sono visti fischiare un rigore contro per un presunto tocco con un braccio in area di Zinchenko. Un abbaglio di Kuipers: in realtà l’ucraino aveva respinto il cross con la scapola. A proposito dell’arbitro va segnalato che inizialmente ha lasciato troppo correre sui falli accrescendo un clima di tensione sfociato nell’espulsione di De Maria. Il City non si è spaventato e, al primo tiro in porta (11’), è passato con un preciso destro in diagonale di Mahrez, lesto a catapultarsi su una palla respinta da Florenzi dopo un tiro dal limite di De Bruyne. Passata in vantaggio la squadra di Guardiola ha deciso di lasciare il comando delle operazioni agli avversari che hanno creato, però, solo due grosse occasioni per pareggiare: sulla prima, un colpo di testa parabolico di Marquinhos sugli sviluppi dell’angolo, è stata la traversa a salvarsi, sulla seconda sono stati graziati dall’imprecisione di Di Maria. Nella ripresa quando Pochettino (62’) ha deciso di cambiare (Draxler e Kean al posto di Herrera e di Icardi) non ha avuto neppure il tempo di risistemare in campo la squadra come avrebbe voluto (Verratti più basso e Neymar accentrato) che ha incassato il colpo del ko (64’), realizzato ancora da Mahrez su centro basso di Foden. Al Psg sono saltati i nervi e a farne le spese è stato soprattutto Di Maria che al 69’ si è fatto espellere per un ingenuo pestone a palla lontana ai danni di Fernandinho.
Negli spogliatoi nel post partita si mescolano gioia e tensione.
GUARDIOLA
Guardiola è euforico: “Sono incredibilmente orgoglioso e il mio primo pensiero va sempre ai giocatori che non hanno giocato questa partita”, sottolinea l’allenatore catalano dopo il 2-0 al Psg. “So che per loro è difficile star fuori ma tutti stanno contribuendo a questa grande stagione. Abbiamo faticato a pressare alto nel primo tempo ma eravamo tranquilli, abbiamo difeso bene, abbiamo sofferto insieme. Ci siamo aggiustati dopo l’intervallo: abbiamo riconquistato palla molto più velocemente nella ripresa e tutto è stato più facile. Il Psg è stato un grande rivale, ha lottato fino alla fine. Basta vedere l’atteggiamento di Verratti, Paredes, Neymar: non hanno mollato una palla. Riconosco che siamo stati anche fortunati nel non trovarci di fronte Mbappé. Aver comunque eliminato una squadra che aveva fatto fuori Barcellona e Bayern è un motivo di grande soddisfazione. Perché non schiero un centravanti? Sono dell’idea che nell’area si debba arrivare con tanti giocatori e non con un solo calciatore. Ma forse in finale giocheranno degli attaccanti di ruolo”.
VERRATTI
Nel PSG Marco Verratti, apparso piuttosto nervoso nel finale, si lamenta di Kuipers: “Quando sei a un passo dalla finale vuoi andare fino alla fine. E’ una grande delusione. Mi dà fastidio quando l’arbitro ti manda a quel paese: è successo 3-4 volte, mentre noi giocatori ci rivolgiamo sempre con rispetto verso gli arbitri. Ha iniziato a distribuire cartellini gialli sin dall’inizio e questo ci ha innervosito. Comunque non è colpa dell’arbitro se abbiamo perso: è stata una semifinale tra due grandi squadre, il Manchester City ha meritato, ha grandissimi giocatori, ma noi siamo venuti qui a giocarcela e a fare il nostro calcio. Ce la siamo giocata almeno fino all’espulsione, poi per fare 3 gol in 10 serviva un miracolo…”.
CHELSEA-REAL MADRID
Nell’altra semifinale Il Real Madrid di Zinedine Zidane è stato travolto dalla marea blu del Chelsea, ben oltre il 2-0 finale. Zidane si è ripresentato con la difesa a 3 pur ritrovando Ramos, scegliendo con coraggio Vinicius Junior a tutta fascia sulla destra e mettendo Hazard al fianco di Benzema, nel tentativo disperato di trovare il guizzo del belga, il quale a metà primo tempo è andato vicinissimo al gol che avrebbe di colpo spostato gli equilibri della doppia sfida. Una girata quasi perfetta: ma un colpo di reni di Mendy ne ha strozzato l’urlo di gioia In realtà a fare la differenza per il Chelsea ci ha pensato Werner al 29esimo prontissimo al tap-in di testa da mezzo metro. Il Real ha incassato il colpo ed allora il Chelsea ha potuto fare il bello ed il cattivo tempo fino all’epilogo. Inaffti il neo entrato Pulisic, dopo aver perso l’attimo per la conclusione davanti a Courtois, ha trovato Mount in area piccola per il 2-0 che ha sigillato qualificazione e finale.
TUCHEL
Thomas Tuchel festeggia la finale dei Blues: “Non è una rivincita, sono molto grato per tutte le esperienze che sto riuscendo ad avere nel calcio. Non sono stato un grande calciatore, vedere persone che hanno fiducia in me è bellissimo e sono grato di avere la possibilità di allenare squadre di livello così alto. Sono in un club vincente e sono felice di essere arrivato in finale. Il primo tempo è stato difficile, non abbiamo mai perso la fame di difendere. Anche nel primo tempo siamo stati pericolosi in contropiede pur con poco possesso palla, nel secondo tempo si è vista una grande intensità. Abbiamo corso più di loro, abbiamo creato tantissime opportunità e avremmo potuto segnare molto di più”. Il calendario ora mette di fronte Chelsea e Manchester City in Premier League prima della finale di Champions: “La affronteremo come una gara di Premier League, per noi è importante entrare nelle prime 4”.
ZIDANE
Dal suo canto Zinedine Zidane riconosce i meriti del Chelsea: “Hanno giocato una bella partita, per loro è una vittoria meritata. Hanno giocato meglio di noi nelle due partite, soprattutto oggi. Abbiamo avuto un’occasione all’inizio, non abbiamo segnato e diventa difficile. Penso che abbiano meritato la qualificazione. Non sono contento ma so riconoscere quando un avversario fa qualcosa in più. Sono soddisfatto per il cammino fatto finora in Champions perché abbiamo superato tante difficoltà, sono molto contento dei miei giocatori. Ora la testa va alla Liga, mancano quattro partite”.
SUPERLEGA
Dopo esserci occupati del presente vanno segnalate le novità inerenti il futuro della Champions League. Juventus, Milan, Real Madrid e Barcellona rischiano di essere escluse per due anni da Champions ed Europa League. Alexander Ceferin non è affatto intenzionato a far passare in cavalleria il tentato ‘golpe’ alle istituzioni calcistiche perpetrato dai club che hanno dato vita alla fallita Superlega. La parola “sanzioni” è la più usata nei discorsi che si fanno in questi giorni negli uffici dell’UEFA e secondo quanto svela ‘ESPN’ potrebbero essere intraprese severe azioni disciplinari contro i club che si sono iscritti alla fantomatica competizione e devono ancora prenderne nettamente le distanze: si potrebbe arrivare alla punizione massima nell’ambito del percorso disciplinare dell’UEFA, che è una squalifica di due anni dalla Champions League o dall’Europa League. L’UEFA ha infatti trascorso gli ultimi dieci giorni in fitte conversazioni con i 12 club, nel tentativo di concordare una sanzione minore in cambio di un impegno formale definitivo a non proseguire nel progetto della Superlega. L’accordo sarebbe stato raggiunto con sette club fino a questo momento: Arsenal, Atletico Madrid, Chelsea, Liverpool, Manchester City, Manchester United e Tottenham. Anche l’Inter sarebbe vicina all’intesa, anche se al momento non è ancora stata raggiunta.
I restanti quattro club fondatori, ovvero Juventus, Milan, Real Madrid e Barcellona, hanno finora mantenuto le loro posizioni e potrebbero dunque dover affrontare il processo disciplinare dell’UEFA per aver violato l’articolo 51 dello statuto. Questi club ritengono peraltro di essere in una posizione di forza, poiché i documenti originali depositati presso UEFA e FIFA affermavano che la Superlega chiedeva “il permesso” di giocare la competizione ed il suo “riconoscimento” piuttosto che staccarsi dall’organizzazione. Secondo fonti vicine al gruppo, l’UEFA violerebbe un’ingiunzione emessa da un tribunale di Madrid se dovesse avviare un procedimento disciplinare.