Notre Dame – Nel frenetico lavoro di ricostruzione, ancor oggi non si è fatta piena luce sull’incendio avvenuto a Notre Dame di Parigi quel 15 Aprile del 2019, in una Francia dove anche nel periodo di covid 2021 (nel silenzio quasi generale) vanno a fuoco chiese e cattedrali in varie zone del Paese.
Oggi però focalizziamo la nostra attenzione ricordando lo sgomento di quelle tragiche ore trascorse davanti all’incendio che colpì parte della cattedrale parigina di Notre Dame.
QUEL DRAMMATICO GIORNO
Secondo il procuratore di Parigi Rémy Heitz, un primo allarme antincendio era stato segnalato alle 18:20, cinque minuti dopo l’inizio della messa. Dopo una procedura di controllo, senza aver rilevato alcun incendio a causa di un errore del computer sull’unità di controllo degli ufficiali di sicurezza dell’edificio, causato dall’attivazione erronea di un rilevatore di sicurezza, vengono trasmessi dei messaggi in francese e inglese chiedendo ai visitatori di restare calmi e di evacuare l’edificio. Due minuti dopo che le persone presenti sono rientrate nell’edificio alle 18:43, un addetto alla sicurezza scopre le fiamme sul telaio, attivando un secondo avviso. Arrivati quindici minuti dopo il secondo allarme, i vigili del fuoco non riescono a domare l’incendio.
Alle ore 19:50, a notizia ormai diffusa in tutto il mondo, il pubblico di televisione e social media ha assistito al crollo ripreso in diretta della flèche sbriciolata dalle fiamme.
Il fuoco sembra diminuire gradualmente di intensità, nonostante abbia regolari conflagrazioni silenziose che improvvisamente raddoppiano l’altezza delle fiamme e rilasciano un voluminoso fumo giallo, a causa della combustione di rame e lega di piombo. Queste conflagrazioni regolari potrebbero essere state causate dal cantiere ma restano dei dubbi. Alle 20:59, il fuoco sembra aver riacquistato intensità, arrivando a toccare la torre nord della cattedrale. Alle 21:07, un giornalista di France Info presente sull’Île de la Cité nota che la torre nord sta iniziando a prendere fuoco, ciò viene confermato subito dopo da Reuters.
Alla domanda sulla possibilità di far cadere l’acqua a bassa quota, la Direzione della Sicurezza Civile riferisce di non voler ricorrere a questa soluzione poiché il peso dell’acqua potrebbe indebolire la struttura della cattedrale. Una delle difficoltà delle operazioni per combattere contro il fuoco è però l’assenza di una colonna a secco nella costruzione della cattedrale.
Intorno alle 22:50, il generale Jean-Claude Gallet, comandante dei vigili del fuoco di Parigi, ha annunciato che le torri erano salve, l’azione dei vigili del fuoco ha contribuito a fermare la diffusione verso la torre nord.
Il 16 aprile, intorno alle 4:00 del mattino, il tenente colonnello Gabriel Plus, portavoce dei vigili del fuoco di Parigi, ha annunciato che l’incendio era sotto controllo e che era parzialmente estinto.
Alle 9:50, ha riferito che l’incendio era stato spento e che era necessario passare alla fase d’ispezione per esaminare tutte le strutture e determinare le condizioni del loro consolidamento.
Il fuoco ha mobilitato più di seicento vigili del fuoco, supportati da diciotto lance e diversi camion su larga scala.
DANNI INCENDIO NOTRE DAME
L’incendio ha causato la perdita integrale del tetto (con copertura in tegole di piombo terminata nel 1326, e intelaiatura lignea risalente prevalentemente al 1220-1240 e ricostruita nel XIX secolo nell’area del transetto[40]) e della flèche (ricostruzione neogotica realizzata nel 1858-1859 su disegno di Eugène Viollet-le-Duc in sostituzione di quella originaria duecentesca, demolita nel corso della Rivoluzione francese; il collasso della copertura ha comportato il crollo parziale della volta nell’area della navata centrale (vele tra la quarta e quinta campata) e del transetto (crociera – che ha danneggiato i sottostanti ambone e altare maggiore moderni – e vela settentrionale della volta interna del transetto di sinistra), nonché il distacco di alcune pietre in quella del coro, ed ha minato la stabilità dei timpani triangolari apicali delle due testate del transetto, in particolare di quello della facciata settentrionale.
Degli organi a canne della cattedrale, quello maggiore (situato sulla cantoria in controfacciata) non ha ricevuto ingenti danni né al suo interno dalla fuliggine, né all’esterno dall’acqua dei vigili del fuoco, mentre quest’ultima ha colpito pesantemente l’organo del coro.
PERSI I DUE CONCERTI
Nell’incendio sono andati perduti i due concerti, di tre campane ciascuno, che erano collegati all’orologio situato nel sottotetto del transetto sud, realizzato nel 1867 da Armand-François Collin, i cui quattro quadranti si trovavano sugli spioventi della navata trasversa: quello situato all’interno del secondo piano della base della flèche (installato nel 1866) e quello posto nel sottotetto immediatamente al di sopra della volta della crociera, udibile dall’interno della chiesa. Il Ministero della Cultura francese ha annunciato che molti tesori, come la Sacra Corona o la tunica di San Luigi (una camicia appartenuta al re Luigi IX), sono stati salvati. È anche il caso di altre reliquie e di molte opere d’arte: un frammento della “Vera Croce” e un chiodo della Passione, così come tutte le opere conservate nel “tesoro”, inclusa la Visitazione di Jean Jouvenet e la Grande Pietà di Nicolas Coustou. Determinante è risultato il ruolo di Jean-Marc Fournier, sacerdote e cappellano dei vigili del fuoco di Parigi, nel salvataggio della corona di spine, la tunica di San Luigi e il Santissimo Sacramento.
STATUE DI RAME SALVE
Per quanto riguarda le sedici statue di rame (i dodici apostoli e quattro evangelisti) installate da Viollet-le-Duc alla base della guglia, erano state appena rimosse dal sito l’11 aprile 2019 per essere trasferite in Dordogna.
Ma a che punto siamo a due anni dal rogo?Le operazioni di sgombero, consolidamento e pulizia del monumento sono ormai quasi terminate, e i rischi di crollo delle strutture danneggiate eliminati. Ogni tappa è segnata da procedure macchinose: l’enfasi della loro copertura mediatica, così come il loro costo sbalorditivo, tutto ciò può far perdere di vista le sfide dell’intervento.
La scadenza di cinque anni fissata arbitrariamente da Macron per il completamento del progetto significa che deve essere fatto rapidamente: non c’è spazio per il dibattito. Lo smantellamento della gigantesca impalcatura con tubi fusi e saldati eretta all’incrocio del transetto per il previsto restauro della guglia è stato posto al centro dell’attenzione, senza mai mettere in discussione la sproporzione di questa foresta di metallo che nessuna operazione di questo tipo – il restauro di una guglia – ha mai dato luogo sul suolo francese. Dopo l’incendio, questo eccesso trovò una logica estensione nelle misure di consolidamento, che portarono in particolare all’installazione di una proliferazione d’impalcature ed elevatori, il cui eccesso fu stigmatizzato dagli esperti, così come l’incondizionato irrigidimento dell’intera navata.
La spettacolare installazione di 28 centine di 8 tonnellate ciascuna, poste sotto i contrafforti per contrastare la possibile spinta delle pareti nel vuoto – anche a livello delle campate non danneggiate – ha richiesto il consolidamento di tutte le strutture sottostanti
Qualsiasi tentativo di consultazione a livello tecnico, architettonico o di patrimonio è stato respinto perché rischiava di ostacolare la tabella di marcia.
GIOCHI OLIMPICI 2024
Molti hanno criticato la fretta adottata per un imperativo del calendario – i Giochi olimpici del 2024 – che le generazioni future giudicheranno presto irrisorio. Un desiderio d’immediatezza che, nel XIX secolo, non avrebbe mai permesso a Lassus e Viollet-le-Duc di passare da una campagna di manutenzione certo rilevante all’intervento di grande respiro dove la Chiesa e lo Stato si sono riconosciute contemporaneamente.
La volumetria dell’edificio prima dell’incendio verrà così ristabilita con quercia e piombo, secondo le tecniche tradizionali, come se non fosse possibile d’istituire nuovi legami tra Notre-Dame e il mondo contemporaneo.
Sotto i riflettori delle telecamere, Georgelin e i principali attori del restauro filologico, tra cui il ministro della Cultura, si sono recentemente recati nella foresta di Bercé (regione della Sarthe) per assistere alla selezione degli alberi centenari necessari al restauro della guglia. Ora, la Municipalità si prepara a lanciare una consultazione internazionale per la riqualificazione della zona intorno alla Cattedrale – piazza, cripta, banchine e strade adiacenti – con quattro gruppi di architetti da selezionare entro fine estate.