Calcio – Coppa Italia: la Juventus in finale tra le polemiche

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Calcio – La prima finalista dell’edizione 2021 della Coppa Italia è la Juventus. Alla fine il risultato dell’andata è stato decisivo e la partita di Torino verrà ricordata più per la lite Conte, Agnelli che per il calcio giocato.

La Juventus resiste agli assalti dell’Inter pareggiando per 0-0 la gara di ritorno, e vola in finale di coppa Italia per la 20/a volta. I bianconeri, malgrado il turnover, hanno confermato di attraversare un momento favorevole in fase difensiva: un solo gol preso negli ultimi 668′, porta inviolata allo Stadium da 496′. Merito soprattutto di un Demiral smpre più leader e di un sontuoso de Ligt, che non hanno fatto rimpiangere Bonucci e Chiellini, annullando, di fatto, i temuti Lautaro e Lukaku.

Conte, privo degli squalificati Vidal e Sanchez, ha deciso inizialmente di giocarsi le proprie chance rilanciando Hakimi e Lukaku, spostando Dartmian a sinistra e inserendo Eriksen in cabina di regia accanto a Brozovic. Pirlo ha replicato riproponendo, di fatto, la stessa squadra dell’andata con una sola novità: l’inserimento a destra in difesa di Danilo con il conseguente innalzamento a centrocampo di Cuadrado.

L’Inter in avvio ha deciso di aspettare la Juve che ha puntato a gestire palla e tempi di gioco. I nerazzurri hanno badato a non scoprirsi e poi sono ripartiti velocemente, sfruttando soprattutto la corsia di destra grazie alla velocità di Hakimi.  Dapprima un suo cross non è stato sfruttato a dovere da Lautaro, che ha lisciato la conclusione di destro da buona posizione, nella seconda si è procurato una punizione dal limite che Eriksen ha crossato per Lukaku che di pancia da due passi l’ha deviata malamente a lato. Quindi Lautaro sugli sviluppi di un angolo, si è ritrovato il pallone sul destro a porta spalancata ma lo ha calciato male al volo effettuando, di fatto, un traversone in mezzo. La Juve ha capito di dover rialzare il baricentro e, nel finale, si è affacciata in avanti impegnando per la prima volta Handanovic con un sinistro di Ronaldo.

Nella ripresa l’Inter ha rischiato il tutto pr tutto attaccando a testa bassa ma per 20′ non è andata oltre un sinistro alto dal limite di Hakimi e una verticalizzazione di Eriksen per Lautaro, chiuso da Buffon in uscita. Conte ha cercato di aumentare la spinta inserendo prima Perisic per Darmian e poi cambiando Eriksen e Bastoni con Sensi e Kolarov ma l’Inter ha faticato a risistemarsi. E la Juve, con McKennie gettato nella mischia al posto di Bernardeschi, ha cercato di approfittarne mancando, però, tre buone opportunità con Ronaldo (2) e Kulusevski. Nel finale all’arma bianca, con la Juve chiusa a doppia mandata con la difesa a 5 e l’ingresso di Chiellini, l’Inter ci ha provato ancora ma non è stata fortunata: due conclusioni di Sensi sono state fortunosamente deviate in angolo da Sandro, poi è toccato ancora a Hakimi e a Lukaku, in pieno recupero, non riuscire a centrare la porta.

Conte a fine partita

“Peccato, avremmo dovuto concretizzare meglio alcune occasioni create”. Antonio Conte recrimina per l’eliminazione. “Abbiamo cercato di segnare fino alla fine sapendo che loro sarebbero potuti andare ancora di più in difficoltà. Ci abbiamo messo voglia e determinazione ma non sono bastate. Abbiamo pagato caro il ko dell’andata per dei regali fatti. Dobbiamo imparare dagli errori e ripartire. Dobbiamo ancora lavorare per cercare di arrivare dove vogliamo. Ancora non ci siamo ma è vero che ora mettiamo paura a tutti”.

Sui singoli Conte aggiunge: : “Lautaro? Quando parlo di percorso di crescita parlo anche di lui. Non dimentichiamo che è un ragazzo di 22 anni, al secondo anno da titolare. Lukaku? Nelle ultime partite non è sembrato al 100%. E’ meno brillante del solito ma anche oggi ha dato il massimo sul pieno dell’impegno”.

Sulla scelta di Eriksen: “L’ho messo perché volevo due registi in campo per fare la partita. E ci siamo riusciti. Ha fatto la sua parte, sono contento di quanto ha dato. Sensi indietro nelle gerarchie? Ha vissuto un anno sfortunato: è stato bersagliato dagli infortuni. Sta riprendendo pian piano confidenza con il campo. Diamogli tempo”, conclude.

PIRLO “L’ALLEGRIANO”

Sono diventato un ‘Allegriano’? Se ciò significa vincere ciò che ha vinto lui, potete anche chiamarmi così…”. Andrea Pirlo accoglie con un sorriso l’etichetta di allenatore difensivista. “Io penso a ciò che dobbiamo fare, ogni partita la prepariamo in modo diverso. L’Inter non ha quasi mai tirato in porta, Handanovic è stato il migliore in campo e siamo soddisfatti anche di questo. Ma non abbiamo fatto ancora niente, ci sono altri obiettivi da centrare”.

La crescita del reparto difensivo

La chiave dei successi bianconeri è nella ritrovata solidità difensiva. Cambiano gli interpreti ma la squadra fa sempre benissimo “Demiral e De Ligt hanno dimostrato di essere grandissimi giocatori”, sottolinea il tecnico bianconero. “Ho la fortuna di avere quattro centrali tutti con caratteristiche diverse. Ci difendiamo col 4-4-2 ma in fase di impostazione giochiamo diversamente, decidiamo i modi di uscire in base a come ci vengono a prendere gli avversari – spiega – Ronaldo, Morata e Dybala insieme? Non li ho ancora avuti tutti e tre a disposizione, dall’inizio dell’anno non è ancora successo: quando avrò questa fortuna speriamo di trovare una soluzione perché innalzerebbe la nostra qualità”. Il mister della Juventus sulla lite tra Conte e Agnelli ha aggiunto: “Non ho visto, sono entrato negli spogliatoi. Avevo altri pensieri”.

Già la lite, un bruttissimo spettacolo soprattutto per i tantissimi ragazzi che seguono il calcio. Episodi che si verificano spesso sui campi di calcio ma che l’assenza dei tifosi amplifica e mette a nudo negli stadi deserti.

Così eccoci, per dovere di cronaca, costretti a ricordare quanto avvenuto subito dopo la conclusione della partita.  Le telcamere hanno inquadrato il presidente bianconero Andrea Agnelli mentre scendeva, furioso, le scale della tribuna. Il labiale è piuttosto chiaro: “Vaff…  stai zitto ora cogl…”, sembra dire Agnelli rivolto verso il campo.

Lo sfogo era probabilmente diretto ad Antonio Conte: tra i due all’intervallo c’era stato già un scambio piuttosto acceso. Il tecnico nerazzurro ha mostrato il dito medio rivolto verso la tribuna accompagnandolo con una parolaccia. Destinatari lo stesso Agnelli e il vicepresidente Nedved. I primi attriti tra Conte e la panchina della Juve sarebbero nati in occasione dell’ammonizione a Darmian. Insulti sarebbero volati anche tra Paratici e Oriali. Per capire se la Procura federale aprirà un’inchiesta su quanto successo bisognerà aspettare le decisioni del giudice sportivo che riceverà il rapporto degli arbitri e degli ispettori federali presenti allo Stadium.

Nel dopo partita, parlando ai microfoni della Rai, Conte ha poi detto: “Non c’è niente da dire, bisognerebbe che ci fosse più sportività e rispetto per chi lavora. Le fonti della Juventus dovrebbero dire la verità, penso che il quarto uomo abbia sentito e visto cosa è successo per tutta la partita. Bisognerebbe essere più educati”.

AGNELLI E CONTE

Andrea Agnelli e Antonio Conte che, da presidente e allenatore, tanto avevano costruito e vinto con la Juve, dal settimo posto ai tre scudetti filati ora sembrano mal sopportarsi dall’estate 2014, quando il tecnico aveva salutato tutti, al secondo giorno di ritiro. Per bisticci e confronti, ruvidi nei modi, a proposito di mercato e rinnovamento della rosa.

È bastato che Conte esplodesse per un rigore — inesistente — con quella veemenza che tante volte aveva avuto allo Stadium, da padrone di casa. È da lì che si sono innescate le pernacchie, gli urli, le parole, da panchina a panchina, e gli insulti dalla tribuna (sostiene l’Inter), amplificate dall’assenza del pubblico nell’arena, e catturate dai microfoni a bordo campo. Va così che, all’intervallo, infilandosi nel tunnel, l’allenatore interista alzi il dito medio, quasi furtivamente, mezzo coperto, ma ben visibile da chi era seduto in tribuna. Ed è a quel dito che Agnelli farà riferimento alla fine, gridando verso il tecnico nerazzurro parole altrettanto poco carine: da trance agonistica. Ma dal mondo del calcio d i suoi protagonisti continuiamo ad illuderci di poter avere di più, molto di più!

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