Papa Francesco: un “mondo senza fratelli è un mondo di nemici”

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Papa – L’intervento di Papa Francesco in occasione della celebrazione “virtuale” per la prima Giornata Internazionale della Fratellanza Umana e della presentazione dei vincitori del primo Premio Zayed 2021 per la Fratellanza Umana – assegnato a Latifa Ibn Ziaten e ad António Guterres – è pieno di gratitudine per i “compagni di cammino” nel percorso avviato due anni fa ad Abu Dhabi, con il documento sulla Fratellanza umana.
Papa Francesco ringrazia prima di tutto il Grande Imam di Al-Azhar Ahmed Al-Tayyeb, accanto a lui nella celebrazione trasmessa in streaming, chiamandolo “mio fratello, mio amico, mio compagno di sfide e di rischi nella lotta per la fratellanza”. Lo ringrazia “per la compagnia nel cammino per la riflessione e la redazione” del documento, realizzato per “affermare la fratellanza” da “sorelle e fratelli”.


“La sua testimonianza – confida il Pontefice rivolto sempre al Grande Imam – mi ha aiutato molto perché è stata una testimonianza coraggiosa”. Non era “un compito facile – ammette poi – ma con lei abbiamo potuto farlo insieme, e aiutarci reciprocamente”. Così, prosegue con entusiasmo Papa Francesco “quel primo desiderio di fratellanza si è consolidato in vera fratellanza. Grazie fratello, grazie”.
Il Papa ringrazia poi lo Sceicco Mohammed bin Zayed, principe ereditario di Abu Dhabi, “per tutti gli sforzi compiuti perché si potesse procedere in questo cammino” e per aver “creduto nel progetto”. Infine ringrazia anche il moderatore della celebrazione, il giudice Abdel Salam, segretario del Comitato superiore per la Fratellanza umana, chiamandolo “l’enfant terrible” di “tutto questo progetto” e definendolo “amico, lavoratore, pieno d’idee, che ci ha aiutati ad andare avanti”.
Il grazie finale è a tutti e tre i suoi “compagni di cammino”, e a chi “ha scommesso sulla fratellanza” la “nuova frontiera dell’umanità”, perché “o siano fratelli o ci distruggiamo a vicenda”.

Oggi non c’è tempo per l’indifferenza. Non possiamo lavarcene le mani. Con la distanza, con la non-curanza, col disinteresse. O siamo fratelli, permettetemi, o crolla tutto. È la frontiera. La frontiera sulla quale dobbiamo costruire; è la sfida del nostro secolo, è la sfida del nostro tempo.
Fratellanza, prosegue Francesco, “vuol dire mano tesa”, “rispetto”. Vuol dire “ascoltare con il cuore aperto” e “fermezza nelle proprie convinzioni. Perché non c’è vera fratellanza se si negoziano le proprie convinzioni”.
Siamo fratelli, nati da uno stesso padre. Con culture e tradizioni diverse, ma tutti fratelli. E rispettando le nostre culture e tradizioni diverse, le nostre cittadinanze differenti, bisogna costruire questa fratellanza. Non negoziandola.
Questo, spiega il Pontefice, “è il momento dell’ascolto”, “dell’accettazione sincera”, “ della certezza che un mondo senza fratelli è un mondo di nemici”.
Voglio sottolinearlo: non possiamo dire o fratelli o non fratelli. Diciamolo bene, o fratelli o nemici. Perché l’indifferenza è una forma molto sottile d’inimicizia. Non c’è bisogno di una guerra per essere nemici. Basta essere indifferenti. Basta questa tecnica – è diventata una tecnica – questo atteggiamento di guardare dall’altra parte, non curandosi dell’altro, come se non esistesse.
E conclude con un nuovo grazie al “caro fratello Grande Imam”: “per il tuo aiuto”, “per la tua testimonianza” e “per questo cammino che abbiamo fatto insieme”. Dopo la presentazione del primo dei vincitori del Premio Zayed per la Fratellanza Umana, il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, Papa Francesco si congratula con lui, presente alla celebrazione “virtuale” e lo ringrazia “per tutti gli sforzi che compie per la pace. Una pace – aggiunge – che si può ottenere solo con un cuore fraterno”.
Infine dopo la presentazione e le parole della seconda premiata, il Papa si rivolge a Latifa Ibn Ziaten, capace di trasformare, nelle periferie e nelle carceri francesi, il dolore per la morte violenta del figlio nell’esperienza di essere una “seconda madre” per tanti giovani, prevenendo radicalismi. Sottolinea che “le tue ultime parole non sono dette per sentito dire o per convenzione, ‘siamo tutti fratelli’. Sono una convinzione”. Una convinzione, spiega il Pontefice, “plasmata nel dolore, nelle tue ferite”.
Hai dedicato la tua vita al sorriso, hai dedicato la tua vita alla mancanza di risentimento e, attraverso il dolore di perdere un figlio – solamente una madre sa cosa vuol dire perdere un figlio – attraverso questo dolore, sei riuscita a dire “siamo tutti fratelli”, e a seminare parole di amore.
Le ultime parole di Papa Francesco nelle celebrazione sono di ringraziamento a Latifa “per la tua testimonianza”, e “di essere madre di tuo figlio, di tanti ragazzi e ragazze, di essere madre oggi di questa umanità che ti sta ascoltando e che impara da te: o il cammino della fratellanza, o fratelli, o perdiamo tutto”.
La fratellanza è una musica dolce da suonare insieme, sono le speranze e i sogni di tanti giovani scritti su un pezzo di carta e appesi ai rami di un albero che il vento accarezza. Queste le immagini che aprono e chiudono la cerimonia ad Abu Dhabi per commemorare la prima Giornata Internazionale della Fratellanza Umana, istituita dall’Onu lo scorso dicembre, a ricordo della firma – 4 gennaio 2019 – del Documento sulla Fratellanza umana per la Pace mondiale e la Convivenza comune da parte del Papa e del Grande Imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyeb.
A tal proposito ed anche in risposta alle parole di Papa Francesco ecco il discorso del grande Imam.
“Mio fratello Papa Francesco, amico sulla via della fraternità e della pace”. All’incontro virtuale l’intervento del Grande Imam di Al-Azhar, punto di riferimento mondiale per l’islam sunnita, si snoda proprio a partire dall’esperienza concreta della fraternità da lui vissuta con il Papa in questi anni. Un cammino fatto di incontri fino alla firma del Documento sulla Fratellanza Umana a Abu Dhabi il 4 febbraio del 2019. Una data a cui si richiama, nel suo discorso, ricordandolo come la celebrazione del Documento sulla Fratellanza Umana sia la celebrazione di uno storico evento mondiale che invita alla cooperazione e alla fine delle guerre, promuovendo l’armonia e la tolleranza e rifiutando, dunque, “le politiche di intolleranza, odio e potere”. “Una pietra miliare” in questo percorso è rappresentata dal messaggio di Papa Francesco che “siamo tutti fratelli”. Il Grande Imam di Al-Azhar lo ringrazia con rispetto e ammirazione, rinnovando il suo impegno a continuare a lavorare per il resto della sua vita con il Papa, con i fratelli studiosi di ogni religione e con ogni sostenitore della pace “per rendere i principi di fratellanza umana una realtà in tutto il mondo”. Da qui il suo auspicio concreto che il 4 febbraio sia “ogni anno un campanello d’allarme per il mondo e per i suoi leader, che li spinga a consolidare i principi della fratellanza umana”. Necessario per applicare il Documento, evidenzia, la convinzione solida “del fatto che siamo tutti fratelli con il diritto di vivere in pace”.
L’ammirazione del Grande Imam va anche allo sceicco Mohammed bin Zayed che, ricorda, porta avanti l’eredità benevola del padre per sponsorizzare il Documento. Il suo saluto si rivolge anche al Comitato Supremo per la fratellanza umana per il suo impegno ad applicare i gli obiettivi del Documento, auspicando che siano sempre “un barlume di speranza e una fonte di ammirazione per tutti coloro che percorrono questo difficile percorso”. Quindi, si richiama al premio Zayed che rappresenta un’iniziativa globale per raggiungere gli obiettivi del Documento. Più avanti, nel corso dell’odierno incontro virtuale, saluta anche lui, come fa il Papa, i due vincitori del riconoscimento dell’edizione 2021. Al segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres ricorda che merita di essere onorato essendo “una delle colonne portanti della pace mondiale, probabilmente – afferma – la colonna più forte di tutte nel conseguimento della pace mondiale”. Chiama, poi, “eroina” e “modello per tutto il mondo”, Latifa, la mamma che ha perso uno dei suoi cinque figli a causa del terrorismo e che da allora si è impegnata per costruire vie di pace specie fra i giovani. La mamma che, con la sua pazienza, ha trasformato il suo dolore “in un dono per tutta l’umanità”, in “un messaggio di pace che ha diffuso e con cui – sottolinea Al-Tayyeb – ci incoraggia tutti a combattere il mostro oscuro che è il terrorismo”.
Di fratellanza e dell’importante contributo venuto dal Documento di Abu Dhabi parla, in un contributo, il Primate della Comunione Anglicana Justin Welby, arcivescovo di Canterbury, ribadendo che il testo ispira a fare insieme e “ci chiama ad agire in solidarietà”. “E’ l’amicizia – spiega – che conta per cambiare quello che facciamo”. Nell’amicizia nasce la fratellanza. Per Charles Michel, presidente del Consiglio Europeo, più ci guardiamo da lontano e più notiamo le differenze ma è il dialogo che permette “la comprensione, la comprensione ispira la tolleranza e la tolleranza conduce al rispetto e questa catena di virtù rende possibile la pace e la fratellanza”. Un appello ai giovani è venuto da Mohamed Abdel Salam, segretario del Comitato Superiore per la Fratellanza umana. “Non smettete di sognare, siate ottimisti, pensate al futuro – conclude – con un sorriso”.n




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