Ungheria -I migranti passano sotto terra: ecco i tunnel per arrivare in Europa

304

Ungheria – Ora la nuova rotta migratoria verso l’Europa passa anche sottoterra. La polizia ungherese  ha scoperto due tunnel presi d’assalto dai migranti al confine meridionale con la Serbia.

Quella delle gallerie clandestine sta diventando l’espediente privilegiato per aggirare l’ostacolo della barriera metallica voluta da Viktor Orban nel 2015 per contrastare la crisi migratoria lungo la rotta balcanica. Si concentarno tra Csikeria (contea di Bask Kiskun) e Morahalom, le due località più vicine al territorio serbo. Secondo gli agenti i cuniculi vengono scavati dalla filiera che gestisce il traffico per far passare immigrati che arrivano da Oriente, soprattutto siriani, afghani, iracheni spinti lungo il corridoio balcanico. Poi, quando i controlli si fanno più stretti o si incontrano ostacoli fisici come barriere e reticolati, le alternative si cercano sotto terra.

La portavoce della polizia della contea di Csongràd, Szilvia Szab, ha detto al quotidiano Magyar Horlap che la scoperta è stata fatta dopo che gli agenti hanno arrestato 26 immigrati illegali vicino al confine. Tutti afghani e siriani. Durante la perquisizione dell’area di Csikeira, la polizia ungherese ha trovato un tunnel nascosto sotto le sterpaglie. Sedici metri scavati sotto terra che dalla vicinissima Serbia portano direttamente in Ungheria. Subito dopo le guardie di frontiera hanno scoperto un altro cunicolo, questa volta di 34 metri, a Mórahalom, nella contea di Csongrád-Csanád. Un segno tangibile, secondo le forze dell’ordine, che il business illegale con la fine del lockdown è ripreso eccome.

Già un anno fa, infatti erano stati individuati due passaggi, uno sempre a Csikeria e l’altro a Asotthalom, nel sud dell’Ungheria a pochi km dalla frontiera serba. Anche qui scoperti dopo aver fermato 44 migranti colti in flagrante. Poi con il coronavirus gli affari sulla tratta sotterranea sono precipitati: frontiere serrate, campi frofughi plindati e giro di vite anche all’immigrazione clandestina tra Serbia e Ungheria. Passata l’emergenza sanitaria però, il flusso dei migranti è ripreso. Quest’anno 18mila persone hanno tentato di attraversare illegalmente il confine serbo-ungherese, e il numero di trafficanti arrestati è salito a 207. Da giugno 2020 le pattuglie di frontiera hanno scoperto sedici tunnel sotto la recinzione del confine. In risposta, le autorità ungheresi, oltre a rinforzare il perimetro esterno della recinzione, stanno costruendo una barriera a maglie sottoterra. Un investimento indispensabile, secondo l’ufficiale di polizia ungherese Zoltán Boross, per contenere la pressione in crescita al confine sud: “Dopo il 21 maggio – dice – quando l’esercito serbo ha aperto i campi profughi, chiusi a causa dell’epidemia di coronavirus, la migrazione dalla Romania e dalla Serbia è aumentata notevolmente”. Solo la scorsa settimana la polizia e le guardie di frontiera hanno bloccato l’ingresso di 147 immigrati clandestini, rispedendoli nel loro paese di ingresso (soprattutto Serbia, Romania e Ucraina).

Il business illegale dei migranti è tornato fiorente, dunque, con il più alto numero di trafficanti in manette dalla crisi migratoria del 2015. Ma negli ultimi tempi sono stati catturati non solo contrabbandieri siriani, afgani, ucraini e rumeni, ma anche sempre più ungheresi si danno traffico di uomini. A fare gola e a garantire la sostenibilità della filiera è il prezzo competitivo. Oggi un passaggio sotterraneo dalla Serbia all’Ungheria con scorta garantita fino all’Austria costa circa 3.500-4.000 euro o dollari. Quindi, un ottimo affare rispetto all’alternativa via Bosnia e Croazia, più cara e soprattutto più rischiosa. La tattica sotterranea è la stessa usata dai contrabbandieri degli anni Novanta e dei primi anni 2000 che, durante le guerre jugoslave e gli embarghi, hanno costruito i primi tunnel per trasportare armi e carburante. Ma i nuovi trafficanti convertiti all’affare dei migranti hanno un’arma in più. Con i soldi incassati acquistano droni, telefoni satellitari, telecamere per monitorare le aree di passaggio e sfuggire ai controlli della polizia. Tutto per portare più gente possibile a ovest prima di un’eventuale seconda ondata dell’epidemia. E soprattutto prima di un altro lockdown che azzererebbe la tratta.




Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *