Recovery Fund, strada in salita

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Recovery Fund –  Il Governo italiano appare soddisfatto, le opposizioni non si fidano, i cittadini italiani sono divisi. Cerchiamo di fare chiarezza (per quanto possibile) sul Recovery Fund.

La Commissione europea ha fatto la sua proposta, ora però dopo le parole è il momento di mettersi davanti ad un monitor e vedere che cosa riuscirà a fare la politica per una strada che si annuncia tutta in salita.

“Qualcosa che è iniziato come un virus invisibile è diventato una crisi economica gigantesca, mai vista prima. Nessun Paese può superarla da solo”. Con queste parole, la Presidente della Commissione UE Ursula von der Leyen ha alzato il velo su  “Next Generation Eu”, il piano straordinario che mobilita la cifra monstre di 750 miliardi di euro di cui 500 a fondo perduto e 250 miliardi di prestiti.

All’Italia andrebbero complessivamente 172,7 miliardi, di cui circa 81 di aiuti a fondo perduto e 91 di prestiti. Una somma che rappresenta la quota più alta destinata a un singolo Paese.

Ma il cammino verso il risultato (o meglio l’accordo) è pieno di “se” e di “ma”!

desso che Palazzo Berlaymont ha messo le carte sul tavolo, inizia, infatti, la “partita tecnica” sul piano politico con il rischio concreto che il meccanismo possa incepparsi.  Servirà, infatti, l’unanimità dei 27 e il semaforo verde del Parlamento europeo (decisamente più facile a dirsi che a farsi).

non fa ben sperare la non incoraggiante frenata dell’Olanda, parte del gruppo dei cosiddetti “Paesi frugali” che si è subito “sfilata” segnalando come le posizioni sono ancora lontane per un dossier che “richiede l’unanimità”.

La pensa così anche l’Austria del giovane premier Sebastian Kurz secondo il quale  la proposta della Commissione Ue è un “punto di partenza”. La Merkel, intanto, ha fissato un obiettivo: l’autunno prossimo, “in modo che possa entrare in vigore entro il primo gennaio 2021“.

La partita sarà lunga e delicata ed è necessario segnalare che gli aiuti sono necessari subito.

E soprattutto ma con quali regole questi soldi verranno erogati? Qualcuno verrà in qualsiasi momento a controllare l’Italia e ad imporre al governo eventuali interventi drastici contro i cittadini?

Ma questi aiuti si sostituiranno ai fondi strutturali che già riceviamo e che sono quelli che già paghiamo da anni?

E sui soldi in prestito, con quali modalità dovranno essere restituiti?

Tante domande, poche risposte e tante parole! Purtroppo quando l’economia soffre le chiacchiere non servono se non alla lingua preferita di governanti, “il politichese”.

 




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