Editoria – È uscito in queste ore il nuovo volume edito dalla Fondazione Benetton Studi Ricerche con Viella: “Giochi diplomatici. Sport e politica estera nell’Italia del secondo dopoguerra” di Nicola Sbetti (Treviso-Roma 2020), acquistabile anche in edizione digitale sul sito www.viella.it.
All’indomani della Liberazione l’Italia era ancora considerata un paese vinto e ciò comportò delle inevitabili ripercussioni anche in ambito sportivo. Gli atleti azzurri non vennero inizialmente coinvolti nella ripresa delle attività e in alcune federazioni internazionali si arrivò persino all’esclusione o alla sospensione dell’Italia.
Partendo dall’assunto che, in virtù della sua elevata visibilità, lo sport, pur essendo un fenomeno periferico e non vitale del sistema politico internazionale, rappresenta tanto una variabile quanto uno strumento di politica estera, il libro di Nicola Sbetti mira a rispondere a una serie di interrogativi.
Perché, al contrario di Germania e Giappone, l’Italia poté partecipare alle Olimpiadi del 1948? In quali proporzioni l’eredità del fascismo e la guerra fredda influenzarono la ripresa internazionale dello sport italiano? In che modo i primi governi repubblicani utilizzarono lo sport come strumento di politica estera? E come invece le istituzioni sportive e gli atleti si allinearono a quest’ultima?
Dopo aver analizzato quali furono gli attori e le istituzioni del sistema sportivo italiano e internazionale del decennio 1943-1953, il volume ripercorre cronologicamente il cammino dello sport azzurro dalla quarantena dell’immediato dopoguerra alle assegnazioni olimpiche di Cortina 1956 e di Roma 1960. Particolare attenzione è dedicata alla ripresa dei rapporti sportivi bilaterali e alla rilegittimazione italiana presso il Comitato Olimpico Internazionale e le singole federazioni.
Il volume è inoltre arricchito da alcuni casi di studio in cui da un lato si mette in luce come la politica internazionale (dalla guerra fredda alla formazione del Territorio Libero di Trieste) abbia influenzato la proiezione internazionale dello sport italiano e dall’altro come determinate “crisi sportive” (a partire dal ritiro delle squadre italiane dal Tour del 1950) ebbero una ricaduta anche a livello governativo e diplomatico.
Il libro è il quindicesimo della collana “Ludica”, diretta da Gherardo Ortalli e Alessandra Rizzi, nata, a fianco dell’omonima rivista “Ludica. Annali di storia e civiltà del gioco”, per dare spazio a contributi di particolare significato e densità nel campo della storia del gioco, del tempo libero, della festa.
Nicola Sbetti, PhD. Si occupa di storia dello sport in età contemporanea con particolare attenzione all’Italia, ai grandi eventi sportivi internazionali e agli intrecci con la politica. Insegna Storia dell’educazione fisica e dello sport e Sport history and culture presso il dipartimento di Scienze per la qualità della vita dell’Università di Bologna. È membro del direttivo della Società italiana di storia dello sport. Ha pubblicato Giochi di Potere. Olimpiadi e politica da Atene a Londra 1896-2012 (2012) e, con Riccardo Brizzi, Storia della Coppa del mondo di calcio (1930-2018). Politica, sport, globalizzazione (2018). Con Philippe Vonnard e Grégory Quin ha curato Beyond Boycotts: Sport During the Cold War in Europe (2017).