Petrucci – Più restiamo fermi e più soffriamo la concorrenza di altri sport. Aspetto che le leghe di serie A e A2 ci facciano le loro proposte su come ripartire.
C’è una gran voglia di ripartire nel mondo del basket. La “fase 2” della palla a spicchi è fatta di assemblee, idee, proposte e programmazione in vista della stagione 2020/21. Che, pandemia permettendo, potrebbe partire regolarmente a settembre, come ha affermato ieri il presidente della Fip Gianni Petrucci nel corso della trasmissione “Bh Sunday” messa in onda da Fvg Sport Channel Bh Tv: Davide Micalich ha fatto gli onori di casa, in collegamento dalle rispettive abitazioni c’erano anche il presidente del Coni Fvg Giorgio Brandolin e il massimo dirigente della Figc Fvg Ermes Canciani.
Nell’occasione Petrucci si è sbilanciato, facendo chiaramente capire che non si potrà attendere troppo. «Aspetto che le leghe di serie A e A2 ci facciano le loro proposte su come ripartire – ha affermato il numero uno della Fip – c’è un consiglio federale giovedì e approfondirò il discorso. Io dico che non possiamo aspettare novembre o dicembre.
Lo spettro di un avvio di stagione a porte chiuse spaventa le società, che rischiano di perdere gli introiti del botteghino. Petrucci lo sa bene e lo sottolinea, ma fa capire che nel conto vanno messi altri fattori: restare fermi a lungo sarebbe un danno per gli sport di squadra più popolari, a tutto vantaggio di altre discipline, che sfrutterebbero visibilità e possibili entrate pubblicitarie.
«All’inizio ci era stato detto che calcio, basket e presumo anche pallavolo dovrebbero ripartire a porte chiuse. Per noi che non abbiamo i grandi diritti televisivi del calcio, ma abbiamo pochi milioni, è un grosso handicap. Però dobbiamo pensare anche alla concorrenza. Se questi sport popolari non ripartissero, non dico che sarebbe “mors tua, vita mea”, ma c’è una concorrenza di altri sport altrettanto importanti».
In conclusione, lo scenario prospettato da Petrucci è di riprendere in autunno con una manifestazione ufficiale a introdurre il campionato per scaldare i motori. «Sul vaccino se ne dicono tante.
Oggi la realtà è questa. La mia idea personale è di ripartire a ottobre a porte chiuse, con Coppa Italia o qualcosa di interessante che ci proporrà la Lega. Sperando che alla fine dell’anno le porte si possano aprire: andare tutta la vita in giro con le mascherine sarebbe una vita grama sotto tutti i punti di vista. È chiaro che lo sport è in secondo piano, noi siamo importanti ma non siamo la prima necessità del Paese. Però lo sport ti dà quel qualcosa che oggi servirebbe, anche per una rivincita». Mai come in questo momento, la gente ha voglia di un pronto ritorno alla normalità.
Frattanto nell’NBA il campionato professionistico americano di basket, come in tutto lo sport mondiale, l’interrogativo è lo stesso : riprendere a giocare e finire la stagione in corso, oppure considerarla già terminata, a causa del coronavirus ? Società e giocatori sono intenzionati a tornare sul parquet, ma, ovviamente, con la sicurezza garantita. E qui il problema non è di poco conto. Giocare a porte chiuse non sarebbe il solo rimedio in uno sport così fisico, che vede come caratteristica imprescindibile il contatto tra i giocatori.
In questo scenario, naturalmente, si inserisce il potere del business. Attorno alla Nba ruotano interessi enormi legati alle sponsorizzazioni, ai diritti televisivi e agli ingaggi miliardari di giocatori e allenatori. Conciliare le esigenze economiche e quelle sanitarie non è semplice. La salute viene prima di tutto, si dice sempre così, ma i soldi sono, da sempre, elemento condizionante, anche e soprattutto negli Stati Uniti.
In questa atmosfera di estrema incertezza si guarda, comunque, al futuro, al Draft per la stagione 2020/2021, la cerimonia durante la quale le varie franchigie, squadre, scelgono i giocatori e si scambiano i diritti su questi ultimi. Una sorta di mercato del calcio, pur con profonde differenze. La data del Draft, al momento, è confermata al 25 giugno prossimo, ma secondo molti media slitterà e, comunque, per conoscere l’ordine di scelta delle franchigie bisognerà aspettare ancora. Sono stati rinviati, a data da destinarsi, infatti, la cosiddetta “Lottery”, che definisce l’ordine di scelta delle franchigie, prevista in precedenza per il 19 maggio, e il “Draft Combine”, cioè la vetrina organizzata per i giocatori che ambiscono ad essere scelti dalle varie squadre.
I proprietari delle società americane, stando a indiscrezioni giornalistiche e non solo, starebbero valutando la possibilità di far scalare, da ottobre a dicembre, l’inizio del prossimo torneo. La data di partenza potrebbe essere quella di Natale, per sfruttare il cosiddetto “Christmas Day”, giorno in cui l’Nba entra anche nelle case degli americani non appassionati di questa disciplina. Questo sempre con la speranza che si possano giocare quante più partite è possibile con i tifosi sugli spalti e non con i palazzetti off limits per gli spettatori. Le partite di pallacanestro, negli Stati Uniti, non sono soltanto un evento sportivo, ma un vero e proprio spettacolo. Non solo, bisognerà evitare la concorrenza della Nfl, il football americano, che, nei mesi autunnali e invernali, toglie tantissimi ascolti televisivi al basket.