Croazia – Due le scosse ravvicinate una di magnitudo 5.4 e l’altra di 4.6 una alle 5.24 ora locale, l’altra mezz’ora dopo, avvertite anche in Italia, hanno provocando ingenti danni nella città e alcuni feriti, tra cui, grave, un ragazzo di 15 anni, in un primo momento dato per morto, rimasto schiacciato nel crollo di un palazzo in centro. Le immagini che stanno circolando sui media mostrano edifici gravemente danneggiati, auto distrutte dalle macerie e strade coperte di calcinacci. Il quotidiano Vecernji parla anche di danni all’ospedale di Rebro.
Nel Paese la situazione è difficilissima, dato che dalla notte scorsa è in vigore il lockdown volto a limitare la diffusione del Coronavirus e c’è il blocco totale di treni e trasporti pubblici. Il presidente della Repubblica, Zoran Milanovic, è stato messo al sicuro. Il ministero dell’Interno ha invitato tutti a rimanere in strada ma mantenendo la distanza di sicurezza. “Stiamo affrontando due gravi crisi, il terremoto e l’epidemia”, ha dichiarato il ministro dell’Interno, Davor Bozinovic: nelle ultime ore si contano nel Paese altri 29 casi di Coronavirus, con il totale che sale a 235.
Nessun problema invece alla centrale nucleare di Krsko, in territorio sloveno e distante circa 60 km da Zagabria, che continua a operare in modo sicuro e affidabile, senza problemi. Il management dell’impianto continua le ispezioni preventive dei sistemi e degli equipaggiamenti ma per ora non c’è necessità di fermare l’impianto.
Il primo ministro Andrej Plenkovic ha invitato la popolazione alla calma e a rispettare le istruzioni della protezione civile: sia sul rischio di ulteriori scosse di terremoto, sia sul fronte del virus (nel Paese sono stati accertati nelle ultime ore altri 29 casi di coronavirus con il totale che sale a 235.). “Bisogna mantenere la calma e rispettare le regole – ha detto -. Ce la faremo”.
Le due scosse sono avvenute entrambe alla profondità di circa di 10 chilometri, sono state superficiali e per questo sono state avvertitechiaramente anche in Italia, da Trieste fino alle Marche, osserva il sismolgo Alessandro Amato, dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). Il terremoto è avvenuto in una zona che anche in passato è stata colpita da almeno quattro terremoti importanti, fino all’ottavo grado della scala Mercalli, nel 1775, nel 1880, nel 1905 e nel 1906.
A generare il sisma è stato “un meccanismo di tipo compressivo”, ha spiegato Amato, nella zona in cui si incontrano le regioni tettoniche delle Dinaridi, delle Alpi, e del bacino della Pannonia. L’area delle Dinaridi si muove in direzione Nord-Ovest, verso il bordo orientale delle Alpi e con un movimento laterale verso destra rispetto bacino della Pannonia.
I movimenti, segnalati dai Gps, avvengono al ritmo di circa 2 millimetri l’anno. Dalla mappa preliminare degli effetti del terremoto, estratta da oltre 1.500 questionari inviati al servizio “Haisentitoilterremoto” emerge che le scosse sono state avvertite nelle province di Trieste, Venezia, Verona e lungo la costa Adriatica settentrionale fino alle Marche.