Cakcio . Doveva essere l’esame di maturità, invece non sarà così. L’Italia femminile non potrà giocare la finale di Algarve Cup – una delle competizioni più importanti del panorama che si sta svolgendo in Portogallo – a causa dell’allarme Coronavirus. Niente sfida alla Germania, che si trova al secondo posto nel ranking mondiale e che dal 1995 al 2013 è stata capace di vincere 6 Europei e 2 Mondiali. Le azzurre, che non prendevano parte al torneo da 12 anni e che erano arrivate all’ultimo atto eliminando Portogallo e Nuova Zelanda, lasceranno la penisola Iberica nelle prossime ore. Questa la decisione della Figc, che si è mossa in accordo con gli organizzatori della competizione e la stessa Germania (il calcio d’inizio era in programma mercoledì alle 19:45). C’è però un problema da risolvere: nel pomeriggio la Federazione italiana aveva organizzato un volo charter Alitalia che sarebbe partito mercoledì mattina alle 9. Tuttavia il Portogallo nella notte chiuderà i cieli, quindi è da vedere se la Nazionale azzurra riuscirà a volare. Di qui i contatti continui fra la Figc, il Ministero dell’Interno e il Ministero degli Affari Esteri per capire come riportare indietro le ragazze. L’allarme Coronavirus ha avuto delle inevitabili ripercussioni anche sul campionato femminile di Serie A, che è stato sospeso a data da destinarsi al pari di quelli maschili.
“La FIGC, dopo aver verificato che nessuna compagnia aerea avrebbe garantito il rientro della Nazionale Femminile in Italia dal Portogallo da giovedì 12 marzo, d’intesa con la Ct Milena Bertolini e le Azzurre ha deciso di organizzare domani – appena possibile – il viaggio di ritorno della squadra. La partenza anticipata costringe l’Italia a rinunciare alla finale dell’Algarve Cup contro la Germania, in programma domani alle ore 18.45 locali allo stadio Da Bela Vista di Parchal. La FIGC ha ritenuto prioritario garantire il rientro a casa di tutta la delegazione e ringrazia la federazione portoghese e la federazione tedesca per la collaborazione e la comprensione dimostrate in queste ore”.
L’Algarve Cup è uno dei più prestigiosi tornei ad inviti riservati alle nazionali di calcio femminili. Si gioca ogni anno dal 1994 nella regione portoghese dell’Algarve.
Attualmente partecipano al torneo 12 squadre, suddivise in tre gruppi da quattro ciascuno (A, B e C). Un ulteriore gruppo è stato aggiunto nel 2002 per consentire a squadre di secondo livello di affrontare ogni anno gare di alto livello.
Gli Stati Uniti sono la squadra con il maggior numero di successi, avendo vinto dieci edizioni, seguiti dalla Norvegia, ferma a quattro. Tutti i titoli delle norvegesi risalgono alle prime edizioni del torneo, tranne l’ultimo, mentre le statunitensi hanno vinto tutti i loro titoli negli anni 2000. La Germania (attuale detentrice del titolo olimpico) ha vinto 3 titoli, come la Svezia, mentre la Cina ne ha vinti due. Stati Uniti, Norvegia e Germania sono le uniche squadre ad aver vinto l’Algarve Cup, la FIFA Women’s World Cup e l’oro olimpico.
Chissà cosa stanno pensando gli organizzatori dell’Algarve Cup, che per 12 anni hanno deciso di non invitare l’Italia a partecipare al loro torneo ed ora perdono una finale di grande spessore per il calcio femminile.
Un’Italia che non solo ha raggiunto la finale, ma lo ha fatto giocando contro la Nuova Zelanda una delle partite più belle degli ultimi anni. Il Mondiale ha regalato alle Azzurre una consapevolezza tutta nuova, quella di essere una squadra non solo di carattere, ma anche che ha nelle gambe la qualità per far male ad avversarie fino a qualche anno fa superiori. La Nuova Zelanda è una rivale tosta, che viene da un periodo negativo a causa del ricambio generazionale, ma che meno di un anno fa ha battuto l’Inghilterra e che ha in rosa calciatrici che giocano o hanno giocato nei club più importanti del Mondo.
Milena Bertolini contro la Nuova Zelanda ha schierato giocatrici che da qualche stagione si allenano da professioniste, ma anche giovani esordienti come Marta Mascarello, che ha giocato con la cattiveria di una veterana. La CT ha il merito di tenere tutte sulla corda, facendole sentire importanti e pronte in qualunque momento ma contro il coronavirus come sono solito dire a chi si dispiace per doversi fermare “Per vincere bisogna non giocare”.