Calcio -Finalmente la partita più attesa del campionato si è giocata e la Juventus ha vinto un incontro tra due squadre non brillanti ed in un ambiente surreale ma tre punti importantissimi per i bianconeri che allontanano l’Inter e riducono a lumicino le speranze di scudetto dei ragazzi di Conte.
Dal silenzio dello Stadium l’Inter esce ridimensionata, nei sogni e nelle ambizioni. Dopo i primi dieci minuti di smarrimento, la squadra di Antonio Conte ha trovato le energie e l’ordine necessari a imbrigliare un avversario evidentemente più forte ma non irresistibile. Nel secondo tempo, dopo il gol di Ramsey, i nerazzurri si sono persi e hanno assistito da spettatori al capolavoro di Dybala che – qualsiasi sarà l’esito di questo campionato, menomato dall’emergenza virus – resterà l’immagine della superiorità juventina sull’Inter.
Se Sarri ha messo in campo una squadra completamente diversa da quella che tutti (probabilmente anche lo stesso Conte) si aspettavano, l’ex ct invece ha puntato su quell’undici base (schierato con il 3-5-2) che ha portato l’Inter a giocarsi il campionato con Juve e Lazio. Nonostante il recupero importantissimo di Handanovic autore di belle parate in avvio su De Ligt e Matuidi – l’Inter alla fine ha dovuto capitolare: troppo prevedibile e ingessata per contenere le fiammate di gioco dei bianconeri
La Juventus a Lione era approdata una squadra spenta, con dei disinneschi mentali. Pjanic da un paio di msi appare vuoto di energie nervose e la squadra subisce spesso l’indolenza anche in chiave ciò ch ha offerto alla Juventus sino ad oggi, Rabiot, reo di accompagnare la squadra con un’algida freddezza poco produttiva, quasi giocasse da solo.
Sarri sceglie Higuain e non Dybala nel tridente, completato poi da Douglas Costa e Cristiano Ronaldo, mentre in mezzo al campo dà spazio a Ramsey. Cuadrado scala in fase difensiva, con De Ligt preferito a Chiellini al fianco di Bonucci. Conte, invece, ritrova Handanovic tra i pali e si affida in avanti al duo Lautaro-Lukaku. In difesa Bastoni vince il ballottaggio con Godin, sulla corsia destra di centrocampo agisce Candreva. Eriksen va inizialmente in panchina.
Pronti, via e Vecino manda il primo segnale all’incontro, con un destro da fuori che termina alto. La Juve, però, non sta a guardare e risponde con il colpo di testa di De Ligt che costringe Handanovic al primo intervento. Il portiere nerazzurro viene ancora chiamato in causa poco dopo e devia alla grande il mancino di Matuidi. Ci provano anche Ronaldo e De Ligt – sempre di testa -, mentre l’Inter fa la sua partita e con calma conquista metri. Barella e Candreva cercano di spaventare Szczesny, senza tuttavia inquadrare lo specchio. Passata la mezz’ora tocca a Brozovic sfidare il polacco, impegnandolo con un bel tiro da fuori area. Dall’altra parte i bianconeri si rendono ancora pericolosi su calcio d’angolo: Bonucci svetta altissimo, ma conclude oltre la traversa e non schioda il punteggio dallo 0-0 prima dell’intervallo.
In avvio di ripresa è ancora Vecino a costruire il primo tentativo. Questa volta l’uruguaiano ha la possibilità di far male di testa, ma colpisce quasi con la spalla e fallisce la ghiotta occasione.
L’Inter sembra prendere in mano le redini dell’incontro, ma alla prima sbavatura dietro viene punita. Higuain recupera palla e Alex Sandro innesca Matuidi che, sul fondo, serve un bel rasoterra in mezzo. CR7 viene anticipato, ma in supporto arriva Ramsey che mette dentro da posizione ravvicinata e sblocca il risultato allo Stadium. Nonostante il vantaggio Sarri manda in campo Dybala, mentre Conte si gioca la carta Eriksen. Quella dell’allenatore bianconero si rivela una mossa azzeccata perché è proprio la Joya a firmare il raddoppio al 67’. L’argentino scambia con Ramsey, finta su Young e con l’esterno mancino in area lascia di sasso Handanovic. L’equilibrio si spezza definitivamente, anche dal punto di vista del ritmo, e la Juve gestisce il 2-0 sino alla fine da squadra matura e senza affanni.
L’allenatore bianconero Sarri ha spiegato così le sue scelte: “Venivamo da una partita in cui la sensazione era che mancassero energie nervose, che la squadra si fosse un po’ appiattita. Quindi siamo andati a scegliere dei giocatori che in questo momento in allenamento ci hanno mostrato un livello energetico alto, non tanto sul piano fisico ma soprattutto mentale e nervoso. Poi chiaramente sono scelte momentanee, magari tra 15-20 giorni la sensazione può essere diversa”.
“È una vittoria importante ma mancano ancora tante partite e il percorso da fare è lungo. Venivamo da gare nelle quali eravamo sembrati un po’ piatti. Ho scelto la formazione titolare in base alle energie mentali, più che fisiche, dei vari giocatori a mia disposizione. Nel primo tempo l’Inter ha provato a prenderci alti e hanno speso un po’ di energie ma al di là di questo nel secondo tempo abbiamo fatto meglio noi e peggio loro per l’andamento psicologico del match”.
Al termine della partita l’allenatore dell’Inter, Antonio Conte ha ammesso: ““I sei punti di distanza in classifica fra loro e noi sono la somma della sconfitta dell’andata e di quella del ritorno – ha detto dopo la partita – dopo il gol di Ramsey avremmo dovuto reagire in modo più deciso”. L’ex ct non si dispera e per la prima volta, senza citare né l’uno né l’altro, riconosce ad Allegri e Sarri i loro meriti nel coltivare quella squadra vincente che lui ha lasciato nel 2014: “La Juve da otto anni è sempre migliorata, di stagione in stagione – ha detto Conte – noi all’Inter siamo all’inizio di un percorso, abbiamo cominciato a porci certi obiettivi da poco”.
Preceduta da settimane di polemiche, Juventus-Inter non poteva non avere uno strascico velenoso dopo il triplice fischio. Tra i tanti festeggiamenti social dei giocatori bianconeri per la vittoria contro i nerazzurri, è spiccato quello di Douglas Costa.
Su Instagram l’esterno brasiliano ha postato una foto dei festeggiamenti della squadra negli spogliatoi, con la didascalia “L’unione fa la forza”, facendo incetta di like da parte dei tifosi. Uno di questi ha commentato ironicamente la foto: “Attenti alle distanze! Altrimenti Marotta chiede la vittoria a tavolino”, alludendo alle polemiche nei giorni precedenti alla partita.
Immediata e ironica anche la risposta del brasiliano, che ha lanciato una frecciata al veleno a Marotta e alla dirigenza nerazzurra (a cominciare dal presidente Zhang): “Non erano chiuse bene le porte.. oppure la prossima volta si gioca a luci spente“. Una battuta che ha scatenato l’entusiasmo di tanti tifosi juventini ma non è piaciuta ad altri, che hanno ricordato la drammatica emergenza del Coronavirus che rischia di chiudere in anticipo il campionato.
Polemiche a parte, le ore successive alla vittoria nel match scudetto contro l’Inter sono state contrassegnate dalla festa dei giocatori. Questo l’urlo di gioia di Cristiano Ronaldo, che ha raggiunto la partita numero 1000 in carriera: “Sono così orgoglioso di aver raggiunto questo traguardo con una vittoria molto importante che ci ha riportato in vetta alla classifica! Grazie a tutti ai miei compagni di squadra e allenatori, grazie alla mia famiglia, agli amici e ai miei tifosi che mi hanno aiutato in questi anni” il post su Instagram.
Felice anche Leonardo Bonucci: “È strano giocare una partita senza tifosi, ma vi abbiamo voluto salutare perché sapevamo che anche da casa avete sofferto e gioito insieme a Noi. In questo momento così difficile e particolare ogni accortezza può fare la differenza e dobbiamo essere tutti pronti a fare la nostra parte”.
Il derby emiliano Parma-Spal finisce 1-0 per gli ospiti, che strappano tre punti importanti in chiave salvezza. Decisivo Petagna su rigore al 70′ dopo un tocco dubbio in area di Alves su Valoti. Nei match delle 15 invece il Genoa sbanca San Siro mandando ko il Milan per 2-1. I rossoneri tengono di più il pallone, ma si distraggono (Theo in primis) sull’affondo di Sanabria che al 7′ pennella per il tocco vincente di Pandev, bravo a prendere il tempo a tutta la difesa. Nel finale di tempo, sempre con un’azione partita da destra, Biraschi crossa, Schone prolunga di tacco per Cassata che sul secondo palo non sbaglia. Il Milan preme di più ma trova il gol soltanto al 77′, con un sinistro ravvicinato di Ibra in mischia. La Sampdoria invece batte il Verona 2-1. L’Hellas in vantaggio con Zaccagni, nella ripresa l’attaccante blucerchiato Quagliarella fa prima 1-1 e poi raddoppia dal dischetto. La squadra di Ranieri resta sopra la linea retrocessione. Nel match delle 18 pari senza reti tra Udinese e Fiorentina.