Calcio – 22esima di Serie A: vincono Juve, Inter e Lazio, Roma ko, Atalanta un pareggio con il Genoa

320

Calcio – Quella appena conclusasi  con la vittoria del Napoli a Genova, è stata una giornata densa di avvenimenti sul campo e soprattutto fuori ma che ha evidenziato l’ennesimo allungo di Juventus, Inter e Lazio dal resto della classifica constatato lo stop della Roma contro il Sassuolo ed il mezzo passo falso interno dell’Atalanta contro un Genoa redivivo. Complementi al Verona che continua ad essere una bella sorpresa del Campionato, quel Verona che tra 36 ore sarà di scena all’Olimpico per una partita che dirà molto sul futuro del campionato degli scaligeri ma soprattutto della Lazio che cerca a tutti i costi di tenere il passo delle due superfavorite Juventus ed Inter.

Partiamo proprio dai ragazzi di Inzaghi:lLa Lazio segna in campionato da 16 partite consecutive. All’Olimpico ha costruito la sua grande stagione con 7 vittorie di fila e 9 successi su 11 partite giocate, 35 gol realizzati in casa con una media di 3.18 a partita. Per noi però, nonostante la splendida vittoria contro la Spal, restano molti, troppi interrogativi legati alla “rosa stretta”  che in passato ha fatto perdere punti importanti alla compagine capitolina, nei momenti decisivi del campionato.  Sarà sufficiente non avere le Coppe per tenere il passo di Juve ed Inter?

Sono bastati ventinove minuti di Lazio per avere la meglio sulla Spal e spazzare via tutti i dubbi che il derby contro la Roma aveva lasciato nella testa dei biancocelesti. La prestazione opaca con i giallorossi è messa alle spalle da un primo tempo giocato a ritmi altissimi, forse anche in ottica recupero infrasettimanale con l’Hellas Verona: la banda Inzaghi si mantiene a 5 lunghezze dalla Juve con una gara in meno e scavalca momentaneamente l’Inter, impegnata in serata a Udine. Doppiette di Immobile e Caicedo a scavare il solco, anche la gioia del primo gol dal professionista per il giovane Adekanye, tra i protagonisti di una ripresa in cui la Lazio ha potuto gestire le forze contro una Spal che sognava il terzo colpo grosso fuori casa dopo aver sbancato Torino e Bergamo in due delle ultime tre trasferte.

 

Dimenticata la delusione di mercato Giroud, Inzaghi si affida a quel che ha in attacco: out Correa tocca a Immobile e Caicedo, al capocannoniere sono sufficienti tre minuti di partita per far iniziare a correre il tassametro, con un tocco di misura sugli sviluppi di un angolo da destra calciato da Luis Alberto e rifinito dalla sponda di Lulic in direzione secondo palo, l’ufficio prediletto di Immobile. La Spal, senza Valoti e Petagna e con Castro all’esordio, sembra rientrare in partita con un paio di azioni promettenti, ma lasciare spazio alle ripartenze laziali è un’idea folle. Immobile scambia con Caicedo che di prima intenzione scatena centralmente Luis Alberto, lo spagnolo temporeggia, alza la testa e vede Lazzari arrivare come un treno: diagonale destro del grande ex di giornata, palo pieno, a rimorchio c’è Caicedo che a porta vuota non sbaglia. Ancora qualche sussulto spallino – un tiro di poco alto di Castro – in mezzo alle mareggiate biancocelesti, Lazzari si scatena a destra e poi lancia Immobile: l’attaccante salta Bonifazi con un tunnel e sfida a duello Berisha, l’ex laziale resta in piedi, inducendo il centravanti avversario ad allargarsi. Diventa una contesa personale, il capocannoniere accetta di uscire dall’area di rigore, seguito dal portiere, per avere più visuale della porta: destro deviato da Berisha, il pallone si impenna, scavalca Tomovic, tocca il palo ed entra lentamente in rete. Partita già in tasca dopo soli 29′, la Lazio può entrare in modalità risparmio energetico.
Resta l’ultimo colpo in canna a fine primo tempo. Milinkovic per Caicedo che serve Immobile, tocco di ritorno per il compagno di reparto, sinistro a giro sotto l’incrocio dei pali e Spal definitivamente al tappeto. Per Inzaghi è la chance giusta per far riposare alcuni dei suoi, dentro Adekanye a inizio ripresa al posto proprio di Caicedo. Il giovane attaccante entra con il piglio giusto, ruba palla e si lancia nello spazio aspettando l’invito puntuale di Luis Alberto: sinistro secco, respinge Berisha. Per il gol c’è da aspettare solo qualche minuto: Milinkovic-Savic lancia Lazzari che trova il solito spazio alle spalle di Reca. L’esterno approfitta di un accenno di uscita di Berisha, rimasto a metà del guado non senza colpe, per servire Adekanye solo nell’area piccola: zampata a porta sguarnita e primo centro da professionista per il classe 1999 ex Liverpool. Inzaghi regala minuti anche a Jony e Vavro mentre Missiroli accorcia il passivo con una bella azione personale, agevolata da una difesa della Lazio già negli spogliatoi.

Udinese-Lukaku 0-2. Senza Lautaro Martinez, l’attaccante belga si carica sulle spalle l’Inter e, grazie alla sua doppietta, consente ai nerazzurri di ritrovare il successo dopo tre pareggi consecutivi ed ora l’attesissimo derby. Gotti sceglie De Maio in difesa, confermato il tandem Okaka-Lasagna. Conte è senza Handanovic, in porta Padelli, mentre al posto dello squalificato Lautaro c’è Esposito e non il grande ex Sanchez. Brozovic ancora non al meglio inizia in panchina, c’è invece l’esordio dal 1′ di Eriksen. Primo tempo privo di reti ma di grande battaglia, le spinte maggiori arrivano sulle rispettive fasce sinistre dove Sema e Young sono i più dinamici. La migliore occasione capita a Vecino che però di ginocchio non finalizza un assist dalla destra di Moses.

Nella ripresa pronti-via c’è una frittata nell’area friulana con Musso che non blocca un pallone, Sema lo rinvia sui piedi di Esposito che sciupa un rigore in movimento. I nerazzurri latitano e allora Conte sceglie un doppio cambio che rivoluzionerà l’esito della gara: Brozovic e Sanchez per Eriksen ed Esposito, il peggiore in campo. Il mediano croato dà più ordine in mezzo al campo, il ‘Nino Maravilla’ più vivacità davanti. Al 64′ Barella pesca di punta in area Lukaku che imbuca sotto le gambe di Nuytinck un preciso destro su cui Musso non può nulla. Passano 6′ e Sanchez sguscia nell’area bianconera e viene platealmente atterrato da Musso. Rigore ineccepibile realizzato in maniera fredda ancora da Lukaku, che sale così a 16 gol in campionato, di cui 12 in trasferta. Nel finale Gotti si gioca il tutto per tutto con Teodorczyk, ma è Lasagna che in un paio di occasioni sfiora il palo senza però riuscire a riaprire la partita.

Juventus-Fiorentina 3-0 . Da un’estenuante serie di passaggi (591, contro i 164 della Fiorentina), la Juventus ha ricavato una vittoria smunta basata su due calci di rigore di Ronaldo – a segno in campionato per la nona partita consecutiva – e su un gol già segnato oltre al 90′ da De Ligt, gli unici avvenimenti che abbiano realmente marcato la differenza con l’avversario che in classifica aveva 26 punti di meno.

 

La vittoria è maturata dopo molti spaventi. Nel primo tempo soprattutto, il mordi e fuggi della Fiorentina ha messo in difficoltà i bianconeri, salvati per tre volte da Szczesny nella prima metà del tempo: oltre alla parate sulle botte dalla distanza di Pulgar e Lirola, notevole è stata quella su un doppio perfido colpo di tacco di Benassi a Chiesa. La Juve è arrivata a tenere la palla per il 70% del tempo senza però ricavarne nulla, almeno fino a quando un destro dal limite di Pjanic è incocciato sul gomito largo di Pezzella: L’arbitro Pasqua ha dovuto farsi spiegare tutto dal Var, in linea con una direzione “imprecisa”, con le ammonizioni risparmiate a Pjanic (proteste esagitate) e Ronaldo (due volte: lamentele a brutto muso) e l’eccessiva generosità sul rigore del 2-0, quello che ha praticamente chiuso la partita.

 

La Juve è migliorata leggermente solo con il tempo, quando i viola hanno mancato con Dalbert e Benassi le due occasioni rimaste e poi hanno pagato la scelta coraggiosa di Iachini, che ha messo una punta (Vlahovic) per una mezzala (Ghezzal), rompendo però l’equilibrio tattico grazie al quale fino a quel momento la sua squadra era stata competitiva.

 

La Juve è andata avanti per inerzia. Sarri aveva rispolverato il tridente, con Douglas Costa a destra, ed è stato il brasiliano a creare l’unica vera occasione da rete del match, ma Dragoski ha sventato con un gran riflesso il tocco ravvicinato di Higuain (19′ st).  A seguire il contestato rigore del 2-0 ‘ per un contatto tra Bentancur e Ceccherini: dopo averlo rivisto alla moviola, Pasqua ha confermato la decisione iniziale. Il 3-0 di De Ligt, che sul corner del panchinaro Dybala è svettato di testa tra Pezzella e Vlahovic, ha dato al punteggio una dimensione troppo dura per la Fiorentina.

Quasi superfluo narrarvi delle polemiche di fine partita (tra Juventus e Fiorentina sono quasi una certezza).

“Sono qui da 6 mesi, non ho mai criticato gli arbitri, ma gli arbitri non possono decidere le partite. Sono disgustato. Con il Genoa non ci hanno dato rigore, con l’Inter non ci hanno dato rigore, oggi ci hanno dato due rigori contro, forse il primo ci stava ma il secondo sicuramente no”. Rocco Commisso è furioso dopo la sconfitta con la Juve. Il presidente della Fiorentina non accetta la decisione di Pasqua sul secondo rigore concesso ai bianconeri per un fallo di Ceccherini su Bentancur. “Le partite le devono vincere i giocatori -aggiunge Commisso ai microfoni di Dazn-. Una squadra come la Juve, che vale 350 milioni, non ha bisogno degli aiuti degli arbitri, è fortissima, lasciate che la partita la vinca sul campo. Non è giusto per il calcio italiano, queste gare vanno in tutto il mondo, quando vedono queste porcherie cosa pensano? Sono disgustato, le gare in Italia sono decise dagli arbitri, non si può andare avanti così”.

Alle parole del patron viola Commisso ha replicato il vicepresidente della Juventus, Pavel Nedved: “Penso che non debba rispondere io, Commisso ha il mio rispetto ma si sta usando un po’ troppo questa cosa contro la Juventus, che non vince con merito. Siamo abbastanza stufi, la Juventus ottiene risultati giocando bene, facendo tutto sul campo per vincere. Dobbiamo smettere di trovare alibi che la Juve non vince con merito. Commisso deve prendersi una tazza di tè, capisco che fosse su di giri, ma non si fanno certe dichiarazioni, fanno male al calcio e allontanano la gente dagli stadi, da questo sport che è bellissimo. Ora c’è anche il Var”.

Informato dell’invito ironico di Nedved, nella mixed zone dell’Allianza Stadium Commisso ha replicato: “Se lo prenda lui un tè”.

Sassuolo-Roma – Una brutta Roma, lontanissima parente della bella squadra ammirata nel derby, perde malamente per la prima volta nella sua storia in casa del Sassuolo e compie un pericoloso passo falso nella corsa al 4° posto. Una vittoria meritatissima da parte degli uomini di De Zerbi che hanno fatto la differenza soprattutto nel primo tempo, giocato a grandissimo livello e ad alti ritmi. La Roma è mancata mentalmente. Si è improvvisamente spenta dopo aver subito l’1-0 e quando ha riattaccato la spina, in avvio di ripresa, non è più riuscita nell’intento di riprendere gli avversari, bravi a chiudere definitivamente i conti nel finale con una perla di Boga.

Ecco tutti i risultati: – Risultati della 22/a giornata del campionato di calcio di Serie A. A Bergamo: Atalanta-Genoa 2-2. A Bologna: Bologna-Brescia 2-1 (giocata ieri). A Cagliari: Cagliari-Parma 2-2 (giocata ieri). A Reggio Emilia: Sassuolo Roma 4-2 (giocata ieri). A Torino: Juventus-Fiorentina 3-0. A Roma: Lazio Spal 5-1. A Milano: Milan-Verona 1-1. A Lecce: Lecce-Torino 4-0. A Udine: Udinese-Inter 0-2, Sampdoria-Napoli 2-4.




Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *