Pordenone- La squadra di Tesser seconda in campionato continua a giocare e stupire soprattutto nelle partite “casalinghe”ad Udine. Già perché lo stadio per la serie B non c’è ma qualcosa appare muoversi…..
Si riavvicina la possibilità di assistere al ritorno del Pordenone Calcio in città. E torna più che attuale un luogo già diventato “famoso” per essere quello deputato alla nascita del nuovo stadio cittadino. Si tratta dei terreni di proprietà della fondazione Baschiera-Tallon all’uscita dell’autostrada A28, in prossimità dell’Interporto. La notizia è confermata sia da fonti comunali che societarie. Pare più lontana, invece, la possibilità di utilizzare i terreni vicini all’Edilnord a Vallenoncello, visto il frazionamento delle proprietà. L’operazione-stadio è possibile e vicina per un motivo: «Siamo in trattativa avanzata – spiega Lovisa – con imprenditori veneti e lombardi. Il Pordenone piace di più fuori dalla regione e grazie al possibile ingresso nella compagine societaria di questi nuovi attori (i nomi sono ancora coperti dal segreto, ndr) possiamo avviare definitivamente il progetto per il nuovo stadio». Quando, a gennaio. Chi, gli attuali soci e i nuovi arrivi. Dove, probabilmente alle porte del Centro ingrosso. «Ci sarebbe anche l’opzione di Vallenoncello», mette le mani avanti Lovisa. Ma resta in pole position l’area della fondazione Baschiera Tallon.
I terreni in questione misurano sei ettari, cioè circa 60mila metri quadrati. La possibilità era stata già vagliata nel 2017, quando Lovisa aveva anche effettuato un sopralluogo. Poi non se n’era fatto nulla per problemi legati sia alla proprietà dei terreni che alla natura esondabile di una porzione degli stessi. Oggi sembrano argomenti superati, perché ci sarebbero già accordi non scritti e accorgimenti tecnici. «Siamo pronti a scendere in campo per uno stadio di proprietà – annuncia sempre Mauro Lovisa -, e la svolta avverrà a gennaio, quando ci incontreremo anche con il Comune». Il chiarimento finale è uno solo: la costruzione dello stadio la pagherà il Pordenone, sulla base di un progetto che inizierà ad essere disegnato appena arriverà l’ok dei nuovi soci. È un gioco di incastri: prima i soldi freschi, poi i progetti e con tutte queste carte in mano l’incontro decisivo con il Comune. «Si tratterà di una struttura privata – conferma Lovisa -, com’è accaduto già per l’Udinese, che ha uno stadio su un terreno in concessione per 99 anni».
Il Pordenone Calcio non può correre da solo. Ha bisogno del Comune per due motivi: l’acquisto dei terreni e la realizzazione di alcune opere secondarie, legate perlopiù alla logistica e alla viabilità. Ma è stata abbandonata la richiesta paventata alcune volte nei mesi scorsi, cioè quella che puntava ad un impegno pubblico per la realizzazione dell’intera opera. Ecco perché il primo passo, quello legato all’ingresso in società dei nuovi soci lombardi e veneti, sarà il più importante. L’iniezione di denaro, infatti, non servirà a fare mercato e nemmeno a riportare in pari il bilancio, materie di cui si occuperà come sempre l’attuale proprietà, bensì a compiere il passo decisivo verso la nascita del nuovo stadio.
«Vogliamo riportare la squadra in città, perché a Udine ci troviamo bene ma la nostra casa rimane sempre Pordenone», ha concluso Lovisa. L’ultima questione riguarda i tempi. È ragionevole pensare a uno stadio pronto per la prossima stagione? No. Si può immaginare la conclusione dei lavori entro l’annata 2021-2022? L’obiettivo è difficile ma non impossibile. Bisognerà partire a gennaio, come promesso da Lovisa. Ci riusciranno?