Movienerd – Tornano De Niro ed Al pacino in “The Irishman”

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Irishman – Robert De Niro, Al Pacino e Joe Pesci sono i protagonisti di THE IRISHMAN di Martin Scorsese, un’epica saga sulla criminalità organizzata nell’America del dopoguerra, raccontata attraverso gli occhi del veterano della Seconda Guerra Mondiale, Frank Sheeran – imbroglione e sicario – che ha lavorato al fianco di alcune delle figure più importanti del 20° secolo. Il film racconta, nel corso dei decenni, uno dei più grandi misteri irrisolti della storia americana, la scomparsa del leggendario sindacalista Jimmy Hoffa, e ci accompagna in uno straordinario viaggio attraverso i segreti del crimine organizzato: i suoi meccanismi interni, le rivalità e le connessioni con la politica tradizionale.

 

Robert De Niro, Al Pacino e Joe Pesci recitano nel film di Martin Scorsese THE IRISHMAN, un’epica saga sulla criminalità organizzata negli USA del dopoguerra raccontata dal punto di vista di Frank Sheeran, reduce della Seconda guerra mondiale, truffatore e sicario che ha lavorato per alcuni dei nomi più tristemente famosi del ‘900. Il film copre diversi decenni e racconta uno dei maggiori misteri irrisolti della storia americana, la scomparsa del leggendario sindacalista Jimmy Hoffa, offrendo un viaggio grandioso attraverso i segreti del crimine organizzato, tra i suoi meccanismi interni, le rivalità e i legami con la politica. Questo film drammatico con Robert De Niro, Al Pacino e Joe Pesci, tratto dal libro “L’irlandese. Ho ucciso Jimmy Hoffa” di Charles Brandt, è diretto Scorsese per Netflix e sceneggiato da Steven Zaillian. I produttori sono Martin Scorsese, Robert De Niro, Jane Rosenthal, Emma Tillinger Koskoff, Irwin Winkler, Gerald Chamales, Gaston Pavlovich, Randall Emmett e Gabriele Israilovici. Con The Irishman Martin Scorsese, Robert De Niro e Joe Pesci tornano a lavorare insieme per la prima volta dopo 24 anni, un evento fortemente atteso e che verrà segnato negli annali del mondo della celluloide. Le collaborazioni tra Scorsese e De Niro in numerosi film, tra cui Taxi Driver, Re per una notte e Mean Streets – Domenica in chiesa, lunedì all’inferno, e con Pesci in Toro scatenato, Quei bravi ragazzi e Casinò, sono elencate tra i capolavori nella storia del cinema. Inoltre The Irishman segna la collaborazione storica tra questi tre artisti e Al Pacino. Pacino ha già lavorato con Robert De Niro, ma questo è per lui il primo film con il celeberrimo regista. Robert De Niro è Frank Sheeran che, attraverso il racconto in prima persona della sua vita da sicario, ci conduce negli angoli più oscuri della criminalità organizzata, con le sue procedure, gli scontri, un’arcana organizzazione sociale e legami con la politica. Al Pacino è Jimmy Hoffa, il controverso presidente dell’International Brotherhood of Teamsters (Fratellanza internazionale degli autotrasportatori) che ha consolidato il proprio potere tra gli anni ‘40 e ‘50 diventando il celebre leader del sindacato più potente del paese. Negli anni ‘60 Hoffa, personaggio ambizioso assetato di potere e coinvolto in attività criminali, era stato condannato per corruzione, frode e per aver manipolato una giuria. Dopo cinque anni esce dal carcere deciso a tornare agli antichi splendori. La sua arroganza e imprevedibilità lo portano a inimicarsi gli esponenti della malavita a cui è legato. Joe Pesci è Russell Bufalino, detto il ‘il tranquillo Don’, un uomo che dietro alla sua azienda di tendaggi nascondeva enormi attività illegali. Bufalino introduce Frank Sheeran nel mondo della criminalità e caldeggia una sua amicizia con Hoffa, con conseguenze pesanti per tutti. Inoltre il film vede la partecipazione di Harvey Keitel, Ray Romano, Bobby Cannavale, Stephen Graham, Anna Paquin, Domenick Lombardozzi, Stephanie Kurtzuba, Kathrine Narducci, Jesse Plemons e Welker White.

 

Nel 1995, dopo Casinò, Martin Scorsese e Robert De Niro si sono messi a cercare un manoscritto con il quale continuare la loro storica e fruttuosa collaborazione. Hanno valutato storie e sceneggiature di generi diversi, senza trovare qualcosa che conquistasse la loro immaginazione. Entrambi hanno continuato con i loro impegni individuali e inevitabilmente sono passati gli anni durante i quali ognuno ha partecipato ad altri film. Così è trascorso un decennio, poi due. Sembrava proprio che questa rimpatriata non sarebbe mai più avvenuta. “Quando abbiamo girato Casinò siamo arrivati a un punto di svolta. È stata una specie di bivio”, afferma Scorsese. “Abbiamo continuato a cercare progetti da fare insieme, ma in quel periodo le nostre vite e carriere avevano preso direzioni diverse.” In questo modo gli anni si sono trasformati in decenni. “Dopo così tanto tempo, solo un progetto molto speciale avrebbe potuto rimettere assieme Bob e Marty”, dichiara la produttrice Jane Rosenthal, riferendosi a Robert De Niro e Martin Scorsese. In effetti la storia ‘molto speciale’, che avrebbe ispirato i due riportandoli assieme in quello che sarebbe diventato The Irishman, aveva catturato l’attenzione di De Niro già nel 2007. Durante la lettura del libro “L’irlandese. Ho ucciso Jimmy Hoffa” di Charles Brandt, De Niro era rimasto colpito dall’intricata saga del sicario Frank Sheeran e dai suoi legami con la criminalità organizzata. Così si è reso conto che questo racconto complicato e accattivante avrebbe potuto rappresentare l’occasione perfetta per tornare a lavorare con Scorsese. “Con Marty avevamo parlato di un film che raccontasse la storia di un sicario anziano e stavamo per far partire la produzione”, racconta De Niro. Ma all’attore erano venuti dei dubbi. “Ho chiamato Marty è gli ho detto: ‘Dovresti proprio leggere il libro perché questa è la storia che dovremmo raccontare’”. Il titolo originale “I Heard You Paint Houses” è intenso ed evocativo. Ecco un racconto di prima mano dell’operato di un sicario della malavita, oltre a una descrizione approfondita della criminalità organizzata e della corruzione dilagante che permeava gli USA durante il secondo dopoguerra, quando i boss si erano infiltrati in sindacati, governo e grandi aziende. Questo libro aveva tutti gli elementi tipici di Scorsese: azione travolgente in un periodo d’oro per la mafia, un ricco ritratto di protagonisti indimenticabili e un’ampia scelta di personaggi secondari particolari di grande interesse, oltre a una storia di amicizia e famiglia e alle orribili conseguenze del tradimento. De Niro ha spedito “L’irlandese. Ho ucciso Jimmy Hoffa” al regista, ma Scorsese afferma che era convinto già prima di sfogliare la prima pagina. “Bob ha descritto il libro fin nei più minimi particolari, soprattutto a proposito di Frank Sheeran. E mentre parlava, s’infervorava sempre di più. Mi sono reso conto che esisteva un legame profondo e che c’era, e uso di proposito questa parola, tanto ‘oro’ lì dentro”, dichiara Scorsese . “Sapevo che, se lui era stato in grado di entrare nel personaggio in quel modo, basandosi sulla struttura della storia e sulla situazione in cui Frank e le persone che incontra si sono ritrovati, allora mi sarebbe andata bene perché voleva dire che tutto era vero e genuino.” Questa reazione vigorosa alla storia da parte di entrambi ha rappresentato il fattore determinante nella decisione di provare a realizzare un film. Il legame tra loro, un passato comune, il gusto e l’istinto sono stati tutti elementi che in passato hanno alimentato la loro collaborazione. Si tratta di qualcosa precedente a Mean Streets – Domenica in chiesa, lunedì all’inferno, il primo film che hanno girato insieme. Un legame così collaudato sarebbe funzionato di certo anche in questo caso. I due si conoscono da tantissimo tempo, come entrambi puntualizzano, visto che si sono incontrati la prima volta da adolescenti. “Bazzicavo a Little Italy, il quartiere di Marty. Eravamo dei ragazzini e c’era un tipo che faceva da spola tra il nostro gruppo e quello di Marty”, racconta De Niro.

 

Scorsese rammenta che quando si sono conosciuti avevano più o meno sedici anni. “Poi però ci siamo persi di vista”, aggiunge. Poi molti anni dopo “Brian De Palma ci ha fatti incontrare di nuovo. E allora ho detto a Bob: ‘Mi ricordo di te. Tu sei Robert e andavi in giro con questo e quello’”. “In quel momento io gli ho detto quanto mi fosse piaciuto Chi sta bussando alla mia porta”, commenta De Niro, citando una delle prime pellicole firmate del regista. Aggiunge Scorsese: “In poche parole è l’unico che conosce le mie origini, che conosce il mondo che conosco io e penso che questo abbia portato ai film che abbiamo fatto insieme, a partire da Mean Streets – Domenica in chiesa, lunedì all’inferno.”. Oggi, dopo 46 anni, è evidente che la saga di Frank Sheeran, i suoi legami con i bassifondi e i rapporti con l’imprevedibile e pericoloso sindacalista Jimmy Hoffa rappresentano una storia che regista e attore vogliono esplorare unendo le forze in un particolare periodo della loro vita. Quello descritto nel libro “L’irlandese. Ho ucciso Jimmy Hoffa” è sicuramente un mondo ben noto a Scorsese, un ambiente che, parole sue, “ho già affrontato con The Departed – Il bene e il male, Quei bravi ragazzi, Casinò e Mean Streets – Domenica in chiesa, lunedì all’inferno. Anche in Toro scatenato ci sono elementi legati alla malavita organizzata. “Questa storia si svolge in questo tipo di ambiente, ma si tratta solo del contesto.” La differenza con gli altri film è legata al punto di vista. “Io e Bob abbiamo più di settant’anni, abbiamo una percezione diversa della vita e osserviamo le cose da una prospettiva diversa”, commenta il regista. “Ora siamo capaci di osservare i personaggi nella loro umanità, quella di persone vicine tra loro, che sono leali e si amano e che forse sono più profonde di quanto noi non lo siamo mai stati.” “Il film è incentrato su lealtà, amore, fiducia e poi, alla fine, tradimento”, dichiara Scorsese, che ha concepito il progetto “come un film riflessivo, il film con personaggi più anziani”. In un certo senso si tratta di un “film da camera”. Nella storia ci sono azione, emozioni e tutto il resto. È imponente, un grande canovaccio. Ma ha anche lo stesso ritmo dei nostri pensieri quando torniamo al passato. “Frank Sheeran è un reduce dalla Seconda guerra mondiale, durante la quale ha fatto qualcosa come 411 giorni di battaglia senza alcuna pausa”, afferma Scorsese. “Dopo aver sfiorato la morte, torna in un mondo nel quale non è rimasto nulla per cui valga la pena di vivere. Anche se qui ha una famiglia per la quale si fa in quattro, è ben consapevole che senza un’istruzione o un’occasione non andrà da nessuna parte. In questa fase incontra inaspettatamente alcune persone che lo apprezzano.” Frank conosce per caso Russell Bufalino. Questo personaggio della malavita mette il disilluso Sheeran sotto la propria ala e lo introduce nella sua organizzazione che, come dice Scorsese, “rappresenta la criminalità organizzata nel nordest degli USA, tra Filadelfia, Pittsburgh e Detroit”. Ed è qui che Frank trova la sua famiglia allargata. “La storia che raccontiamo si svolge tra il 1949 e l’anno 2000, con tutta una serie di flashback e slittamenti temporali. All’inizio c’è un uomo di 82 anni che parla di una trasferta per un matrimonio nel 1975 e poi ti ritrovi negli anni ‘50, ‘60 e ‘70 ma anche nel presente.” Nonostante le dimensioni epiche del dramma, al centro della trama ci sono i rapporti tra i protagonisti, Frank Sheeran, Russell Bufalino e Jimmy Hoffa, e l’ambiente in cui vivono. “La cosa più bella della storia è questo triangolo, questi tre uomini e la classica saga di lealtà, fratellanza e tradimento”, commenta Scorsese. “Si tratta di qualcosa di faustiano che mostra il costo emotivo e psicologico della situazione. Tutto questo ci sembra si adatti benissimo al periodo in cui viviamo.”




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