Il Presidente russo Vladimir Putin ha definito “una pugnalata alle spalle” l’abbattimento dell’aereo russo Su-24 ordinato dal governo turco e non si è limitato a questo. Anzi, ha chiarito con fermezza che non permetterà altri episodi di questo tipo: “La tragedia di oggi avrà serie conseguenze per le relazioni tra Russia e Turchia. I piloti e gli aerei russi non sono mai stati una minaccia per la Turchia. Non consentiremo che si ripetano simili reati come quelli di oggi” ha poi aggiunto il presidente della Russia.
I media occidentali minimizzano l’accaduto ed, in gran parte appoggiano la tesi turca: “Li abbiamo contattati ed avvisati 10 volte in 5 minuti, poi abbiamo ordinato il fuoco” è il messaggio che arriva da fonti turche che poi hanno tuonato: “Non consentiamo a nessuno di entrare nel nostro territorio”.
Ben diverse le versione trasmesse dai TG russi e non solo. Ribadito il fatto che gli aerei non erano in territorio turco.
Vi sono dei precedenti, ma nell’unico veramente provato del marzo scorso vi furono le scuse russe: “si è trattato di uno sconfinamento dovuto alle pessime condizioni metereologiche ci dispiace dell’accaduto”.
Da segnalare che dopo l’abbattimento dell’aereo, due elicotteri militari russi si sono prontamente recati nell’area dell’abbattimento alla ricerca dei piloti, ma i miliziani turcomanni non avrebbero concesso loro il permesso di atterrare. In seguito nella zona sarebbe iniziato un intenso bombardamento. Infatti in questa area a circa 50 chilometri a nord-est della città di Latakia, dove si trova una base aerea russa, nei pressi del confine con la provincia turca di Hatay, sono in corso scontri tra il regime siriano e i miliziani turcomanni sostenuti da Ankara.
Tutto questo non fa che aumentare la tensione. Che sia un nuovo tentativo per cercare di isolare la Russia?
Sarebbe un’inutile perdita di tempo. Putin non è certo tipo da farsi intimidire.
L’accaduto deve però aprire una riflessione. Che rapporti vi sono tra il governo turco ed il terrorismo? L’Europa ha capito che deve definitivamente mettere alla porta la richiesta turca di entrare nell’Unione Europea?
I cittadini europei ricordano molto bene i fischi e le grida di un intero stadio nel minuto di raccoglimento per le vittime dei terroristi degli attentati di Parigi. Ma sulla vicenda (grave!) è caduto il silenzio.
Le prove che nel tempo hanno evidenziato la connivenza tra i governanti della Turchia e lo Stato islamico sono molteplici e dimostrate da una parte dei media.
L’intervento drastico e funzionale avviato lo scorso 30 settembre della Russia contro i terroristi dello Stato islamico e delle forze qaediste presenti in Siria non è mai stata digerita da chi governa la Turchia. Il chiaro intento di Erdogan e Davutoglu è quello di eliminare il regime di Assad e ridurre la Siria ad una nuova Libia.
Da segnalare anche il commento all’accaduto del presidente della Duma, Nikolai Levicev: “È consigliabile sospendere i voli” in Turchia “ed evacuare i russi presenti lì” dato che che “ormai è evidente il legame di Ankara con l’Isis“. La Turchia “dimostra solidarietà ai terroristi” proprio mentre “la comunità internazionale comincia la lotta al terrorismo a pieno titolo“.
Per concludere una riflessione sulle diversità di atteggiamento sulla sovranità del territorio. Ammesso e non concesso che il caccia russo abbia realmente attraversato i confini turchi è sufficiente per abbattere il veivolo ? Non si poteva costringere ad atterrare l’aereo oppure non si poteva “accompagnarlo” fuori dai confini visto che Turchia e Russia non sono in guerra tra di loro?