Il calcio con l’arrivo dell’autunno e, la propizia sosta dei campionati maggiori per le partite della nazionale, si dedica al capitolo allenatori e specificatamente agli esoneri ed ai nuovi arrivi.
L’ufficialità più attesa riguarda il Milan: Marco Giampaolo non è più l’allenatore del Milan. Giampaolo è stato informato nella serata di lunedì 7 ottobre dell’esonero, ufficializzato poi dal club attraverso questa nota apparsa sul proprio sito ufficiale: “AC Milan comunica di aver sollevato Marco Giampaolo dall’incarico di allenatore della Prima Squadra. Il Club intende ringraziare Marco per l’attività sin qui svolta e gli augura i migliori successi professionali”.
La società ha fatto la sua scelta: il calcio ha tempi stretti e, quando i risultati non arrivano a pagare sono sempre gli allenatori. Personalmente ritengo l’allontanamento di Giampaolo affrettato. Il mister è molto preparato e capace ma necessitava di qualche tempo per far comprendere il suo gioco alla squadra. Aveva ritenuto quella del Milan una grande occasione ma è durata veramente troppo poco e le sue colpe sono ben poche.
La società rossonera ha fatto la sua scelta e ha deciso di sollevare l’allenatore dall’incarico affidato a Stefano Pioli che, ieri alle 12 ha firmato il contratto ed alle 13 è stato presentato, a noi giornalisti, in una affollata conferenza stampa.
L’esperienza di Giampaolo sulla panchina del Milan si conclude quindi doposette giornate di campionato, con tre vittorie (l’ultima sabato scorso con il 2-1 sul campo del Genoa) e quattro sconfitte. Pioli era stato sin dalla giornata di domenica uno dei due candidati per la panchina del Milan, tanto da aver messo in stand-by le proposte che gli erano arrivate da Sampdoria e Genoa. L’altro nome in lizza era quello di Luciano Spalletti, legato ancora da un contratto a circa 5 milioni di euro netti a stagione all’Inter fino al 2021. Spalletti aveva subito detto sì al progetto tecnico prospettatogli e aveva avviato una trattativa per la buonuscita con l’Inter, ma il gap tra la sua richiesta e l’offerta della società nerazzurra non era stato colmato nella giornata di lunedì. La trattativa tra le parti non è più ripresa, nonostante Spalletti avesse già trovato l’accordo con il Milan sulla base dello stesso ingaggio e della durata (due anni) di quello con l’Inter. Il dialogo si è così bloccato aprendo definitivamente la strada a Pioli, pronto adesso alla nuova avventura. Lui interista allenerà la compagine ‘avversaria’ ma da buon professionista ci metterà il consueto impegno. Come non ricordare le sua stagioni alla Lazio, all’Inter ed alla Fiorentina: a Roma ha sfiorato la Champions League con un’ annata di ottima fattura che i tifosi laziali ben ricordano.
Ma torniamo alla conferenza stampa di Pioli: presenti il direttore tecnico rossonero, Paolo Maldini, il Chief Football Officer Zvonimir Boban ed il direttore sportivo Frederic Massara.
Maldini sull’ esonero di Giampaolo: “Lo ringrazio per la sua professionalità e dispiace. E’ una scelta ponderata, condivisa ed era una scelta giusta perchè volevamo una squadra giovane. Ci siamo resi conto che la cosa non funzionava. Può essere un azzardo, una scelta difficile ma fa capire che noi vogliamo essere protagonisti in questa stagione. Non possiamo considerare persa questa stagione solo per qualche risultato sbagliato ad inizio stagione. Abbiamo scelto un allenatore di esperienza che ha avuto esperienze sia dall’inizio che a campionato in corso anche con grandi squadra”.
Pioli sul lavoro di Giampaolo: “Marco è un ottimo allenatore ma ha idee diverse per impostazione e tenuta della gara. Io dovrò essere bravo a fare arrivare le mie idee ai giocatori e capire da che punto partiamo. Partiamo da un buon livello, so di un gruppo professionale, di ragazzi di valore tecnico e morale e so che Marco ha lavorato bene e troverò una squadra con cultura di lavoro. Vorrei far giocare alla squadra un calcio che loro sentono positivo e che interpretano con piacere perchè sono giovani e hanno le qualità caratteriali per giocare nel Milan e a San Siro. Io devo dargli tutto il coraggio possibile”.
Difficoltà iniziali? “Non ho social, non sono sui social e se trovate profili non è il mio. Ognuno è libero di esprimere la propria opinione ma preferisco chi lo fa guardandomi negli occhi. Il passato è passato, è come confondere un ragazzino di tredici anni baffutello con un uomo maturo, pelato e con la barba con tanta voglia di fare bene. Questo è importante e i giudizi devono essere su quello che farò e non su quello che sono stato da bambino senza le idee chiare. Desidero che la squadra abbia idee, intensità e spregiudicatezza”. “So che tipo di interpreatazione voglio dare e credo che le caratteristiche siano adatte a questo tipo di interpretazione. Mi paice pensare che il mio modo di giocare, e ho avuto già dei riscontri, vede dei giocatori con passione ed entusiasmo di affrontare certe situazioni e un certo tipo di calcio. Quando un giocatore sta bene con i principi è pronto a dare tutto e noi ne abbiamo bisogno”. “Ci sono giocatori che possono strappare in partita. Mix di qualità tecniche e fisiche per mettere in piedi un calcio intraprendente, propositivo ed efficace. Dobbiamo lottare con squadre forti, specie nelle prime 4/5 posizioni dove sono preparate con organici importanti ma dobbiamo avere coraggio e consapevoli delle nostre qualità, forze e difficoltà da superare. Devono emergere le nostre potenzialità e competere con tutti”. “Dobbiamo lottare per cercare di andare in Champions”.
“Ho visto quasi tutte le partite del Milan nonostante mi abbiano contattato solo lunedì. Mi interessa capire i giocatori ed entrare nelle loro teste. Sono molto esigente con me stesso e lo sono con i giocatori. Non sopporto la superficialità, la poca volontà e la poca ambizione. Tutti il massimo per i risultati con un campionato davanti. Subentro a trentuno partite dalla fine e c’è tanto spazio per far bene e lavorare bene. Il tempo deve essere nostro alleato non nostro nemico va sfruttato per lavorare bene”
“Mi adatto ai giocatori e alle caratteristiche. Mi sento un insegnante voglio migliorare i miei giocatori singolarmente e nel collettivo. Ci sono tante belle qualità e caratteristiche e dobbiamo trovare il modo di farle esplodere. Le condizioni, strutture, l’ambiente e la società ci sono tutte. Dobbiamo riconquistare i tifosi che sono lì ad aspettare le nostre prestazioni. Sono passionali ed esigenti ed è giusto perchè hanno visto giocatori importanti”
“Penso positivo, siamo il Milan e lotteremo per raggiungere i migliori risultati sportivi. Di questo devono essere convinti anche i nostri giocatori. Abbiamo un passato glorioso e dobbiamo avere un presente degno. Le difficoltà ci sono ma vanno superate lavorando con intensità e qualità per diventare una squadra vera, unita e coesa”.
Diversa la situazione a Genova dove, Il Genoa ha deciso di confermare l’allenatore mentre La Sampdoria, dopo aver esonerato Eusebio Di Francesco, oggi potrebbe presentare il nuovo mister.
Così Enrico Preziosi ha deciso: Aurelio Andreazzoli continuerà ad essere l’allenatore del Genoa (alemno per ora). Nonostante i contatti avviati con Francesco Guidolin, il presidente rossoblù ha incontrato l’attuale allenatore e ha scelto di andare avanti con lui. I due si sono chiariti dopo che la dirigenza aveva annullato l’allenamento di martedì per valutare al meglio il da farsi: l’incontro tra le parti è stato decisivo, Andreazzoli ha già guidato la seduta di allenamento di ieri e resterà alla guida dei rossoblù. Nelle prime 7 giornate l’allenatore del Genoa ha collezionato appena 5 punti: toccherà comunque a lui provare ad invertire la rotta dopo un inizio non positivo. Nulla da fare, dunque, per Francesco Guidolin, che nelle ultime ore sembrava a un passo dalla panchina del Genoa.
Ottobre è mese di verifiche. Qualcuno dice che è presto per mettere in discussione un allenatore, ma in Italia il tempo passa in fretta ed in B non vorrebbero essere da meno. Il primo silurato della stagione cadetta è Massimo Rastelli che ha accettato che gli cambiassero la squadra alla seconda di campionato. E siccome nel calcio spesso improvvisare è la regola, a pagare sarà l’allenatore che ha accettato i rinforzi in ritardo.
Ma la lista degli allenatori a rischio è ampia e continua ad allungarsi. C’è Breda, la cui impresa di salvare i labronici (il Livorno) l’anno scorso da una retrocessione sicura è stata già quasi dimenticata. Spinelli lo ha tenuto al suo posto, consigliandogli però degli avvicendamenti. Chi s’è salvato per una sconfitta non nettissima, è Vincenzo Italiano dello Spezia. Glielo hanno riconosciuto i dirigenti liguri e per ora alla guida degli aquilotti rimane lui: Rimane anche Baldini a Trapani, ma la sconfitta interna con la Juve Stabia ha vanificato quanto di buono fatto nelle ultime due giornate di campionato.
Preoccupa la posizione di Alessandro Nesta che continua ad avere difficoltà con i risultati in ciociaria e resta instabile sulla panchina del Frosinone: l’ex difensore della Nazionale, Lazio e Milan ha bisogno di tempo per imporre il proprio gioco ma una società ambiziosa e desiderosa di tornare in serie A come il Frosinone non ha. La sosta giunge però al momento giusto e dopo il pareggio ottenuto in dieci a Salerno domenica scorsa, l’ex ‘aquilotto’ si prodigherà per ripartire nel migliore dei modi e raccogliere quei punti che potranno portare lui ed il Frosinone sul palcoscenico della Serie A.