Secondin – E’ tornato alla casa del Padre, dopo una lunga malattia, il padre carmelitano Bruno Secondin. Aveva 78 anni. Ordinato sacerdote a 25 anni, ha dedicato la sua vita a trasmettere la Parola di Dio attraverso gli incontri di Lectio divina: semplice e nello stesso tempo profondo, riusciva ad arrivare a tutti, lasciando sempre nel cuore una spinta a cambiare nell’amore di Dio e degli altri. E’ stato docente di spiritualità moderna e fondamenti di vita spirituale alla Gregoriana e viveva nella Chiesa di Santa Maria in Traspontina di Via della Conciliazione a Roma, a due passi da San Pietro. Ha scritto oltre 25 libri su vari temi di spiritualità.
Teologo carmelitano, padre Secondin aveva predicato gli esercizi spirituali per il Papa e la Curia nel 2015.
Nel 2014, Papa Francesco lo aveva nominato consultore della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e nel 2015 lo aveva chiamato a guidare ad Ariccia gli esercizi spirituali per la Curia nel tempo di Quaresima. Padre Secondin aveva scelto il tema “Servitori e profeti del Dio vivente”, una lettura pastorale del profeta Elia. Questi i titoli di alcune meditazioni: «Uscire dal proprio “villaggio”», «Cammini di autenticità» (le radici della fede e il coraggio di dire no all’ambiguità), «Sentieri di libertà» (dagli idoli vani alla pietà vera), «Lasciarsi sorprendere da Dio» (l’incontro con un Dio che è altrove e il riconoscimento del povero che ci evangelizza), «Giustizia e intercessione» (testimoni di giustizia e solidarietà), «Raccogliere il manto di Elia» (per divenire profeti di fraternità).
Al termine degli esercizi, il 27 febbraio 2015, il Papa lo aveva ringraziato con queste parole:
“A nome di tutti, anche mio, voglio ringraziare il Padre, il suo lavoro fra noi per i nostri Esercizi. Non è facile dare Esercizi ai sacerdoti! Siamo un po’ complicati tutti, ma Lei è riuscito a seminare. Che il Signore faccia crescere questi semi che Lei ci ha dato. E mi auguro anche, e auguro a tutti, che possiamo uscire di qua con un pezzetto del mantello di Elia, in mano e nel cuore. Grazie, Padre!”.
Padre Secondin era un uomo molto mite, ma sapeva essere forte e vivace nella parola. Era di casa alla Radio Vaticana. Per tre anni ha curato i commenti al Vangelo della domenica per il Radiogiornale delle 14.00 in lingua italiana. Interessante e da rammentare la sua riflessione per la Pentecoste del 27 maggio 2012: “Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future” (Gv 16, 12-14).
Sono molti i modi di descrivere lo Spirito Santo: è alito di vita, è dono, bellezza, genio e profezia; oppure è vento, fuoco, libertà, audacia, o anche è amore e verità. Pentecoste richiama questi e altri simbolici linguaggi, come ci mostrano i testi liturgici di questa solennità. Giovanni, nel Vangelo che proclamiamo, lo presenta come consolatore e difensore, in comunione di intenti col Padre e il Figlio. Ma soprattutto lo descrive come interprete di una verità che ha bisogno di trovare strade e linguaggi adeguati per portare verso il futuro. Egli è testimone di una pienezza di rivelazione già compiuta, ma non è semplicemente un passato codificato: è fermento ancora attivo e ispirazione di un futuro incompiuto che dobbiamo servire e amare. Le “molte cose ancora da dire”, come afferma Gesù, lasciando i suoi discepoli, ci vengono svelate, proprio dallo Spirito, nella loro continuità con la memoria e in relazione con il futuro che attendiamo. Nessuna fantasia di predizioni, nessun compito di spaventare con brutti annunci a futura memoria: ma una verità che profuma di amore, di misericordia, di sacrificio. Invochiamo con fiducia: Vieni Santo Spirito di Dio!
A Santa Maria in Traspontina erano frequentatissimi i suoi incontri di Lectio divina. “La Lectio divina si può definire con semplicità come una lettura riflessiva e un ascolto orante – da soli oppure in gruppo, in comunità – di un passo della Scrittura, della Bibbia, che però viene accolta come parola che Dio pronuncia per noi e che sotto l’influsso dello Spirito Santo ci porta a comprendere il cuore di Dio nei nostri riguardi, la nostra situazione davanti a Lui. Perciò ci vogliono meditazione e silenzio, preghiera e pentimento. E poi fiorisce anche in atteggiamenti di speranza, di impegno, di solidarietà e di dialogo”.
Sottolineava l’importanza che la Parola di Dio entrasse nella vita concreta di tutti i giorni: “E’ uno dei punti su cui noi facciamo molta attenzione: che la Parola sia rispettata in tutta la sua ricchezza. Quindi, un primo passaggio è di rispetto e di approfondimento sulla Parola come tale, perché la sua ricchezza a volte è nascosta dietro ad una parola, un’espressione, una frase. Seconda cosa: che questa luce interna alla Parola si riversi sul vivere, sui problemi, sui nodi, anche sui tunnel dolorosi della nostra vita, e li illumini come dall’interno, li sblocchi da certe difficoltà di comprensione e di accettazione, per arrivare a mettere insieme, in sintesi, la luce che Dio ci offre, la fatica del nostro comprendere e vivere la vita e fare insieme un cammino di fiducia e di reinterpretazione. Per questo la Lectio serve molto come orientamento sapienziale alla vita, come sostegno di percorsi che dobbiamo dall’interno della vita saper sciogliere e avviare”.
Padre Secondin, sempre disponibile, non ha mai fatto rumore, ma la sua predicazione ha segnato la vita di tanti fedeli che arrivavano alla Traspontina per la sua Lectio.