Putin – Russia e Vaticano pronti ad incontrarsi alla ricerca di obiettivi comuni.
Papa Francesco riceverà infatti in udienza in Vaticano, il prossimo 4 luglio, il Presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin. È il terzo incontro tra il Pontefice e Putin. Il primo risale al 25 novembre 2013. Il secondo incontro si è svolto il 10 giugno del 2015.
Nel 2013, al colloquio privato di 35 minuti è seguito il tradizionale scambio di doni. Il Pontefice ha regalato a Putin una formella di mosaico raffigurante i giardini vaticani, mentre a Papa Francesco è stata donata una copia dell’icona della Madonna di Vladimir molto venerata in Russia. Al centro dell’incontro la crisi siriana. Il Papa, in quell’occasione, ha sottolineato l’urgenza di far cessare le violenze» e di «favorire iniziative concrete per una soluzione pacifica del conflitto.
Nel 2015 il colloquio privato, nella Biblioteca del Palazzo Apostolico, è durato circa 50 minuti. Poi ha avuto luogo la presentazione del seguito e lo scambio dei doni. Il presidente Putin ha donato al Papa una rappresentazione in ricamo della Chiesa di Gesù Salvatore. Il Pontefice ha donato il medaglione dell’artista Guido Veroi che rappresenta l’angelo della pace e invita alla costruzione di un mondo di solidarietà e di pace fondato sulla giustizia, e una copia della Esortazione apostolica Evangelii Gaudium. Il colloquio – si legge nella nota diffusa in quell’occasione dalla Sala Stampa della Santa Sede – è stato dedicato principalmente al conflitto in Ucraina e alla situazione in Medio Oriente. Sulla situazione in Ucraina, il Santo Padre ha affermato che occorre impegnarsi in un sincero e grande sforzo per realizzare la pace. Per quanto riguarda Medio Oriente, Siria e Iraq, “è stato sostanzialmente confermato quanto già condiviso circa l’urgenza di perseguire la pace con l’interessamento concreto della comunità internazionale, assicurando nel frattempo le condizioni necessarie per la vita di tutte le componenti della società, comprese le minoranze religiose e in particolare i cristiani”.
Nel 2007 anche Papa Benedetto XVI ha ricevuto in udienza il presidente russo Valdimir Putin. I colloqui – si legge nella nota diffusa allora dalla Sala Stampa – si sono svolti “in un clima molto positivo”. “Hanno permesso di rilevare i cordiali rapporti esistenti fra la Santa Sede e la Federazione Russa, nonché la volontà reciproca di svilupparli ulteriormente, anche con specifiche iniziative di carattere culturale. In questo quadro sono stati esaminati alcuni temi bilaterali di comune interesse, attinenti anche alle relazioni fra la Chiesa Cattolica e la Chiesa Ortodossa, e sono state analizzate le questioni internazionali di attualità, in particolare quelle del Medio Oriente. Non si è mancato, infine, di prestare attenzione ai problemi dell’estremismo e dell’intolleranza, che costituiscono gravi minacce alla convivenza civile fra le Nazioni, sottolineando la necessità di preservare la pace e di favorire una risoluzione negoziata e pacifica dei conflitti”.
Nel quadro delle scelte di collocazione internazionale della Chiesa di papa Francesco la Russia ha occupato un posto non secondario. Il tessuto particolare di Buenos Aires, città che al suo interno contiene un microcosmo delle articolazioni cristiane del mondo europeo e mediorientale, con una presenza tra le altre di comunità religiose russe, ucraine, armene, ha caratterizzato la formazione e l’esperienza pastorale di Bergoglio, che è arrivato a Roma con un bagaglio di conoscenze che lo rendevano culturalmente attrezzato a comprendere le complesse dinamiche dell’universo russo. La Russia ha rappresentato un orizzonte primario nel quadro delle relazioni ecumeniche, alle quali Francesco ha dato nuovo impulso con alcune iniziative, tra le quali l’incontro con il patriarca di Mosca e di tutte le Russie Kirill è stato forse l’evento di maggiore significato storico. Nel quadro della sua visione del mondo globale alla Russia è attribuito un ruolo rilevante nel contesto internazionale.
L’Europa sembra essersi dimenticata delle origini e della tradizione storica, culturale e religiosa del cristianesimo. Putin non scorda quella della Russia e quindi è di fatto un alleato del Vaticano, perché al di là della tradizione cattolica e di quella ortodossa – comunque dottrinalmente più vicine tra loro rispetto al protestantismo – quello che contano sono i valori cristiani da difendere e da diffondere.
Il Vaticano ha interessi religiosi di libertà di evangelizzazione in Africa e in Asia, ma in Asia c’è l’opposizione della Cina e dell’India, in Africa quella spesso violenta e sanguinosa dell’Islam. Ebbene, ancora una volta Putin sembra essere più di qualsiasi altro l’uomo della Provvidenza in grado di fare il difensore della cristianità. In Vaticano sanno benissimo che Putin può essere lo strumento di una politica che garantisca le Chiese. E questo non è poco: interessi coincidenti, molto coincidenti.