Russia – 9 Maggio: la festa di un grande popolo

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9 Maggio – Voi direte, ma oggi non è il 9 Maggio ma cambia ben poco. Nel poeriggio nella capitale una grande marcia festosa partirà da Castel Sant’Angelo per celebrare quegli invincibili, quel grande popolo che tanto ha sofferto e combattuto per la difesa e la grandezza della propria patria. La grande Madre Russia va sempre onorata e rispettata.
Così dalle 14 russofoni di Roma ma di tante altre città italiane si ritroveranno al suono di musica, canti patriottici, bandiere, colori, in un’atmosfera di festa per ricordare amici, parenti, connazionali che hanno dato la vita per il proprio paese.
Nei prossimi giorni vi documenteremo la giornata con foto e resoconti, ma per ora andiamo a ricostruire il significato di questa giornata.

Come ogni anno, la Russia celebra la Vittoria. Il nove maggio infatti il Paese festeggia la fine della Grande guerra patriottica e la sconfitta delle truppe naziste. Da Mosca a Vladivostok, ogni russo, grandi e bambini, ricorda e rende omaggio agli eroi che hanno perso la propria vita per difendere la Patria.

L’evento più spettacolare sicuramente avviene nella capitale, dove una colossale parata di mezzi militari attraverserà le vie del centro fino ad arrivare in Piazza Rossa.

L’anno scorso, per il 70 anni della Vittoria, all’ombra delle cupole di San Basilio hanno sfilato 16.000 soldati, 194 veicoli e 150 tra aerei ed elicotteri. La prima parata per festeggiare la Vittoria si tenne il 24 giugno 1945. Tuttavia, a parte gli anniversari del 1965 e del 1985, la tradizione di marciare ogni anno il 9 maggio prese piede solamente nel 1995.

Per vedere il video della grande parata per il 70esimo anniversario della Vittoria, cliccare qui

Nonostante siano passati così tanti decenni, il senso di patriottismo è ancora forte. E continua a scuotere e a commuovere il Paese ancora oggi. Ma perché in Russia non si parla di Seconda guerra mondiale, ma di Grande guerra patriottica?

Questa denominazione risale al messaggio via radio di Stalin ai cittadini, trasmesso il 3 luglio 1941, quando il capo dell’Unione Sovietica esortò la nazione intera a opporsi agli invasori. Questo termine è utilizzato nella Russia di oggi e in una serie di Paesi Csi (Comunità degli Stati indipendenti). Tuttavia al di là dei confini dell’ex Unione Sovietica non è altrettanto diffuso.

Non tutti lo sanno, ma a quei tragici combattimenti presero parte anche moltissime donne: partecipavano a incursioni clandestine e si avvicinavano ai gruppi di partigiani. Venivano chiamate le Signore della guerra e si stima che le ragazze che indossarono la divisa fossero almeno 800mila.

Tuttavia non furono solo persone a mostrare il loro valore durante il secondo conflitto mondiale: circa 60mila cani di razze diverse, così come meticci, vennero arruolati nell’esercito. I cani aiutavano i soldati su ogni fronte: fiutavano le mine, estraevano i feriti dalle macerie o partecipavano incluso ai combattimenti. A volte venivano utilizzati come kamikaze: venivano avvolti con esplosivi e inviati sotto i carri armati nemici e fatti esplodere. Durante la Battaglia di Mosca, nell’autunno del 1941, un gruppo di carri armati nemici che stavano cercando di sfondare le linee sovietiche, indietreggiarono al vedere un gruppo di cani correre verso di loro. Il timore era giustificato, sapevano che i cani facevano saltare in aria i carri blindati.

Durante la Seconda Guerra Mondiale, i cani fecero saltare in aria oltre 300 carri armati tedeschi, l’equivalente di due divisioni corazzate. Alla guida di slitte in inverno e di piccoli carri in estate, poi, trasportavano munizioni sul fronte e portavano i feriti sul loro dorso.

Qualcuno di voi sa perché il Nove Maggio c’è sempre bel tempo? Il Giorno della Vittoria è una festa troppo importante per permettere alla pioggia di rovinarla. Per questo motivo, da alcuni anni, con l’aiuto della tecnologia per il controllo atmosferico, a Mosca si cacciano le nuvole prima della grande parata: questa tecnologia si chiama in maniera informale “mitragliamento di nuvole” ed è stata elaborata già in tempi sovietici. Il processo stesso di dispersione delle nuvole avviene a una distanza di 50-150 chilometri dal luogo dove è necessario assicurare bel tempo. A seconda del tipo di nuvola, viene utilizzato un preparato di diossido di carbonio, azoto liquido o cemento. L’umidità si raccoglie di conseguenza intorno ai nuclei di questo reagente disperso e a Mosca le nuvole ci arrivano “disidratate”. Le nuvole in maggior misura portatrici di pioggia vengono bombardate con ioduro d’argento.

 




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