Sabato 28 novembre e sabato 5 dicembre due conferenze sulla tradizione monastica erboristica.
Sono gratuite ma bisogna prenotarsi.
Nell’Alto Medioevo si assiste ad una sorta di semplificazione e modifica del bagaglio culturale medico dell’antichità: mentre la tradizione teorica medica greco-romana e alessandrina rimase come patrimonio della cultura bizantina, nell’Occidente cristiano questa venne modificata (come sotto descritto), residuandone solo una piccola parte conservata nelle biblioteche dei monasteri od ancora insegnata, seppure in pochi centri, in Francia o nelle aree di tradizione bizantina, come Ravenna. Il lato teoretico della medicina fu quindi isolato e ridotto al minimo indispensabile, dando invece preferenza alla terapia.
I testi medici che circolavano tra V e X secolo nei grandi monasteri e nelle rare scuole erano infatti compilazioni di materiali tra i più disparati, per lo più finalizzate all’insegnamento: brevi opere teorico-pratiche, raccolte di farmacopee o, spesso, manuali pratici dove le varie malattie venivano descritte in maniera sommaria con l’indicazione della relativa terapia. Tra questo materiale si trovavano alcuni testi ippocratici, qualche più raro testo galenico, rimaneggiamenti di opere di Mustio, Aureliano Celio, Sereno Psammonico e di autori più tardi come Paolo di Egina od Oribasio.
La medicina altomedievale fu essenzialmente una medicina pratica, basata sull’insegnamento diretto e sull’uso di terapie consacrate dalla tradizione. Dal punto di vista pratico, la medicina dell’alto medioevo differì poco quindi da quella dell’antichità, rimanendo un patrimonio di laici di diversa estrazione, probabilmente piuttosto bassa. Pare che nell’alto medioevo non esistessero veri e propri centri di insegnamento e la acquisizione di questa arte avveniva direttamente tra maestro e discepolo o tra padre e figlio. Quindi in parole povere non esisteva una vera e propria autorizzazione all’arte medica da parte delle autorità. Un discorso a parte dovrebbe essere fatto per i medici ebrei, di cui troviamo numerose testimonianze nelle fonti altomedievali: per loro ovviamente non valevano i preconcetti cristiani sulla medicina, per cui avevano continuato ad esercitare basandosi sulla tradizione medica antica.
La cura fisica, per il cristiano, era subordinata a quella spirituale, l’assistenza ai malati veniva considerata come un vero atto di carità cristiana, espressione del suo amore verso Dio. Detto questo non esisteva però alcun filone organico di medicina medioevale.