Paterloo – Un ritratto epico degli eventi legati ai fatti di Peterloo, quando nel 1819 un pacifico raduno pro-democrazia riunitosi presso St Peter’s Fields a Manchester si trasforma in uno degli episodi più sanguinosi e tristemente noti della storia britannica. Una folla di oltre 60.000 persone radunate per richiedere riforme politiche e per protestare contro i crescenti livelli di povertà viene attaccata dalle forze governative. Molti manifestanti furono uccisi e centinaia rimasero feriti, dando vita a proteste in tutta la nazione, ma anche a nuove repressioni da parte del governo. I fatti di Peterloo rappresentano un momento fondamentale nella definizione della democrazia britannica e hanno giocato un ruolo importante anche nella fondazione del quotidiano The Guardian. Scritto e diretto da Mike Leigh Prodotto da Georgina Lowe per Thin Man Films con Rory Kinnear, Maxine Peake, Neil Bell, Philip Jackson, Vincent Franklin, Karl Johnson, Tim McInnerny Peterloo è una pellicola tutta da seguire specialmente per gli appassionati di storia.
La Storia
Dopo venti anni di guerra in Europa, la Francia di Napoleone Bonaparte viene sconfitta nella Battaglia di Waterloo dall’esercito britannico guidato dal Duca di Wellington, alleato con le truppe prussiane del feldmaresciallo Blücher. Sul campo di battaglia di Waterloo, un giovane trombettiere, Joseph, rimane immobile in mezzo alla devastazione. Si odono ovunque esplosioni e colpi di fucile. Più tardi, i soldati sopravvissuti provano a far ritorno alle proprie case. Joseph è fra loro. A Londra, il Primo Ministro, Lord Liverpool, presenta una mozione in Parlamento per ricompensare il Duca di Wellington, vincitore di Waterloo, con la sbalorditiva somma di 750 mila sterline. La proposta viene ampiamente approvata. Il Generale Byng, sottoposto del Duca di Wellington, fa visita al Segretario di Stato, Lord Sidmouth il quale, come riconoscimento per i servigi del Generale, lo nomina Comandante del Distretto Settentrionale. Sidmouth spiega che Manchester e i centri limitrofi del Lancashire sono minacciati dal pericolo di rivolte. Il sottosegretario Hobhouse fornisce a Byng informazioni circa le attività dei ribelli nel nord.
Traumatizzato dalla battaglia di Waterloo, un giovane soldato, Joseph, torna a Manchester dall’affettuosa ma povera famiglia di operai. Il vincitore del conflitto, Wellington, è ricompensato lautamente dal Parlamento e al suo sottoposto, il Generale Byng, è affidato l’incarico di gestire il malcontento nel nord dell’Inghilterra. Il popolo del dopoguerra soffre la disoccupazione, cattivi raccolti e restrizioni sull’importazione dei cereali. Non ha diritto al voto e assemblee popolari pro-democrazia vengono tenute sia da radicali moderati che da agitatori più estremisti. Joseph partecipa a queste riunioni assieme al padre e al fratello, mentre la madre è scettica. I giudici di Manchester infliggono punizioni severe, le spie governative abbondano e il Ministero degli Interni a Londra intercetta la posta. Quando il Principe Reggente viene attaccato in pubblico, il Parlamento decide di sospendere i diritti dei cittadini. Bamford e Healey, radicali del Lancashire, ritornano dalla capitale parlando in modo entusiasta del famoso oratore Henry Hunt e suggeriscono di invitarlo a parlare nel corso di una grande manifestazione che si sta organizzando a St Peter’s Field. Il piano prende forma e slancio, anche le donne riformiste si uniscono. Mentre le violente unità locali di cavalleria preparano le armi, i giovani leader radicali vengono incarcerati. Hunt arriva a Manchester. Furioso alla scoperta che l’assemblea è stata rimandata, alloggia malvolentieri a casa del proprietario del quotidiano radicale della città. Convinto ad utilizzare solamente mezzi pacifici, mette da parte Bamford, che invece vorrebbe armare alcuni dei dimostranti, e garantisce ai giudici ostili che non darà loro motivo per arrestarlo. Questi dal canto loro scoprono che il Generale Byng prevede di essere assente il giorno della manifestazione e che manderà un delegato in sua vece. Quel giorno, sono in migliaia a marciare, e Joseph e la sua famiglia sono fra questi. I giudici tentennano e bisticciano, ma alla fine decidono di inviare la cavalleria e l’esercito armato. È un massacro. In molti sono feriti. Joseph viene ucciso. Byng è altrove a godersi una corsa di cavalli. Di fronte alla carneficina i giornalisti, riferendosi a Waterloo, soprannominano l’evento “il massacro di Peterloo”. Il Principe Reggente si congratula con i giudici. La famiglia seppellisce Joseph, ma resta la crudeltà dell’evento.
La tragedia
Armati di sciabole appena affilate i soldati , lanciarono i propri cavalli verso la folla che si era riunita. Seguì il panico generale. Gli ussari sopraggiunsero quando già si era diffuso il panico e il caos. Una polvere densa riempiva l’aria. Sotto il bagliore del sole, nel fervore del momento, gli animi si accesero da entrambe le parti, anche se i militari della guardia nazionale e di quella locale furono più aggressivi e feroci che i manifestanti indifesi. Oltre 300 testimoni riferirono di come la folla fu impossibilitata a scappare perché tutte le possibili vie di fuga erano state bloccate dalle truppe, e di come uomini donne e bambini furono falciati, accoltellati, spintonati, soffocati e calpestati. Quel primo pomeriggio, St. Peter’s field era deserta, la piazza era ricoperta di morti e feriti, bandiere abbandonate, vestiti e altri detriti. Gli oratori e gli organizzatori, Hunt incluso, furono accusati di cospirazione e assemblea non autorizzata. E, lontano dall’ascoltare o comprendere le rimostranze della gente, il Principe Reggente mandò un messaggio di congratulazioni ai giudici, all’esercito e alle milizie locali. L’opinione pubblica era indignata. I fatti tragici di Peterloo ebbero un profondo effetto. Finirono per modificare l’atteggiamento generale verso la democrazia e c’è voluto un secolo prima che la Gran Bretagna raggiungesse il suffragio universale, il cui viaggio iniziò senza dubbio a Manchester quello storico giorno del 1819.
Il messaggio dei tragici fatti di Peterloo per il mondo del XXI secolo è chiaro, e parla ai nostri tempi e alle nostre speranze.