Guardia Costiera – Monitoraggio situazione Sea Watch 3

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Guardia Costiera – Nella mattinata dello scorso 19 gennaio, la nave Sea Watch 3 procedeva al soccorso, in area SAR  di responsabilità libica, di 47 migranti su un unità in difficoltà. Terminate le operazioni di soccorso, senza il coordinamento dell’autorità SAR competente, l’unità, a causa delle condizioni metereologiche in peggioramento, inizialmente procedeva nella navigazione verso Lampedusa e successivamente verso la Sicilia orientale per trovare riparo.

L’unità, a causa delle condizioni meteo avverse, è entrata nelle acque territoriali italiane e alla stessa è stato assegnato un punto di fonda  a largo delle coste di Siracusa (a 1 miglio -2 km – a Nord di punta Maglisi), per garantire la sicurezza dell’unità e delle persone a bordo. Sul posto presenti motovedette della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza.

Alle specifiche indicazioni della Guardia Costiera sul suo intervento ecco la risposta della politica.

I tre ministri che, hanno iol compito di gestire la situazione hanno approcciato il problema in modo quasi unanime.

Aiuti, medicine e cibo ai migranti ma nessuno sbarco, nonostante le consuete pressioni di qualche sindaco che vorrebbe prendere decisioni che non gli spettano.

La nave Ong Sea Watch 3 avrà dal governo italiano supporto medico e sanitario qualora ne avesse necessità, ma la invito ancora a puntare la prua verso Marsiglia. Questa nave, come vedete in foto, batte bandiera olandese e si trova ora a pochi chilometri dalle coste italiane- ha dichiarato Luigi Di Maio su Facebook– Per questo ritengo opportuno convocare immediatamente l’ambasciatore olandese e chiedergli che intenzioni abbia il suo governo“.

Non c’è alcun desiderio di sequestrare i 47 immigrati della Sea Watch– ha aggiunto ancora Matteo Salvini– non vediamo l’ora di farli arrivare, sani e salvi, in altri paesi europei. Nessuno spazio in Italia”. E trova anche l’appoggio del ministro alle Infrastrutture Toninelli che punta ancora il dito verso la Francia. La questione, quindi, si prefigura tutt’altro che immediata e di semplice risoluzione e ci si aspetta l’ennesimo braccio di ferro tra i governi europei.




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