Religione e politica – Il Tomos ucraino della discordia

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Tomos – È stato pubblicato sul sito del Patriarcato di Costantinopoli Il Tomos ucraino. Il ruolo direttivo del patriarca ecumenico è la causa della rottura con Mosca.
E’ forte ed evidente la sottomissione a Costantinopoli della Chiesa Ucraina in tutte le questioni canoniche, oltre alla concessione simbolica del Sacro Crisma per i sacramenti. Il patriarcato ecumenico conferma così la propria vocazione “primaziale” all’interno dell’Ortodossia universale, proprio la questione su cui si è consumata la rottura con il patriarcato di Mosca e con le altre Chiese ad esso solidali. La nuova Chiesa dovrà essere chiamata “Santissima Chiesa dell’Ucraina”, e non “in Ucraina” come nelle prime versioni diffuse (ogni Chiesa riceve una speciale denominazione a seconda del Tomos istitutivo).
L’autocefalia ucraina esalta quindi il ruolo direttivo di Costantinopoli, che conserva i “diritti stavropegiali”, cioè di presenza diretta nel Paese attraverso i propri esarchi.
Nei giorni scorsi lo stesso presidente ucraino Poroshenko, insieme al metropolita Epifanyj, ha visitato la chiesa del Salvatore a Berestovo, che sarà a disposizione del patriarcato ecumenico. Si tratta di una delle più antiche chiese ucraine, dove nel 1157 vennero deposte le spoglie del principe kievano fondatore della città di Mosca, Jurij Dolgorukij. La chiesa non era finora aperta al pubblico, essendo in restauro da quasi 20 anni, e ora diventerà uno dei centri della guida pastorale “ecumenica” della nuova ortodossia ucraina.
In un’intervista alla BBC uno degli esarchi costantinopolitani, l’arcivescovo Daniil, ha ammonito il “patriarca emerito” Filaret (Denisenko) a non intromettersi nell’amministrazione ecclesiastica, lasciando al metropolita Epifanyj (suo ex-segretario) “la libertà di agire come vero primate della sua Chiesa… Siate un nonno spirituale, un padre, consigliate, ma lasciategli fare il suo lavoro!”. Daniil ha ricordato che a Filaret è stato concesso di mantenere il titolo (auto-assegnato) di patriarca “in ragione della veneranda età”, anche se ufficialmente egli è soltanto l’ex-metropolita di Kiev.
Il Sinodo ha anche nominato come “capo della restaurata Stavropegia ecumenica di Kiev” l’archimandrita Mikhail (Anishenko), che da anni fungeva da “parroco spirituale” della comunità ortodossa di Antalya in Turchia, appartenente alla metropolia di Pisidia. Lo stesso giorno il presidente Poroshenko ha insignito dell’ordine statale del principe Jaroslav il Saggio i due metropoliti della giurisdizione moscovita che hanno partecipato al Concilio di unificazione, Simeon (Shostatsky) e Anatolij (Drabinko).

Ecco il testo integrale: Bartolomeo, per grazia di Dio Arcivescovo di Costantinopoli-la Nuova Roma, e Patriarca Ecumenico:
“Vi siete accostati al monte Sion… all’assemblea dei primogeniti” (Eb 12,22-23), come il beato Paolo, apostolo delle genti, dichiara a tutti i fedeli, paragonando in modo appropriato la Chiesa alla montagna, per affermare la convinzione e il riconoscimento, nonché la fermezza e la stabilità. Perché sebbene la Chiesa di Dio sia, e sia chiamata, un solo gregge e un solo corpo di Cristo – ovunque condividendo la confessione della fede Ortodossa, la comunione attraverso i sacramenti nello Spirito Santo e la costanza della successione apostolica e dell’ordine canonico – già dai primi tempi apostolici essa consiste anche delle Chiese locali e indigene, autogestite internamente dai propri stessi pastori, maestri e servitori del Vangelo di Cristo, vale a dire i propri Vescovi regionali, non solo per il significato storico e secolare di queste città e terre, ma anche per le particolari esigenze pastorali di questi luoghi.
Pertanto, nella misura in cui il paese devotissimo e protetto da Dio dell’Ucraina è stato fortificato e ingrandito dalla provvidenza celeste, avendo acquisito anche una completa indipendenza politica, e in quanto i suoi dirigenti civili e ecclesiastici hanno desiderato ardentemente la sua autonoma amministrazione ecclesiastica per più di trenta anni – in tal modo riecheggiando precedenti richieste simili rivolte periodicamente dal proprio popolo al santissimo trono apostolico di Costantinopoli, che è obbligato da una lunga tradizione canonica a prendersi cura delle sante Chiese ortodosse che affrontano difficoltà, specialmente quelle con cui è sempre stata associata attraverso legami canonici, come la storica Metropolia di Kyiv – la nostra modestia, insieme con i nostri reverendi Metropoliti e i più onorevoli fratelli carissimi e concelebranti nello Spirito Santo, nella preoccupazione imperativa della Grande Chiesa di Cristo nel mondo ortodosso per la guarigione di antichi scismi e divisioni nelle Chiese locali, unanimemente determina e dichiara che l’intera Chiesa ortodossa contenuta entro i confini dello stato dell’Ucraina, politicamente costituito e del tutto indipendente, con le sue sacre metropolie, arcidiocesi e sedi episcopali, i suoi monasteri e le sue parrocchie, così come tutte le istituzioni ecclesiastiche che operano attraverso il Fondatore della Chiesa Una, Santa, Cattolica e Apostolica, il nostro Signore Uomo-Dio e Salvatore Gesù Cristo, sarà in futuro canonicamente a u t o c e f a l a, indipendente e auto-amministrata, avendo e riconoscendo come suo primo gerarca in tutte le questioni ecclesiastiche il suo Primate canonico presidente, che deve recare il titolo di “Sua Beatitudine Metropolita di Kyiv e di tutta l’Ucraina”, senza alcuna aggiunta o cancellazione lecita a questo titolo senza il permesso della Chiesa di Costantinopoli. Questo Primate presiederà il Santo Sinodo, composto annualmente da Gerarchi invitati per rotazione e anzianità da coloro che prestano servizio all’interno dei confini geografici dell’Ucraina. È così che gli affari della Chiesa saranno governati in questa terra, come dichiarano i sacri e santi Canoni, liberamente e nello Spirito Santo e senza impedimenti, lontano da ogni altra interferenza esterna.
Inoltre, riconosciamo e dichiariamo questa Chiesa autocefala, stabilita entro i confini del territorio sovrano dell’Ucraina per mezzo di questo Tomos Patriarcale e Sinodale sottoscritto, come nostra figlia spirituale, e raccomandiamo che tutte le Chiese ortodosse in tutto il mondo la riconoscano e la commemorino col nome di “Santissima Chiesa dell’Ucraina” con la sua sede nella storica città di Kiev, senza possedere d’ora in poi il diritto di stabilire vescovi o di elevare altari extra-territoriali in regioni già legalmente dipendenti dal Trono Ecumenico, che ha la competenza canonica sulla diaspora, ma restringendo la sua giurisdizione ai territori dello Stato dell’Ucraina. In effetti, conferiamo a quest’Autorità ecclesiastica autocefala tutti i necessari privilegi e i diritti sovrani, così che da oggi il metropolita di Kiev e di tutta l’Ucraina commemorerà “Ogni Diocesi Ortodossa” durante la liturgia, mentre il coro circostante dei santissimi Gerarchi commemorerà il suo nome di Primo Gerarca e Primate della santissima Chiesa in Ucraina. Per quanto riguarda le questioni relative all’amministrazione ecclesiastica interna, queste saranno valutate, giudicate e determinate in modo esclusivo dal Primate e dal Santo Sinodo, aderendo agli insegnamenti evangelici e alle altre norme, in conformità con la Tradizione sacra e le venerabili regole canoniche della nostra Santa Chiesa Ortodossa, così come l’insegnamento e l’ingiunzione del Canone 6 del Primo Concilio Ecumenico di Nicea, che stabilisce che “mentre il voto comune di tutti è ragionevole e conforme al canone ecclesiastico, nei casi in cui due o tre non siano d’accordo in ragione della rivalità personale, prevale il voto della maggioranza”, pur preservando il diritto di tutti i Gerarchi e degli altri membri del clero di rivolgere petizioni d’appello al Patriarca ecumenico, che ha la responsabilità canonica di emettere irrevocabilmente un giudizio su questioni relative ai vescovi e agli altri sacerdoti delle Chiese locali, in accordo con i sacri Canoni 9 e 17 del Quarto Concilio Ecumenico di Calcedonia.
In aggiunta a quanto sopra, dichiariamo che la Chiesa autocefala in Ucraina riconosce come suo capo il santissimo Trono Ecumenico Apostolico e Patriarcale, proprio come fa anche il resto dei Patriarchi e dei Primati, avendo del resto insieme agli altri suoi obblighi e responsabilità canoniche, come sua principale missione, la conservazione della nostra Fede Ortodossa inviolabile, così come l’unità canonica e la comunione con il Patriarcato Ecumenico e le altre incrollabili Chiese ortodosse locali. Inoltre, il metropolita di Kyiv e tutta l’Ucraina, così come i Gerarchi della santissima Chiesa di Ucraina, sono ormai eletti in conformità con le disposizioni dei santi e sacri Canoni, così come i regolamenti pertinenti della sua Carta Costituzionale, insieme al necessario accordo in tutte le questioni sui regolamenti con il presente Tomos Patriarcale e Sinodale. Tutti i Gerarchi hanno il dovere di pascere il popolo di Dio in un modo gradito a Dio, procedendo nel timore di Dio, nella pace e nella concordia, nel loro paese e nella Chiesa.
Nondimeno, affinché il vincolo di unità spirituale e di associazione delle sante Chiese di Dio rimanga immutato in ogni modo – poiché ci è stato ordinato di “mantenere l’unità dello Spirito nel vincolo della pace” (Ef 4,3) – Sua Beatitudine, il metropolita di Kiev e tutta l’Ucraina, è tenuto a commemorare, secondo le antiche tradizioni dei nostri santi Padri, il Patriarca ecumenico, le loro Beatitudini e i Patriarchi e gli altri primati delle Chiese locali autocefale, nella sequenza dei Dittici, secondo l’ordine canonico, assumendo il proprio posto dopo il Primate della Chiesa nelle terre di Cechia e Slovacchia, sia nei sacri dittici che nelle assemblee ecclesiastiche.
Allo stesso tempo, la Chiesa ortodossa in Ucraina, attraverso il suo Primate o il canonico locum tenens sul Trono di Kyiv, è obbligata a partecipare a periodiche consultazioni inter-ortodosse su importanti questioni canoniche, dottrinali e di altro genere, in accordo con la sacra consuetudine dei Padri che ha prevalso sin dalle origini. Il Primo Gerarca, dopo essere stato insediato, deve anche inviare immediatamente le necessarie Lettere Ireniche riguardanti il suo insediamento sia al Patriarca Ecumenico che agli altri Primati, così come ha anche il diritto di ricevere le stesse, mentre intraprende il suo viaggio irenico come di consueto dalla Chiesa del Primo Trono di Costantinopoli, da cui riceverà allo stesso modo il Santo Crisma come affermazione della sua unità spirituale con quest’ultimo. Nel caso di questioni primarie di natura ecclesiastica, dottrinale e canonica, Sua Beatitudine, il Metropolita di Kiev e di tutta l’Ucraina, deve, a nome del Santo Sinodo della sua Chiesa, rivolgersi al nostro santissimo Trono Patriarcale ed Ecumenico, cercando il suo autorevole parere e conclusivo sostegno, mentre le prerogative del Trono Ecumenico sull’Esarcato e le sacre istituzioni stavropegiali in Ucraina devono essere mantenute immutate.
Di conseguenza, sulla base di tutto quanto sopra e sulla base di queste condizioni, la nostra Santa Grande Chiesa di Cristo benedice e dichiara la Chiesa ortodossa in Ucraina come autocefala, invocando i doni abbondanti di Dio e i tesori sconfinati dello Spirito Santo sulla venerabile Gerarchia, sul clero virtuoso e sul popolo devoto in tutta la terra dell’Ucraina, e pregando che il Primo e Sommo Sacerdote Gesù Cristo – attraverso le intercessioni della nostra santissima e benedetta signora, la Madre di Dio e sempre vergine Maria; il santo e glorioso principe Vladimir, uguale agli apostoli; la santa e gloriosa regina Olga; i nostri padri venerabili e portatori di Dio, gli asceti e i monaci della Lavra di Kyiv e di tutti i monasteri – possano sostenere per sempre la Chiesa autocefala dell’Ucraina, ora considerata nel corpo della Chiesa una, santa, cattolica e apostolica, e garantirle stabilità, unità, pace e crescita per la sua gloria e quella del Padre e dello Spirito Santo.
Queste cose, quindi, sono giudicate e determinate, proclamate gioiosamente dal venerabile Centro dell’Ortodossia, essendo state ratificate in sinodo, mentre questo Tomos Patriarcale e Sinodale è stato emesso per protezione permanente, essendo registrato e firmato nel Codice della Grande Chiesa di Cristo a Costantinopoli, consegnato in copia identica e precisa a Sua Beatitudine Epifanios, il primate della Santissima Chiesa dell’Ucraina, ed a Sua Eccellenza il Presidente dell’Ucraina, il Sig. Petro Poroshenko, per la verifica duratura e la conferma permanente.




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