Papa Francesco scende in campo per la tutela dell’acqua

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Papa – L’acqua è fondamentale per la vita. In tante zone del mondo, nostri fratelli e sorelle non possono avere una vita dignitosa proprio per la mancanza d’accesso all’acqua pulita. Le drammatiche statistiche della sete, soprattutto la situazione di quelle persone che si ammalano e spesso muoiono a causa dell’acqua insalubre, è un’immane vergogna per l’umanità del XXI secolo.

Con queste parole Papa Francesco è sceso in campo a difesa di un bene molto prezioso: l’acqua.
L’occasione è il messaggio del Papa ai partecipanti alla Conferenza internazionale sul tema dell’accesso all’acqua potabile per tutti. Tale accesso – scrive il Pontefice – deve essere riconosciuto come un “diritto che scaturisce dalla dignità umana, dunque incompatibile con la concezione dell’acqua come una qualsiasi merce”.

Purtroppo, in molti dei Paesi in cui la popolazione non ha un accesso regolare all’acqua potabile non manca la fornitura di armi e munizioni che continuano a deteriorare la situazione! La corruzione e gli interessi di un’economia che esclude e che uccide prevalgono troppo spesso sugli sforzi che, in modo solidale, dovrebbero garantire l’accesso all’acqua. Le statistiche della sete richiedono volontà e determinazione, e tutti gli sforzi istituzionali, organizzativi, educativi, tecnologici e finanziari non possono venir meno.

Ho già proposto alcune considerazioni su questo argomento nell’Enciclica Laudato si’ e nel recente Messaggio in occasione della Giornata di preghiera per la salvaguardia del creato. Spero che coloro che intervengono e partecipano a questa Conferenza possano condividere nei loro ambiti professionali e politici l’urgenza, la volontà e la determinazione necessarie. La Santa Sede e la Chiesa sono impegnate a favore dell’accesso all’acqua potabile per tutti. Questo impegno si manifesta in molteplici iniziative quali la realizzazione di infrastrutture, la formazione, l’advocacy, l’assistenza alle popolazioni in pericolo il cui approvvigionamento in acqua è compromesso, tra cui i migranti, e il richiamo a quell’insieme di riferimenti etici e di principi che scaturiscono dal Vangelo e da una sana antropologia.

Un’adeguata antropologia è, infatti, indispensabile per stili di vita responsabili e solidali, per una vera ecologia (cfr Laudato si’, 118; 122), nonché per il riconoscimento dell’accesso all’acqua potabile come diritto che scaturisce dalla dignità umana, dunque incompatibile con la concezione dell’acqua come una qualsiasi merce. I principi e valori evangelici devono condurre all’impegno concreto di ciascuno verso il raggiungimento del bene comune dell’intera famiglia umana (cfr Esort. ap. Evangelii gaudium, 179-183). Dal punto di vista della fede, in ogni uomo assetato percepiamo la stessa immagine di Dio, come leggiamo nel Vangelo di Matteo: «ho avuto sete e non mi avete dato da bere» (Mt 25,42). Questa Conferenza opportunamente coinvolge esponenti di diverse fedi e culture; la duplice dimensione spirituale e culturale dell’acqua non va mai trascurata, in quanto essa è centrale nel plasmare il tessuto sociale, la convivenza e l’organizzazione comunitaria.

Vi invito a meditare sulla simbologia dell’acqua nelle principali tradizioni religiose, esortandovi ugualmente alla contemplazione di questa risorsa che, come scriveva San Francesco d’Assisi, è «multo utile et humile et preziosa et casta».

Imploro la benedizione dell’Altissimo Creatore su ciascuno di voi, sulle vostre famiglie, sulle iniziative volte a una migliore gestione dell’acqua. Auguro ogni bene per i vostri lavori e vi chiedo per favore di pregare per me.




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