Scherma campioni in pedana e nella vita: Mara Navarria

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Mara Navarria – Dalla Cina è tornata come la ‘Regina di spade’. Mara Navarria ha vinto e convinto in Cina e noi le dedichiamo un approfondimento che merita.
“Sul podio ho portato l’Italia, ma nel cuore ho anche un’altra bandiera – ha detto la campionessa ricordando le sue radici friulane (nata a Udine e cresciuta a Carlino) e raccontando del suo impegno – . Ho lavorato intensamente per migliorarmi allenandomi anche in immersione nell’acqua. Un approccio innovativo che ha dato i suoi risultati – ha spiegato al presidente che si è interessato agli aspetti tecnici della preparazione e che ha sottolineato come quello di Mara sia un talento sportivo coltivato, fin da bambina, con determinazione e pervicacia”.

Mara Navarria è dunque la nuova Campionessa del Mondo di spada femminile, dopo aver sconfitto in finale la rumena Ana Maria Popescu con il punteggio di 13-9. Un vero e proprio capolavoro quella della friulana, che ha chiuso con il massimo risultato la sua miglior stagione della carriera, centrando anche la conquista della Coppa del Mondo.

Una vittoria di grandi sacrifici, con Mara che ha saputo tornare competitiva dopo la nascita di suo figlio, che ha saputo ripartire dopo la morte del suo maestro Oleg Pouzanov (al quale ha rivolto un grazioso omaggio e parole di stima infinita) e dopo la mancata qualificazione alle Olimpiadi. A 33 anni si è tolta la soddisfazione più grande della carriera, centrando anche la prima medaglia importante a livello individuale.

Una finale molto combattuta, che l’azzurra ha saputo gestire con tranquillità. Alla prima pausa Navarria si è trovata sotto per 3-2, per poi cominciare la sua rimonta ed arrivare sul 7-7 al termine dei seconda pausa. Da quel momento Mara è stata perfetta allungando sul 12-9 e poi gestendo al meglio il vantaggio, per poi liberare le lacrime e l’urlo di gioia per una vittoria meravigliosa.

In semifinale Navarria aveva superato la svizzera Staehle (bronzo con l’americana Hurley) con il punteggio di 15-8. Un assalto totalmente dominato dall’azzurra, che ha condotto con molta tranquillità e senza mai avere un attimo di difficoltà. In precedenza la nativa di Udine si era resa protagonista di una bella vittoria nei quarti di finale contro l’estone Katrina Lehis. La friulana ha sconfitto per 15-9 la campionessa d’Europa in carica, accedendo così alla zona medaglie. Negli ottavi, invece c’era stato il successo sull’americana Katharine Holmes sempre per 15-9, mentre nei primi due assalti a cedere erano state l’ungherese Anna Kun (15-9) e la francese Auriane Mallo (15-11).

Lei stessa sul suo sito si descrive così: “Sono nata un pomeriggio tranquillo d’estate, il 18 luglio 1985, a Udine. Ho trascorso la mia infanzia a Carlino, un piccolo paesino della Bassa Friulana. Ero una bambina vivace e sorridente, amavo la natura e mi piaceva stare all’aria aperta.

La mia esperienza di avvicinamento allo sport non ha niente di particolare, forse sono (solo) stata una bambina fortunata. Sono la seconda di quattro figli. I miei genitori, per la promozione con buoni voti, ci regalavano pattini, biciclette, palle e volani di tutti i tipi. Usavamo una parte di giardino come campo da racchettoni e pallavolo, un’altra come campo da calcio. Assieme alla mia sorella più grande ho praticato per qualche mese danza e pallavolo, ma di queste attività non ho molti ricordi. In estate frequentavo corsi di nuoto finché non mi ritrovai a pagaiare sotto il sole estivo nella foce di un fiume vicino casa e raggiungibile in bicicletta.

“Genitori poco sportivi, ma attenti a farci fare attività fisica”. Non mi hanno insegnato ad essere competitiva, mi hanno insegnato a rispettare le regole.

La scherma è arrivata grazie a mio fratello Enrico. Fu il primo a calcare le pedane di scherma. Papà e mamma lo avevano spronato a provare la nuova disciplina ed erano rimasti colpiti dal clima positivo che si vive nelle palestre di scherma. Ben presto i fratelli Navarria, si ritrovarono in guardia con un fioretto in mano.

Avevo 10 anni. All’inizio la scherma era un gruppo di amichetti con cui parlare di cartoni animati e di musica due volte alla settimana, tra catechismo e lezioni di chitarra. Non mi impegnavo molto e il mio Maestro diceva che ero una sfaticata. Quando però iniziano le prime vere gare e i primi successi, sento crescere la soddisfazione. Qualcosa in me “scatta” come per magia. Mi piace quello che faccio, vedo i miglioramenti e inizio ad avere obiettivi più chiari. Inizio a frequentare assiduamente la palestra, ogni pomeriggio salgo in pedana. Ho fatto la mia scelta.

Inizia un periodo di lezioni intense con il Maestro Dario Codarin: impegno e fatica vengono ripagati salendo sul podio alle gare in Austria e iniziando a tirare bene nel circuito regionale e interregionale. Il risultato che forse più di tutti mi ha fatto sognare è stato un bronzo ad una prova cadetti: il “Trofeo Piaggio” di Pisa mi ha fatto sentire più “atleta” e mi ha convinta delle mie potenzialità.

Sentivo di voler mettere tutte le mie energie a disposizione del mio maestro Dario Codarin. Con lui ho iniziato ad uscire dalla mia palestra per andare a “tirare” anche fuori dalla mia società, la Gemina Scherma di S. Giorgio di Nogaro. Andavo a Pordenone un paio di volte alla settimana per confrontarmi con altri ragazzi. Mia madre e mio padre erano con me: tra mille impegni trovavano sempre il modo per accompagnarmi. Hanno sempre creduto in me e hanno affrontato sacrifici economici pur di appoggiare le mie scelte.

Da parte mia cercavo di dare il massimo in pedana; con umiltà non lasciavo il rullo finchè non ero esausta. Molti i sacrifici, non solo fisici: tempo sottratto allo studio, agli amici, alla chitarra e a tutte quelle cose che una ragazza fa tra i 15 e i 18 anni.

Grazie alla scherma ho iniziato ben presto a viaggiare e a scoprire nuovi mondi attraverso i cinque continenti dei cerchi olimpici. I viaggi, le scoperte, gli incontri con tante persone nuove, il portare a casa regali e souvenir ,per la mia famiglia, da tutto il mondo sono alcuni degli aspetti “collaterali” della vita sportiva che mi hanno aiutato a non mollare, nei momenti difficili.

Ho vinto la prima Coppa del Mondo Under 20 a 17 anni. Sono entrata nella Nazionale Italiana di scherma a 18 anni ed a 19 ho vinto la seconda Coppa del Mondo. Sono stati anni di tante soddisfazioni sui podi. Pretendevo e ottenevo da me stessa bellissime prestazioni. Ero determinata e volevo arrivare. Prima dei vent’anni ho iniziato a sognare le Olimpiadi, a conoscere chi c’era già stato e a cercare di capire come fare per arrivarci.

Nel 2005 sono entrata nel Gruppo Sportivo Olimpico dell’Esercito e mi sono trasferita a Roma. Ho iniziato ad allenarmi al Club Scherma Roma con il maestro Oleg Pouzanov. Sono stati anni difficili, ho sofferto la mancanza della mia famiglia e del mondo dove sono cresciuta, il mio Friuli. I primi cinque anni a Roma li ho vissuti con un cambio di categoria e con i risultati che faticavano ad arrivare. Rimanevo sempre a un passo dall’obiettivo, quattro sconfitte 15-14 per entrare nelle otto; una stoccata, un filo che mi tratteneva dal raggiungere le “grandi” senza riuscire ancora ad emergere.

Il 31 luglio 2010 mi sono sposata con Andrea Lo Coco, conosciuto qualche anno prima in quel di Gemona del Friuli all’Università. E’ l’anno di un’ altra svolta fatta di confidenze, dedizione, tanta passione e tanto lavoro. Preparazione fisica tutti i giorni e in aggiunta preparazione mentale, un tipo di lavoro che prima non avevo mai considerato; oltre a questo, il lavoro tecnico, i ritiri e i viaggi per le gare che spesso sono solo aeroporto, palestra, pedane e ritorno.

E’ così che sempre nel 2010, a due anni dal sogno olimpico, si iniziano a vedere i frutti: il titolo italiano individuale, l’argento europeo a squadre, i primi campionati del mondo. Nel 2011 il bronzo mondiale a squadre. A gennaio 2012 la vittoria nella prima gara di Coppa del Mondo.

A marzo la qualificazione Olimpica e ad aprile la Laurea Triennale in Scienze Motorie all’Università di Tor Vergata (105-110). A giugno Campionessa Italiana per la seconda volta.

A luglio, finalmente, le Olimpiadi: Londra 2012. Con le Olimpiadi di Londra si è avverato ciò che il mio maestro, Dario Codarin, mi aveva confidato in un pomeriggio abbastanza triste: “Io non ci sarò, ma tu sarai alle Olimpiadi”.

Durante quei giorni tanto sognati ho subito moltissimo la tensione e non sono riuscita ad essere me stessa. Le due facce della medaglia: la partecipazione, l’emozione, il sogno che si avvera e poi il brutto risultato, non la brutta prestazione… forse non si può spiegare.

Di quell’esperienza mi rimangono tuttora fortissime emozioni. Sfilare per la tua nazione insieme a tutte le nazionali, vedere la torcia olimpica e tutti i simboli e le tradizioni di un’Olimpiade.

Poi la gravidanza. Anche se dopo i primi tre mesi di nausee e vomito, ancora una volta la passione si fa sentire. Riprendo l’attività con piscina e scherma (lezioni senza affondo con Oleg Pouzanov fino all’ottavo mese). In quel periodo ho svolto le “lezioni più belle della mia vita”; arrivavo a scherma, avevo priorità, mi divertivo e non mi stancavo. Ho vissuto la scherma abbinata ad un corso di acqua gym come attività fisica atta allo “stare bene”.

A meno di 2 mesi dalla nascita di Samuele, una pazza idea: una serie di coincidenze e di fatti personali mi portano il 3 giugno 2013 di nuovo in palestra, da Oleg. Si ricomincia da zero: da zero punti nel ranking, da zero equilibrio (con la gravidanza e il parto cambia tutto… e non solo la postura) e, a 4 mesi esatti dal parto, i Campionati del Mondo a Budapest. Un sesto posto, mi fermo a un passo dal podio consapevole di aver fatto una cosa che penso pochi possano capire.

Dopo la finale Mondiale, nel corso dell’anno 2014 altre due finali individuali mi proiettano di nuovo tra le prime 16 al mondo. A squadre il bisogno di conferme, il team è diverso da quello delle Olimpiadi di Londra, ma a fine anno arriva il bronzo ai Campionati del Mondo di Kazan, con il figlio Samuele “mascotte” a fare il tifo a fondo pedana.

Da ottobre 2014 nel “team Navarria” oltre al maestro Oleg Pouzanov ed al marito-preparatore Andrea Lo Coco, si aggiungono anche Alessandro Vergendo e Rosarita Gagliardi, istruttori Apnea Accademy con cui svolgo lavori di rilassamento, respirazione e apnea applicata alla scherma.

Ad inizio del 2015 un’altra conferma individuale, la medaglia d’argento nella prova di Coppa del Mondo di Barcellona, mentre la magia della prova a squadre mi porta insieme alle mie compagne ad un filotto di 9 podi consecutivi che culmina con la prima posizione nel ranking internazionale a squadre.

Ed ora l’oro in Cina………………complimenti Mara ed alla prossima pedana!




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