Corte Suprema USA – Donald Trump ha nominato il conservatore Brett Kavanaugh al posto di Anthony Kennedy. Prosegue così l’opera di rinnovamento del presidente USA più odiato dai media ma più amato dalla gente.
Sposato con due figlie, il 53enne nei suoi ultimi 20 anni di carriera è stato il vice di Kenneth Starr nelle indagini sullo scandalo che ha travolto Bill Clinton ed ha lavorato alla Casa Bianca con George W. Bush. Come giudice della Corte di appello ha inflitto duri colpi alla regolamentazione federale, messo in dubbio i diritti sull’aborto e si è schierato a favore della libertà per il possesso di armi. I repubblicani intravedono invece con Kavanaugh una vittoria dei pro vita e quindi contro le interruzioni di gravidanza. Allarme rosso invece per i democratici (che non cambiano mai) molto timorosi a causa della nomina di un personaggio la cvui nomina affermano mette seriemente a rischio l’Obamacare e la Roe contro Wade, sentenza della Corte suprema statunitense del 1973 sull’aborto.
Ma come si è giunti a questa decisione?
Da un’attenta analisi si evince che i candidati all’importante incarico erano quattro.
Amy Coney Barrett, il magistrato forse più militante e vicina alla destra religiosa aveva espresso obiezioni alla sentenza Roe v. Wade del 1973 che sancì il diritto di aborto per la donne come garantito dalla Costituzione. Questo l’avrebbe oggi squalificata anche tra alcuni senatori repubblicani – al Senato, che hanno il compito di confermare la nomina.
Raymond Kethgledge invece avrebbe poco impressionato lo stesso Presidente dimostrando scarsa energia durante incontri a tua per tu.
Rimanevano in due: Brett Kavanaugh e Thomas Hardiman.
La decisione è caduta su Kavanaugh, 53 anni e laurea a Yale, che da settimane veniva ritenuto ormai il grande favorito per la lunga storia di magistrato e le profonde conoscenze politiche nell’establishment repubblicano, soprattutto nella dinastia dei Bush. Questa vicinanza all’elite piuttosto che al movimento ultra-conservatore lo ha in realtà reso parzialmente inviso alle correnti più estreme del populismo che domina il partito repubblicano. Posizioni parse moderate sulla riforma sanitaria Obamacare e sulla libertà religiosa hanno contribuito a inimicarli frange di militanti. Fece però parte dell’aggressiva squadra legale del procuratore speciale Kenneth Starr che indagò sugli scandali del Presidente democratico Bill Clinton, occupandosi in particolare degli aspetti più controversi legati alle relazioni sessuali di Clinton. E lavorò per George W. Bush nella battaglia legale sull’esito elettorale delle urne presidenziali del Duemila, per poi diventare segretario del suo staff
Hardiman, da parte sua, era invece già stato vicino a raccogliere l’eredità di Antonin Scalia, giudice della Corte Suprema scomparso prematuramente e considerato un forte ideologo conservatore e che Trump aveva invece rimpiazzato con Neil Gorsuch. A 53 anni, e laurea a Georgetown (sarebbe stato il solo alto magistrato non uscito da Yale o Harvard) ha la biografia di chi si è fatto solo: ha pagato gli studi lavorando da tassista. Ha a sua volta legami con Bush, dal quale era stato nominato giudice federale. Ma gode di fama di duro sull’ordine pubblico e la sicurezza, sul diritto dei cittadini di portare le armi, sulla religione, contro l’aborto e contro rivendicazioni delle minoranze etniche. Ha il sostegno del leader repubblicano del Senato Mitch McConnell e soprattutto della sorella di Trump, il giudice Maryanne Trump Barry. Ora dovrà aspettare il prossimo turno:
Havanaugh, accompagnato dalla moglie e dalle due figlie (in sala c’è anche la madre), si è detto onorato e grato a Trump per essere stato scelto. Poi, a grandi linee, parla del suo passato ed espone alcuni dei suoi pensieri. “I giudici devono essere indipendenti, devono interpretare la legge, non farla”. Per lui ora inizia la parte difficile: gli incontri con i senatori partiranno subito per cercare di assicurasi una conferma in discesa in Senato. L’obiettivo della Casa Bianca è un via libera entro l’1 ottobre, prima delle elezioni di medio termine. I Democratici sono pronti a dare battaglia: lo hanno già fatto nel 2003, bloccando la conferma di Kavanaugh a giudice della corte d’appello federale per tre anni (nominato da George W. Bush).
Con Kavanaugh la Corte suprema americana cambierà radicalmente, sferzando verso destra: le sue posizioni, infatti, sono più conservatrici di quelle di Kennedy, considerato finora l’ago della bilancia fra i nove saggi. Da giudice della corte d’appello, Kavanaugh si è affermato come “nemico” delle regole imposte dal governo, votando per l’abolizione delle norme emesse dall’Agenzia per la Protezione Ambientale di Barack Obama. Nel 2011 havotato per l’abolizione della legge del Distretto di Columbia che metteva al bando i fucili semi-automatici e richiedeva che tutte le armi fossero registrate. Sui diritti all’aborto non ha mai emesso una sentenza diretta, ma si è schierato con l’amministrazione Trump nella battaglia contro una teenager illegale che voleva interrompere la sua gravidanza mentre era sotto custodia delle autorità federali.
“Non c’è persona più qualificata e meritevole in America per questo posto”, ha dichiarato il presidente degli Stati Uniti.
La Corte che verrà potrà intervenire sull’estensione del Primo emendamento dove questo entra in conflitto sulla rivoluzione sessuale. Il caso del pasticcere che si rifiuta di fare una torta nuziale per persone dello stesso sesso potrebbe diventare l’apripista di sentenze che proteggono la libertà religiosa e di coscienza; la Corte rimpinguata da Trump potrà poi consolidare il diritto a portare le armi da fuoco garantito dal Secondo emendamento, diluire il sistema di quote etniche previste dalle leggi sull’affirmative action e contrastare la crescita del potere esecutivo, due classiche tendenze della scuola originalista in contrasto con i cliché sulla destra togata tutta law and order.
La Corte suprema rinnovata da Trump potrà combattere la sua battaglia giuridica, culturale e politica, ma avrà difficoltà a portare avanti la crociata antiabortista perché molti elementi non sembrano voler intervenire sull’argomento.
D’altronde i democratici hanno sventolato il terrore dell’abolizione della Roe. v. Wade è ogni volta che è subentrata una toga conservatrice a partire dal 1987, quando è stato nominato Kennedy. E’ stata riproposta nel 1990, nel 1991, nel 2015 e nel 2017, e nel frattempo alla corte sono arrivati casi che avrebbero permesso di rivedere quella storica sentenza, ma le decisioni sono piuttosto andate nel senso di una conferma del diritto ad abortire. Fra i giudici conservatori in carica soltanto Clarence Thomas ha segnalato la sua esplicita opposizione alla Roe v. Wade e quindi sarà (ancora una volta) una dura battaglia. Diversa la situazione sui matrimoni omosessuali invisi a Trump ed ai suoi.
Dunque negli USA qualcosa cambia, in Russia sono un passo avanti, in Ungheria, Polonia e Croazia idem: qualcosa nel mondo sta dunque cambiando anche contro i media e le lobby ricche e potenti.