Papa Francesco e nomine: Parolin, Sandri, Ouellet e Filoni entrano nell’Ordine dei vescovi

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Papa – Parolin, Sandri, Ouellet e Filoni entrano nell’Ordine dei vescovi

Con un Rescritto il Papa ha voluto allargare ai quattro porporati l’attuale composizione dell’Ordine dei vescovi perché il numero dei cardinali che ne facevano parte, era rimasto costante ed invariato nel tempo.
I Papi – si legge nel Rescritto, diffuso dalla Sala Stampa della Santa Sede – hanno sempre guardato con occhi di fraterna predilezione al Collegio dei Padri cardinali. Essi, infatti, offrono un peculiare sostegno alla missione del Successore di Pietro, portando il prezioso contributo della loro esperienza e del servizio alle Chiese particolari sparse in tutto il mondo e arricchendo in modo efficace il legame di comunione con la Chiesa di Roma.

In questi ultimi decenni si è registrato un significativo ampliamento del Collegio dei cardinali. Al suo interno, tuttavia, mentre i Membri appartenenti agli Ordini dei Presbiteri e dei Diaconi sono considerevolmente aumentati, il numero di quelli che fanno parte dell’Ordine dei Vescovi è rimasto costante e invariato nel tempo. Pertanto, vedendo la necessità di allargare l’attuale composizione dell’Ordine dei Vescovi, Papa Francesco nell’Udienza concessa il 12 giugno scorso al Sostituto per gli Affari Generali mons. Angelo Becciu, ha deciso di cooptare nell’Ordine dei vescovi, equiparandoli in tutto ai cardinali insigniti del titolo di una Chiesa suburbicaria, in deroga ai canoni 350 §§ 1-2 e 352 §§ 2-3 CIC, i seguenti porporati:

il card. Pietro Parolin, del Titolo dei Ss. Simone e Giuda Taddeo a Torre Angela, Segretario di Stato;
Sua Eminenza il card. Leonardo Sandri, del Titolo dei Ss. Biagio e Carlo ai Catinari, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali;

il card. Marc Ouellet, del Titolo di S. Maria in Traspontina, Prefetto della Congregazione per i Vescovi;

il card. Fernando Filoni, Diacono di Nostra Signora di Coromoto in S. Giovanni di Dio, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli.

I cardinali sorti dai presbiteri dei 25 titoli o chiese quasi parrocchiali di Roma, dai 7 diaconi regionali e sei diaconi palatini e dai 7 vescovi suburbicari, furono consiglieri e cooperatori del Papa.
Dal 1150 formarono il Collegio cardinalizio con un Decano, che è il vescovo di Ostia, e un Camerlengo quale amministratore dei beni. Dall’anno 1059 sono elettori esclusivi del Papa.

Nel secolo XII incominciarono ad essere nominati cardinali anche prelati residenti fuori di Roma. Precedono dal sec. XII ai vescovi ed arcivescovi, dal sec. XV anche ai patriarchi; hanno, anche se semplici sacerdoti, voto nei concili. Il numero nei secoli XIII-XV, ordinariamente non superiore ai trenta, fu fissato da Sisto V a 70 (1586).
Giovanni XXIII derogò dal numero di cardinali stabilito da Sisto V (Concistoro Segreto del 1958), e stabilì che tutti i cardinali fossero insigniti della dignità episcopale (1962).

Paolo VI determinò il posto dei Patriarchi Orientali nel Collegio cardinalizio (1965), e dispose, con il Motu Proprio Ingravescentem aetatem (21-XI-1970), che con il compimento dell’80 anno di età, i cardinali:
a) cessano di essere Membri dei Dicasteri della Curia Romana e di tutti gli Organismi Permanenti della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano; b) perdono il diritto di eleggere il Romano Pontefice e, quindi, anche il diritto di entrare in Conclave. Infine, Paolo VI stabilì (Concistoro Segreto, 5-XI-1973) che il numero massimo dei cardinali che hanno la facoltà di eleggere il Romano Pontefice fosse fissato in 120. Tale limite è stato confermato anche da Giovanni Paolo II, ma vi ha derogato due volte, portando il Collegio dei cardinali elettori alla cifra di 135. Benedetto XVI ha nuovamente confermato la norma dei 120 attenendovisi, ma ha derogato due volte, portando il Collegio dei cardinali elettori sino a 125.

Papa Francesco, nel Concistoro del 22 febbraio 2014, ha sforato la quota di 120 cardinali portando gli elettori a 122; nel Concistoro del 14 febbraio 2015 i cardinali elettori sono saliti a 125. Nel Concistoro del 19 novembre 2016, con la creazione di 17 nuovi cardinali, il Collegio cardinalizio ha raggiunto il numero di 228 cardinali, di cui 121 elettori. Con il Concistoro del 28 giugno 2017 il numero degli elettori è rimasto invariato.

I cardinali conservano le loro tradizioni e prerogative di essere elettori e consiglieri del Sommo Pontefice nel governo della Chiesa universale. Sono divisi nei tre ordini episcopale, presbiterale e diaconale, e vengono liberamente eletti dal Papa tra i chierici che abbiano ricevuto almeno il presbiterato.
Presiede il Collegio cardinalizio il Decano. I Cardinali prestano collegialmente la loro collaborazione al Supremo Pastore della Chiesa nei concistori ordinari e straordinari; se presiedono dicasteri o istituti della Curia Romana o dello Stato della Città del Vaticano, sono pregati di presentare la loro rinuncia al compimento dei 75 anni di età.

“La nomina di mons. Nunzio Galantino a presidente dell’Amministrazione del patrimonio della Santa Sede è un grande atto di stima e di fiducia da parte del Santo Padre. Al nostro Segretario generale Papa Francesco affida una responsabilità enorme, in un settore estremamente delicato qual è la gestione del patrimonio economico della Sede Apostolica”. Così il card. Gualtiero Bassetti, Presidente della Cei, commenta a caldo la nomina di mons. Galantino all’Apsa. Il pensiero del cardinale si fa quindi gratitudine: “L’annunzio è motivo per esprimere da subito apprezzamento per quanto nella sua veste di Segretario generale ha fatto a servizio della nostra Conferenza episcopale. Il cammino condiviso mi ha fatto toccare con mano l’intelligenza e lo zelo con cui ha portato avanti iniziative e attività, spendendosi in modo convinto in particolare per mettere a fuoco alcuni criteri essenziali di rigore nell’elargizione di contributi con fondi provenienti dall’8 per mille. In tal modo, abbiamo reso ancora più rigorose le procedure di tale erogazione, secondo la linea auspicata da tutti i vescovi per un’amministrazione dei beni della Chiesa secondo chiarezza e trasparenza”.




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