Papa Francesco udienza generale – Il Battesimo Sorgente di Vita

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Papa- L’incontro del Pontefice con i fedeli in occasione dell’udienza generale è stato accolto con entusiasmo dai Fedeli.
Il Vescovo di Roma ha proseguito nelle sue catechesi sul Battesimo evidenziando il quarto punto del suo cammino, la “Sorgente di vita”.
“Cari fratelli e sorelle, buongiorno! Proseguendo nella riflessione sul Battesimo, oggi vorrei soffermarmi sui riti centrali, che si svolgono presso il fonte battesimale.
Consideriamo anzitutto l’acqua, sulla quale viene invocata la potenza dello Spirito affinché abbia la forza di rigenerare e rinnovare (cfr Gv 3,5 e Tt 3,5). L’acqua è matrice di vita e di benessere, mentre la sua mancanza provoca lo spegnersi di ogni fecondità, come capita nel deserto; l’acqua, però, può essere anche causa di morte, quando sommerge tra i suoi flutti o in grande quantità travolge ogni cosa; infine, l’acqua ha la capacità di lavare, pulire e purificare.
A partire da questo simbolismo naturale, universalmente riconosciuto, la Bibbia descrive gli interventi e le promesse di Dio attraverso il segno dell’acqua. Tuttavia, il potere di rimettere i peccati non sta nell’acqua in sé, come spiegava Sant’Ambrogio ai neobattezzati: «Hai visto l’acqua, ma non ogni acqua risana: risana l’acqua che ha la grazia di Cristo. […] L’azione è dell’acqua, l’efficacia è dello Spirito Santo» (De sacramentis 1,15).
Perciò la Chiesa invoca l’azione dello Spirito sull’acqua «perché coloro che in essa riceveranno il Battesimo, siano sepolti con Cristo nella morte e con lui risorgano alla vita immortale» (Rito del Battesimo dei bambini, n. 60). La preghiera di benedizione dice che Dio ha preparato l’acqua «ad essere segno del Battesimo» e ricorda le principali prefigurazioni bibliche: sulle acque delle origini si librava lo Spirito per renderle germe di vita (cfr Gen 1,1-2); l’acqua del diluvio segnò la fine del peccato e l’inizio della vita nuova (cfr Gen 7,6-8,22); attraverso l’acqua del Mar Rosso furono liberati dalla schiavitù d’Egitto i figli di Abramo (cfr Es 14,15-31). In relazione con Gesù, si ricorda il battesimo nel Giordano (cfr Mt 3,13-17), il sangue e l’acqua versati dal suo fianco (cfr Gv 19,31-37), e il mandato ai discepoli di battezzare tutti i popoli nel nome della Trinità (cfr Mt 28,19). Forti di tale memoria, si chiede a Dio di infondere nell’acqua del fonte la grazia di Cristo morto e risorto (cfr Rito del Battesimo dei bambini, n. 60). E così, quest’acqua viene trasformata in acqua che porta in sé la forza dello Spirito Santo. E con quest’acqua con la forza dello Spirito Santo, battezziamo la gente, battezziamo gli adulti, i bambini, tutti.
Santificata l’acqua del fonte, bisogna disporre il cuore per accedere al Battesimo. Ciò avviene con la rinuncia a Satana e la professione di fede, due atti strettamente connessi tra loro. Nella misura in cui dico “no” alle suggestioni del diavolo – colui che divide – sono in grado di dire “sì” a Dio che mi chiama a conformarmi a Lui nei pensieri e nelle opere. Il diavolo divide; Dio unisce sempre la comunità, la gente in un solo popolo. Non è possibile aderire a Cristo ponendo condizioni. Occorre distaccarsi da certi legami per poterne abbracciare davvero altri; o stai bene con Dio o stai bene con il diavolo. Per questo la rinuncia e l’atto di fede vanno insieme. Occorre tagliare dei ponti, lasciandoli alle spalle, per intraprendere la nuova Via che è Cristo.
La risposta alle domande – «Rinunciate a Satana, a tutte le sue opere, e a tutte le sue seduzioni?» – è formulata alla prima persona singolare: «Rinuncio». E allo stesso modo viene professata la fede della Chiesa, dicendo: «Credo». Io rinuncio e io credo: questo è alla base del Battesimo. E’ una scelta responsabile, che esige di essere tradotta in gesti concreti di fiducia in Dio. L’atto di fede suppone un impegno che lo stesso Battesimo aiuterà a mantenere con perseveranza nelle diverse situazioni e prove della vita. Ricordiamo l’antica sapienza di Israele: «Figlio, se ti presenti per servire il Signore, preparati alla tentazione» (Sir 2,1), cioè preparati alla lotta. E la presenza dello Spirito Santo ci dà la forza per lottare bene.
Cari fratelli e sorelle, quando intingiamo la mano nell’acqua benedetta – entrando in una chiesa tocchiamo l’acqua benedetta – e facciamo il segno della Croce, pensiamo con gioia e gratitudine al Battesimo che abbiamo ricevuto – quest’acqua benedetta ci ricorda il Battesimo – e rinnoviamo il nostro “Amen” – “Sono contento” -, per vivere immersi nell’amore della Santissima Trinità”.




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