La sera del 20 luglio 2012 Holmes comprò un biglietto per il film The Dark Knight Rises ed entrò nella sala 9. A circa 20 minuti dall’inizio dello spettacolo, il giovane uscì dalla sala attraverso la porta di emergenza con accesso diretto all’area del parcheggio sul retro, bloccando la porta con una tovaglia di plastica. In sala c’erano circa 400 spettatori.
Holmes si diresse alla sua macchina parcheggiata vicino alla porta di uscita, indossò degli indumenti tattici protettivi e recuperò le armi. A circa 30 minuti dall’inizio del film, intorno alle 0.30, rientrò nella sala attraverso la porta di uscita. Era vestito di nero e indossava una maschera antigas. Per evitare di udire le reazioni all’interno della sala Holmes ascoltò musica techno attraverso un paio di cuffie. Alcuni tra i sopravvissuti presenti affermarono che inizialmente nessuno si era reso conto della minaccia. Secondo i testimoni, Holmes sembrava indossare un costume, come altri membri del pubblico che si erano travestiti per l’evento. Molti credettero che si trattasse di uno scherzo, mentre altri pensarono che fosse una trovata pubblicitaria organizzata dal cinema. Holmes lanciò due lacrimogeni che oscurarono parzialmente la vista dei membri del pubblico e sparò. I primi colpi furono diretti sul fondo alla sala, poi sulle persone ai lati. Un proiettile attraversò il muro e colpì tre persone nell’adiacente sala 8, in cui era proiettato lo stesso film. Secondo alcuni testimoni il sistema di allarme antincendio del multiplex iniziò a suonare poco dopo l’inizio dell’attacco.
Holmes sparò 76 colpi nella sala. Uccise 10 persone sul colpo, mentre altre due persero la vita in ospedale nelle ore successive. Tra i deceduti vi furono molti ragazzi giovani e una bambina di 6 anni. Tra i feriti, che riportarono gravissime conseguenze, anche una donna incinta, rimasta tetraplegica, perse il proprio bambino dopo una settimana dalla sparatoria.
La polizia, avvisata intorno alle 0.39, giunse sul posto in 90 secondi. Circa 15 minuti dopo l’attentato, sul retro del cinema, l’ufficiale di polizia ammanettò Holmes vicino alla sua auto, senza che questi opponesse alcuna resistenza. Inizialmente Holmes era stato scambiato per un altro ufficiale di polizia a causa del suo abbigliamento. La polizia dichiarò che al momento dell’arresto il killer era calmo. Secondo due funzionari federali, si era tinto i capelli di rosso e disse di essere “Joker”.
La notte del massacro alcuni vicini di casa di Holmes riferirono di aver sentito della musica ad alto volume provenire dall’appartamento del ragazzo. L’appartamento di Holmes conteneva più di 30 granate fatte in casa, collegate a una scatola di controllo posta in cucina, e 110 litri di benzina. Un funzionario della polizia riferì anche di aver rinvenuto una maschera di Batman nell’appartamento.
IL PROCESSO
Il 23 luglio del 2012 James Eagan Holmes è comparso per la prima volta in tribunale. Secondo la stampa appariva stordito e in gran parte inconsapevole di ciò che lo circondava.
Il 30 luglio, i procuratori del Colorado hanno presentato 141 capi d’accusa formali contro Holmes. Per ciascuna vittima sono state presentate due accuse per dare ai pubblici ministeri maggiori opportunità di ottenere condanne.
Il 9 agosto, gli avvocati di Holmes hanno richiesto l’infermità mentale per il loro cliente chiedendo più tempo per valutare la natura della sua malattia. A causa dei diversi tentativi di suicidio compiuti da Holmes, il giudice accettò di posticipare il procedimento fino a dicembre 2012.
Il processo è iniziato il 27 aprile 2015. La giuria era composta da diciannove donne e cinque uomini, due dei quali avevano legami con il massacro della scuola superiore di Columbine. I procuratori della contea di Arapahoe hanno sostenuto che Holmes fosse sano di mente durante la sparatoria e che avesse avuto intenzione di uccidere tutte le 400 persone presenti in sala, mentre gli avvocati di Holmes difendevano la tesi che il ragazzo fosse in preda ad un episodio psicotico durante l’attacco.
Il 26 maggio sono stati rivelati i dettagli contenuti nel taccuino di Holmes rinvenuto in una cassetta della posta universitaria indirizzata alla sua psichiatra Lynne Fenton. Il taccuino ha mostrato, oltre la sua insoddisfazione per la vita, per la ricerca di lavoro e per problemi di salute, che Holmes fosse ossessionato dall’idea di uccidere già da dieci anni prima dell’attentato. In esso erano contenuti anche alcuni dettagli relativi alla pianificazione della sparatoria. Diversi psichiatri, nominati dal tribunale e chiamati a testimoniare, hanno dichiarato che Holmes era malato di mente, affetto da disturbi schizoaffettivi, ma in grado di intendere e di volere al momento dell’attentato. Holmes scelse di non testimoniare. Il 23 luglio la giuria ha stabilito che Holmes ha agito in modo crudele con l’aggravante della premeditazione sebbene non intendesse uccidere bambini quando aprì il fuoco. L’appello per la clemenza è stato respinto il 3 agosto in base al presupposto che fattori attenuanti come la malattia mentale non hanno prevalso su fattori aggravanti come il numero di vittime nel massacro. Holmes è stato condannato all’ergastolo senza possibilità di libertà condizionale il 7 agosto dopo che i giurati non hanno raggiunto una decisione unanime sulla condanna a morte. Al termine dell’udienza del 26 agosto, Holmes è stato condannato formalmente a dodici ergastoli senza condanna a morte e ad un massimo di 3.318 anni in più per tentato omicidio e possesso di armi da fuoco.