Cinema – Film – I Primitivi tra calcio e messaggi sociali

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Un film di animazione divertente per grandi e piccini è nelle sale cinematografiche italiane.

‘I primitivi’ sono un gruppo di simpatici personaggi la cui storia gira intorno all’Età del Bronzo.
All’alba dei tempi, tra creature preistoriche e natura incontaminata, la vita è perfetta per il primitivo Dag e per la sua adorabile e bizzarra tribù. La tranquillità dell’Età della Pietra viene però travolta dall’arrivo della potente Età del Bronzo, che costringe tutti ad abbandonare la propria casa.

Lo scontro tra civiltà prende la forma di un’epica sfida in un gioco di cui fino a quel momento Dag non aveva mai sentito parlare, a differenza dei suoi nemici, già maestri in campo grazie a Dribblo. Contro qualsiasi probabilità di vittoria e schierandosi contro il parere del prudente e saggio Barbo, Dag insegnerà a Grullo, Gordo e agli altri imbranati cavernicoli come giocare… a calcio! Il risultato è un completo disastro. Quando però Dag recluta Ginna, energica e appassionata tifosa, le cose iniziano a migliorare. Usando come campo di allenamento i vulcani ribollenti, i geyser fumanti e le rocce dei canyon, i primitivi imparano a superare i propri limiti e a credere in sé stessi. Nonostante i tentativi di Lord Nooth di indebolire la squadra dei primitivi nascondendo segreti importanti sul loro passato, niente e nessuno riuscirà a fermarli.

Per I primitivi sono stati creati 273 pupazzi, realizzati da 23 diversi artisti in 30 mesi di lavoro. Ogni singolo personaggio ha richiesto più di 10 settimane di lavoro, e la squadra dei modellatori ha realizzato un totale di 18 ‘Dug’, e di 8 pupazzi per ciascun membro della tribù dell’Età della Pietra. Il numero incredibile di 3.000 bocche intercambiabili è stato realizzato a mano per il film. Per quanto riguarda i set, il reparto scenografia della Aardman ha realizzato 60 alberi per la foresta della tribù dell’Età della Pietra, ciascuno dei quali ha richiesto una settimana di lavoro. Questo ritmo straordinario è stato tenuto in una gigantesca area di lavoro. Lo spazio utilizzato alla Aztec West è stato di circa 1,5 chilometri quadrati, più o meno equivalenti all’area coperta da quattro piscine olimpiche.

Coloro che hanno visitato i set sono rimasti incantati dal complicato lavoro di ricostruzione dell’era preistorica. Com’era da immaginare la ‘principale attrazione’ è la città dell’Età del Bronzo, che comprende anche lo stadio immenso, ridotto in scala ad una miniatura che mantiene però tutti i dettagli architettonici. Matt Perry che ha disegnato i set insieme a Richard Edmunds e al loro team, sottolinea: “Volevamo evidenziare il fatto che si tratta di due mondi che si scontrano: quello dell’Età della Pietra e quello dell’Età del Bronzo. I cavernicoli vivono in un mondo grazioso e tranquillo, bucolico e ricco di alberi. L’Età del Bronzo è l’opposto, architettonico e preciso. E’ tecnico, industriale, il luogo meno ospitale del pianeta, dove passano il tempo ad estrarre il bronzo, loro fonte di ricchezza”.

Nick Park il regista che non perde mai l’occasione di fare una battuta, Nick Park parla del suo film sui primitivi, ambientato nella preistoria, come di una ‘produzione mastodontica, un vero mammut!’ E in effetti in termini di proporzioni, tempi di preparazione e di realizzazione, ‘mammut’ è una definizione giusta. Come racconta Nick, l’idea per I primitivi gli ronzava in mente dal 2010. “E’ rimasta in secondo piano per molto tempo – e la sola sceneggiatura ha richiesto oltre tre anni di lavoro. Mark Burton ha iniziato a scriverla con me, ha interrotto per occuparsi di Shaun, vita da pecora, e poi è tornato. Prima tutti insieme lavoriamo agli storyboard per l’intero film, poi li montiamo e aggiungiamo una colonna sonora e delle voci provvisorie. Abbiamo scritto e riscritto tutto 100 volte, mi pare. Decidiamo se una scena non è abbastanza divertente o se semplicemente non funziona. E tutto questo va avanti per due anni prima di cominciare a girare. Mi sembra di aver fatto due volte lo stesso film! Ma ne è valsa la pena”. Le riprese hanno avuto inizio effettivamente nel 2016, ma come Nick fa notare: “Abbiamo continuato a scrivere anche durante le riprese”.

Parlando della produzione di un film di animazione il regista aggiunge: “Se otteniamo tre secondi (di girato) alla fine di una giornata, e sono buoni, siamo molto soddisfatti. E se riusciamo ad ottenere più di un minuto in una settimana? Beh allora, nel mondo dell’animazione, è un grande successo”. Lavorare ad un lungometraggio, prosegue, “ti dà più da pensare, è una grossa affermazione, è più ambizioso, comporta una troupe più numerosa. Per me significa anche essere coinvolto nella creazione di ciascun personaggio in modo che dal loro aspetto si veda che vengono dalla stessa scuderia”.

Il regista ritiene che I primitivi sia “una storia dallo stile epico, con un taglio preistorico. Parla di un omino che decide di salvare la sua tribù. Quando la gente dell’Età del Bronzo arriva nella sua valle, la sottrae alla sua gente e esilia tutti nelle terre selvagge, Dug si batte per riprendersela. Guardando i dipinti nelle caverne ha scoperto che la sua tribù un tempo giocava a calcio, un gioco che è diventato quasi una religione per la gente dell’Età del Bronzo; così porta a casa un pallone e allena la sua tribù per battere i nemici”. A Nick personalmente il calcio non interessa: “Sono sempre stato un tifoso della squadra della mia città (il Preston North End) per un senso di lealtà, ma questo è tutto. Ma sento che da outsider posso raccontare una storia nella quale altri possono immedesimarsi. Ne I primitivi ci sono riferimenti al fatto che i soldi possono cambiare le regole del gioco. Ma il film non parla di calcio. Parla di una tribù che affronta le cose con lo spirito giusto”. Nick era anche convinto che la storia potesse funzionare per un lavoro con la plastilina: “Era un’idea molto legata ai minerali, alla creta. Io stesso amo la plastilina, e sentivo che il mio stile avrebbe funzionato con la clay-animation. E’ una tecnica affascinante perché ti permette di trasmettere qualcosa di te stesso. E’ molto concreta, letteralmente, e ti consente di dare grande espressività e sfumature ai personaggi: istilli la vita nei pupazzi. Credo che il vero punto di forza dei film della Aardman risieda nella raffinatezza dei personaggi –che deriva dalle potenzialità della plastilina”. Un’altra novità è che Nick ha deciso di doppiare uno dei personaggi: il fedele compagno di Dug, un cinghiale chiamato Grugno. “All’inizio volevo farlo per divertimento, ma sono stato votato dagli altri” ammette Nick. “E’ un personaggio che ha qualcosa di Gromit, ma è più un animale da compagnia”.

Per Nick la parte più difficile nella realizzazione de I primitivi è stata quella di “creare dei mondi nuovi – le Badlands, la valle, le foreste — in model animation, e in modo che non sembrassero dei modellini giocattolo. Dovevamo realizzare un film epico con un budget consistente, ammiccando a King Kong e ai film del grande animatore Ray Harryhausen”. E’ particolarmente orgoglioso dei risultati ottenuti per la meravigliosa città dell’Età del Bronzo. E’ un vero trionfo per il reparto scenografi della Aardman, e Nick ha rivelato che ogni singolo componente del team ha disegnato una casa nella città, e tutte appariranno sullo schermo, una specie di ‘firma’ per ciascuno degli scenografi. Gli ambienti del film, aggiunge, “sono tutti ispirati a quanto emerso dalle ricerche sul mondo nell’Età del Bronzo” Poi sorride e aggiunge: “Con qualche licenza artistica!” Nick aveva deciso di creare i personaggi membri della tribù in modo che venissero da tutte le regioni della Gran Bretagna – Barbo è chiaramente londinese, Barry (la cui migliore amica è una roccia) è un ‘Brummie’ (originario di Birmingham), mentre Asbo è del Nord, e l’incomprensibile Eemack è un Geordie (originario del Tyneside nel nord-est dell’Inghilterra). “Volevo mostrare l’eterogeneità della Gran Bretagna” spiega Nick. “Quando si parla dell’Età del Bronzo si parla di un’epoca in cui qui dovevano convivere diverse etnie. Volevo anche che ci fosse un mix interrazziale in relazione al calcio. Non volevo che la squadra fosse tutta di bianchi. Il calcio oggi è decisamente multirazziale”. Con un approccio analogo, Nick voleva che una donna avesse un ruolo di rilievo nel film, e così ha creato Ginna, la ragazza cresciuta nell’Età del Bronzo interpretata da Maisie Williams che non può giocare a calcio perché è una donna. “Non si è trattato di una mossa cinica” dice Nick. “Ma il calcio femminile si è davvero affermato in Gran Bretagna solo di recente, mentre in America sono anni che le ragazzine giocano a pallone. Mi sembrava giusto inserire un personaggio femminile che fosse anche molto brava a giocare a calcio”. Uno dei principali punti di forza di Nick come animatore è la sua attenzione maniacale per i dettagli. Per esempio, ha lavorato ore sul taglio di capelli di Dug perché fosse quello giusto. “Facevamo delle registrazioni di prova con Eddie”, ricorda, “poi tornavamo al nostro modello e gli cambiavamo un po’ la pettinatura. Non volevamo che apparisse troppo preciso o pulitino. I capelli dovevano essere un po’ arruffati. Ma allo stesso tempo si dovevano vedere gli occhi. Se non puoi vedere gli occhi, come illumini la scena? Ogni decisione finisce col condizionare quella successiva”. Nick ha anche ‘recitato’ in video nei panni dei suoi personaggi, imitando le loro voci per quanto possibile e suggerendo i loro movimenti. Può sembrare ridicolo, ma c’è una ragione in questo: “Per me recitare le parti è stato un modo per far vedere a Will e Merlin cosa avessi in mente”. Otto anni sono davvero tanti. Pensa che sia valsa la pena impiegare tutto questo tempo per I primitivi? Riflette: “C’è voluto tanto tempo, è vero. Ma era lo sforzo necessario affinché il risultato fosse buono”. Ora è consapevole delle attese che ci sono rispetto al film: “Ma non c’è niente che si possa fare adesso. Posso solo dare il massimo e sperare che alla gente piaccia”. Sorride: “A me piace!”




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