Star Wars: Gli ultimi Jedi – Il giorno tanto atteso da tantissimi fans sparsi in tutto il mondo è dunque arrivato.
Star Wars: Gli ultimi Jedi (Star Wars: The Last Jedi), noto anche come Star Wars: Episodio VIII – Gli ultimi Jedi, è il nuovo (ma non l’ultimo) episodio della saga, in questo caso scritto e diretto da Rian Johnson è nelle sale cinematografiche.
Si tratta dell’ottava pellicola della saga di Guerre stellari e il secondo della cosiddetta Trilogia sequel dopo Star Wars: Il risveglio della Forza, ed è interpretato da Mark Hamill, Carrie Fisher, Adam Driver, Daisy Ridley, John Boyega, Oscar Isaac, Lupita Nyong’o, Domhnall Gleeson, Anthony Daniels, Gwendoline Christie, Andy Serkis, Benicio del Toro, Laura Dern e Kelly Marie Tran. Il film è ambientato immediatamente dopo gli eventi de Il risveglio della Forza.
Due ore e mezza di film che tiene inchiodato lo spettatore con continui colpi di scena e ribaltamenti. Tutto viene messo in discussione, a partire dalla religione Jedi, e tutto viene riscritto.
Laa resistenza, ormai decimata, è in pieno attacco del Primo Ordine, deciso a conquistare l’universo intero distruggendo qualsiasi ostacolo gli si ponga davanti. Si viene quindi catapultati nel cuore di un roboante combattimento tra astronavi dove diventa subito chiaro il ruolo di Poe Dameron, testa calda che ne combinerà di tutti i colori camminando sulle impronte lasciate da Han Solo.
Quella di Poe Dameron, insieme a Finn e alla new entry Rose Tico (interpretata da Kelly Marie Tran) è solo una delle tante storie sviluppate da Gli ultimi Jedi che sparpaglia i personaggi nella galassia per far loro portare avanti avventure diverse ma di eguale importanza.
Come Il risveglio della forza, che ripercorreva i passi di Una nuova speranza, Gli Ultimi Jedi si ispira a L’impero colpisce ancora, lo ricorda per molti versi ma non è una copia. Dal film del 1980 trae non solo ispirazione, ma la forza stessa di prendere i suoi personaggi e di metterli in situazioni al limite, di rivelare scomode verità di riproporre un importante tradimento e di creare un nuovo universo dove tutto dovrà ricominciare, ancora una volta.
In tutto questo movimento e fra tanti colpi di scena si muovono dei personaggi che rivelano tutta la loro potenza. Kylo Ren, da isterico ragazzino frustrato de Gli ultimi Jedi, trova qui la sua dimensione perfetta, continuamente dilaniato dalle sue imperfezioni ed eternamente in bilico tra il lato chiaro e il lato oscuro. Rey fatica ad abbandonare il suo passato per proiettarsi in un nuovo incerto futuro dove sente di aver bisogno di una guida. La troverà in Luke, deciso a non tornare in un mondo che lo ha privato di ogni certezza? E riuscirà la ribellione a sopravvivere ai duri attacchi dell’Impero, che arriva sempre più vicino a sconfiggerla definitivamente?
Star Wars Gli Ultimi Jedi ci riporta al mondo di oggi. Nell’attualità possiamo rivedere la medesima sfida tra chi mira a prendere il controllo e chi invece parla di libertà, in ogni sua forma. La storia, narrata attraverso i moltissimi personaggi che si intrecciano, fa riflettere su come spesso, tornare sui propri passi non sia una scelta vile e codarda, ma un modo per riassestarsi, per avere uno sguardo di insieme che ci consente di tornare più forti, focalizzati su ciò che conta davvero perché saper correggere i propri errori non è un elemento di debolezza ma di forza.
Star Wars Gli Ultimi Jedi è anche un film imperniato di sacrificio. La storia è capace di farci ragionare su come in ognuno di noi e nella vita di tutti i giorni, esistono punti di luce e punti di ombra. In questa dualità, inoltre, si stanzia la volontà di superare se stessi, per riuscire dove non si credeva capaci o per dimostrare di essere all’altezza delle situazioni che la vita ci pone dinnanzi.
Ci ha pensato un po’ Rian Johnson, regista 43enne originale, creativo e innamorato dei generi, prima di accettare di dirigere Star Wars – The Last Jedi, Quando Kathleen Kennedy, la presidente di LucasFilm, ha proposto al cineasta il film ”sono rimasto a bocca aperta – ha spiegato Johnson. Era una decisione importante. Da una parte sentivo che era l’offerta dei sogni. Dall’altra era uno di quegli impegni che ti cambia la vita. Volevo essere certo che fosse una bella esperienza e lo è stata realmente”. Una lavorazione a ritmi serratissimi in 100 giorni su 114 set fra i Pinewood Studios di Londra e le location, come L’isola di Skellig Michael, in Irlanda (ambientazione per la tana/rifugio di Luke Skywalker); Dubrovnik, in Croazia per rappresentare Canto Bight, ”una sorta di Monte Carlo dell’Universo di Star Wars”, e le saline delle Bolivia per il pianeta minerario Crait. L’unico modo per affrontare la sfida ”era buttarmi e iniziare a lavorare – spiega -. Ho cominciato a scrivere mentre si girava Il risveglio della Forza; potevo vedere le riprese giornaliere e ho iniziato dalla casella 1, conoscendo i personaggi, chiedendomi cosa volessero”. Così ”ho cominciato a delineare una storia. E’ stato un po’ come mangiare un elefante.
Johnson non ha sentito la pressione di fare il film ”abbastanza grandioso e cool, ma più di sviluppare nel modo giusto i personaggi”, perché ”essendo il capitolo di mezzo di una trilogia, questo è il punto dove si rallenta un po’ e si scava in ognuno un po’ di più. Il resto è stato come giocare con un set di giocattoli”. Per il regista la nuova eroina Rey (Ridley) e il ‘cattivo’ Kylo Ren (Driver) che abbiamo conosciuto in Il risveglio della forza sono come ”due metà dello stesso protagonista. Rey è la luce e Kylo è il buio”. Il figlio degenere di Han Solo e Leia Organa comunque, era il personaggio che Johnson era più entusiasta di sviluppare, perché mentre Darth Vader ”pur essendo un grande ‘cattivo’ non permetteva di identificarti con lui” Kylo rappresenta ”la rabbia dell’adolescenza, quella voglia di rifiutare i genitori, di voler essere libero in cui tutti possiamo in qualche modo riconoscerci. Speriamo tanto quanto in Rey, che piena di speranza, guarda alle stelle dal suo pianeta”.
Centrali in questo nuovo capitolo anche il rapporto fra Rey e Luke Skywalker e quello fra il generale Leia (Fisher) e l’eroico pilota e leader Poe (Isaac): ”Sono allo stesso tempo molto simili e molto diversi. Anche fra loro, come fra Luke e Rey, c’è un confronto”. Mentre l’ex stromtrooper Finn (Boyega) ”stavolta viene spinto a dover comprendere in cosa crede e per cosa combatte in fin dei conti”.
Per Mark Hamill il ruolo di Luke Skywalker è quello che gli ha segnato l’intera carriera. Tornarci a 40 anni di distanza dall’arrivo nei cinema di Una nuova speranza non deve essere stato affatto semplice. Di fatto, tolto il cameo in cui appare per pochi secondi al termine di Episodio VII, Star Wars – Gli ultimi Jedi sarà il primo film in cui vedremo un nuovo Luke, visibilmente provato e invecchiato, tornare in azione.
Come riportato dallo stesso Hamill in alcune dichiarazioni a Entertainment Weekly, l’attore – per entrare alla perfezione nel personaggio – si è immaginato un’intera backstory con tutto quello che è accaduto al suo Luke dall’ultimo istante in cui l’abbiamo visto festeggiare la sconfitta dell’Impero al termine di Il ritorno dello Jedi, fino alla sua ricomparsa nel film diretto da Rian Johnson.
“Gli attori amano le backstory, perché sono perfette per darti una motivazione, e sono una lavagna vuota a tua disposizione», ha raccontato Hamill. «Ovviamente se si pensa a Star Wars oggi non si tratta più della storia di Luke, non è più la “mia” storia, quindi quello che ha fatto o non ha fatto in questi anni non è molto rilevante per il pubblico, ma lo è stato per me, per capire meglio il personaggio”.
“Ho immaginato molti scenari, in uno di questi Luke si innamorava di una vedova che aveva già un figlio piccolo”, racconta l’attore, “e in seguito decide di abbandonare l’ordine per sposarsi e accudire il piccolo. Ma un giorno il bambino prende in mano la spada laser e accidentalmente rimane ferito a morte. Ho immaginato questa backstory drammatica e devastante ispirandomi alle tragedie di cui spesso si sente parlare, in cui dei bambini rimangono uccisi accidentalmente maneggiando le armi da fuoco dei genitori. Avevo bisogno di qualcosa di molto oscuro e angosciante per rendere al meglio questo nuovo Luke con i toni giusti”.
Hamill ha poi confermato di essersi confrontato con il regista e sceneggiatore Rian Johnson: “Ne ho parlato giusto per assicurarmi che nulla del mio personaggio e di quello che avevo in mente fosse in conflitto con la sua visione, lui è stato entusiasta a riguardo e mi ha incoraggiato nel continuare a trovare strumenti per giustificare le azioni del mio personaggio in questo film. Come ho già detto però la faccenda relativa all’abbandono degli Jedi e al matrimonio è una finzione. Non è mai accaduto ufficialmente”.