Cinema – Film: il ritorno dell’orsetto Paddington

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Dopo il successo del primo film (Italia ha incassato più di 5 milioni di euro), Paul King torna a scrivere e dirigere un secondo capitolo dedicato alla creatura di pelo inventata da Michael Bond e si fa aiutare, in fase di soggetto e sceneggiatura, da Simon Farnaby ottenendo un film spassoso e spericolato tutto da vedere ed adatto a grandi e piccini.
Paddington è ormai un celebre membro di Windsor Gardens, la comunità in cui vive con la famiglia Brown. A caccia del regalo perfetto per il centenario di zia Lucy, il nostro simpatico e buffo amico trova un raro libro pop-up in un negozietto di antiquariato. Dopo avere svolto una serie di lavoretti per tentare di comprarlo, il libro sparisce misteriosamente, scatenando l’orsacchiotto e la mitica famiglia Brown sulle tracce dell’astuto ladro che l’ha trafugato.
Con Hugh Grant e Brendan Gleeson che si uniscono al cast formato da Hugh Bonneville, Sally Hawkins, Julie Walters, Jim Broadbent, Peter Capaldi, Madeleine Harris e Samuel Joslin, L’orso Paddington è stato presentato per la prima volta ai bambini nel libro di Michael Bond del 1958, L’orso Paddington. Paddington 2, l’ultimo libro scritto da Bond, scomparso nel giugno di quest’anno all’età di 91 anni, è stato rilasciato nel gennaio 2017. Intervallati tra queste due opere, Bond ha scritto più di venti libri con protagonista l’orsetto con il montgomery e il sandwich di marmellata, che hanno venduto oltre 35 milioni di copie in tutto il mondo e sono stati tradotti in 40 lingue. Le avventure del piccolo orso del Perù, le cui buone maniere e ottime intenzioni spesso sfociano in comiche peripezie e momenti di confusione acuta, hanno catturato i cuori delle persone di tutto il mondo e le sue storie sono adesso riconosciute a livello internazionale come moderni classici per bambini. Lo stesso vale per il debutto cinematografico dell’orsetto. C’è voluto un bel po’ di tempo prima che Paddington facesse il suo ingresso sul grande schermo, dopo diverse apparizioni in televisione, tra cui un’amata serie TV britannica di 56 episodi di grande successo, iniziata nel 1975, disegnata e diretta da Ivor Wood per FilmFair e narrata dalla voce di Michael Hordern. Ma quando lo ha fatto, è stato un trionfo universale.
Paddington è uscito nelle sale nel 2014 ed è stato subito definito un cult per i bambini, con la sua meravigliosa miscela di sentimenti e capricci, e con gli spettatori di tutte le età letteralmente incantati. È stato nominato per diversi BAFTA, ha vinto come Migliore Commedia ai 2015 Empire Awards e ha incassato più di 250 milioni di dollari in tutto il mondo. Successo che ha sorpreso anche coloro che hanno lavorato al primo film, diventando il film per famiglie, non statunitense, con il più alto incasso di sempre.

“Pensavo che il primo film avesse una bella sceneggiatura e che fosse fantastico farne parte”, dice Hugh Bonneville. “Ma ero ben consapevole che non ci fosse una totale sicurezza sul successo di questo amato orso sul grande schermo. Avrebbe avuto lo spirito giusto? Sono rimasto completamente affascinato quando ho visto il film. E sinceramente ho anche dimenticato che l’orso non fosse reale! Ne sono molto orgoglioso”. Paul King ha creato un film che, a sua volta, era divertente ed emozionante, con frequenti esplosioni di magico realismo che facevano sembrare l’orso che gironzolava per Londra come la cosa più naturale del mondo. Quando Paddington 2 è stato confermato, dopo il successo dell’originale, Heyman sapeva che una sola persona lo avrebbe potuto dirigere. “Paul è così caloroso, generoso, divertente e sensibile” dice David Heyman. “Lo si può percepire benissimo nel primo film e anche in questo. Ha una visione davvero unica, un talento eccezionale e straordinario, per questo, naturalmente, volevamo che tornasse”. Con King così desideroso di continuare a raccontare la storia di Paddington, tutto ciò che era necessario era una storia. Francesco Mandelli presta ancora una volta la voce all’orsetto Paddington.

Alla fine di Paddington, l’omonimo orsetto sembrava piuttosto soddisfatto della sua vita nella mansarda della casa dei Brown, con la sua nuova famiglia a Windsor Gardens. È un gran modo per finire una storia. Non è un ottimo modo per iniziarne una però, come ha scoperto King. “Abbiamo scritto accidentalmente il finale, piuttosto che dire: ci vediamo nel secondo capitolo!”, ride il regista.

Tuttavia, non si doveva proprio ricominciare da zero. “Avevamo avuto molte idee che non erano state approfondite nel primo film, perché sembravano appartenere ad un sequel, piuttosto che a una storia iniziale. Come per esempio osservare Paddington sul suo posto di lavoro”, dice King, “E lui è un personaggio così positivo che sarebbe potuto risultare emotivamente soddisfacente vederlo cadere in preda ad un’ingiustizia”.

“La grande ispirazione per questo film è stata Mr. Smith va a Washington, dice David Heyman, riferendosi al grande film di Frank Capra/James Stewart su un giovane idealista di Washington. King si è rifatto anche alla scuola della Pixar, in particolare a Toy Story 2, per vedere come il gigante americano di animazione si era avvicinato a un sequel. Una cosa che King non voleva fare era ripetere le sfide e gli ostacoli che Paddington aveva affrontato nel primo film. “La Pixar ha fatto molto bene nel mantenere la sincerità del primo film. Hanno trovato una situazione veritiera per Woody e sono partiti da lì”. Per aiutarlo a trovare una storia veritiera per Paddington 2, King ha ingaggiato un vecchio amico e collaboratore. Simon Farnaby ha lavorato con King per più di un decennio, in quello che Farnaby chiama il ‘Battersea Arts Center one man show’, ovvero Bunny and the Bull, in cui Farnaby ha recitato. Già anche scrittore affermato, Farnaby aveva fornito qualche aiuto alla sceneggiatura di Paddington e si era anche esibito in un cammeo memorabile nel ruolo di Barry, una squallida guardia di sicurezza che si innamora inspiegabilmente di Mr. Brown … quando lui è travestito da signora delle pulizie gallese. Così, portare Farnaby sul progetto a tempo pieno, è stata un’evoluzione naturale per King. “Ho avuto un grande aiuto da tante persone brillanti e in diverse occasioni, quando ho scritto la prima sceneggiatura, e ho pensato che sarebbe stato
saggio avere qualcuno con me fin dall’inizio questa volta”, dice King. “Simon e io avevamo la speranza di portare questa nostra esperienza anche in Paddington 2”.

La collaborazione è stata un successo immediato. “Abbiamo trovato molte idee abbastanza rapidamente” ammette King. Infatti, già alla fine della prima settimana, avevano la storia in mente. Paddington 2 avrebbe visto l’orsetto dedicarsi all’acquisto di un regalo per il 100° compleanno di sua zia Lucy e, nel caos che ne consegue, finire in prigione, accusato per un crimine che non ha commesso. Sì, Paddington 2 vede l’amato orsetto dietro le sbarre. Ma, come con tutti gli sviluppi della trama tipici di entrambi i film, era importante per King che ciò emergesse in maniera naturale dai personaggi e dai temi che King voleva esplorare.
Il primo film riguardava l’importanza della tolleranza e dell’accettazione, poiché un giovane orso immigrato arriva a Londra e scopre che, nonostante le sue ovvie differenze, può amalgamarsi senza problemi a una società che lo accetta per quello che è.

Nonostante questi temi ricorrono anche in Paddington 2, King voleva però anche esaminare nuove sfaccettature del personaggio di Paddington. “Si tratta di riconoscere il valore della gentilezza e della compassione”, dice. “Paddington passa dal pensare di essere solo un piccolo orso in un grande mondo al rendersi conto che i suoi molti atti di gentilezza sono contributi incredibilmente utili alla comunità”. Esplorando questa idea, King e Farnaby presentano al pubblico Paddington, insieme a una serie di nuovi personaggi della comunità di Windsor Gardens. “Si tratta di vedere il bene in luoghi dove gli altri non lo vedono”, dice David Heyman. “E a volte, come nel caso di Miss Bird e di Miss Brown, di vedere il male dove gli altri vedono il bene. Questo è un buon messaggio, in un mondo in cui siamo tutti troppo predisposti a giudicare un libro dalla sua copertina”. In definitiva, la storia ci conduce da Paddington in prigione, dove inizialmente fa a capocciate con l’imponente cuoco, Knuckles McGinty, prima di conquistarlo con un tipico esempio di generosità paddingtoniana’. “Una delle cose che ho fatto per entrambi i film, è stato guardare tutti i film di Chaplin”, spiega il meticoloso King. “C’è un tale piacere nel vedere il tuo protagonista in quella che la maggior parte delle persone avrebbe trovato una situazione veramente miserabile. E la prigione mi sembrava un buon modo di fornire a Paddington la sfida del tornare a casa a Windsor Gardens, e anche luogo dove poter incontrare altri personaggi e cambiarli lungo il percorso”.

Ma se anche il cocciuto Knuckles McGinty si arrende al fascino zuccheroso di Paddington, c’è un personaggio del film che non ne rimane soggiogato. E qui subentra il cattivo del film, Phoenix Buchanan. Nel primo film, Nicole Kidman è stata superba nel ruolo della gelida Millicent Clyde, che voleva catturare Paddington, ucciderlo, imbalsamarlo ed esporlo in una mostra permanente al Museo di Storia Naturale di Londra. “Nicole era così meravigliosamente divertente e minacciosa, e la frustrazione nella sceneggiatura era che la sua storia era separata da quella di Paddington per la prima ora del film – quindi solo nell’atto finale lei trascorre quasi tutto il tempo sullo schermo con l’orso. Questa volta abbiamo deciso che sarebbe stato divertente giocare con un serpente in seno, un membro della comunità che Paddington incontra subito, e che viene irritato dall’orso intensamente”.
King e Farnaby hanno avuto diverse idee su chi potesse essere il cattivo, prima di soffermarsi sull’idea che King aveva esplorato brevemente per il primo film: un attore.

“Gli attori sono, per fama, le persone più cattive del pianeta”, dice King, citando una delle battute di Miss Bird nel film. “Sentivo di poter fare qualcosa di molto divertente con qualcuno molto pieno di sé ma abbastanza bravo nel proiettare questa immagine da bravo ragazzo, che fondamentalmente però pensa solo a se stesso”. Così nasce Phoenix Buchanan, un’ex-star del West End che ora si ritrova a inaugurare fiere locali e recitare negli spot di cibo per cani.

Intrigato dall’opportunità di interpretare Phoenix, che King descrive come “un mascalzone”, Grant ha firmato e si è lanciato nel ruolo. “Ho passato molto tempo della prima parte della mia carriera negli anni ’80 facendo spettacoli teatrali con personaggi memorabili”, spiega. “Li ho ripresi tutti per questo personaggio, per esaltare quella
vanità assolutamente insopportabile e invadente di quell’uomo. Non riesce a vedere oltre la propria bellezza e il proprio talento, e questo gli fa fare cose di cui sono sicuro che si vergogni”.

E così il cattivo di Paddington 2 è un uomo vanesio ed egocentrico, ma che non necessariamente “Vuole uccidere Paddington”, secondo King. “Pensavamo che un buon antagonista per Paddington – così disinteressato e gentile – fosse una persona completamente auto referenziata”.




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