Mariano Rajoy, premier spagnol, ha confermato di avere concordato con Psoe e Ciudadanos le misure che il governo di Madrid annuncerà oggi nel quadro dell’applicazione dell’art.155 contro la Catalogna.
In una conferenza stampa al termine dei lavori del consiglio europeo a Bruxelles, Rajoy non ha dato indicazioni sulle misure specifiche, che dopo la riunione del consiglio dei ministri saranno saranno trasmesse in giornata al Senato. Secondo una ricostruzione del quotidiano La Vanguardia, Rajoy e Sanchez avrebbero già concordato di convocare in gennaio elezioni anticipate in Catalogna dopo l’attivazione dell’art. 155 della costituzione spagnola, quello che prevede l’attuazione di «misure straordinarie» sulla regione, mai attuato nella storia nazionale.
Ieri la tensione era cresciuta a causa di un appello dell’Assemblea nazionale catalana a “ritirare i propri risparmi” dalle prime cinque banche spagnole (come vi avevamo anticipato nel nostro articolo di ieri).
In un video postato su Twitter l’associazione ha chiesto ai catalani di spostare i propri soldi tra le 8 e le 9 di questa mattina: “Se siete clienti del Banco Sabadell o della Caixa esprimete la vostra disapprovazione per lo spostamento della sede legale fuori dalla Catalogna”, è quanto viene detto sul video.
La forte presa di posizione degli indipendentisti arriva dopo che un numero crescente di istituti finanziari e aziende, incluse le stesse Caixabank e Sabadell, ha annunciato l’intenzione di trasferire la sede legale in altre regioni del Paese. I portavoce delle due banche, interpellati da Bloomberg, affermano che la situazione è calma e che le attività procedono normalmente.
Frattanto appare che ci si muovo in una direzione di scontro a tutto campo da parte di Madrid.
Il governo di Madrid e il Psoe hanno deciso che le elezioni regionali in Catalogna saranno a gennaio 2018, nell’ambito delle misure con cui Madrid acquisirà in via temporanea le competenze della Generalitat tramite l’applicazione dell’articolo 155 della Costituzione. Lo ha confermato l’ex ministro della Cultura del Psoe Carmen Calvo, docente di diritto costituzionale che guida la delegazione socialista che sta lavorando con l’esecutivo alle misure che avallerà domani il Consiglio dei Ministri straordinario per commissariare la Catalogna. Nel corso di una intervista concessa ad Antenna 3, Calvo ha aggiunto che “l’obiettivo di ripristinare tranquillità e democrazia in Catalogna si traduce nelle urne” e che “l’attivazione dell’articolo 155 non ha alcuna funzione punitiva, ma rappresenta l’unica via d’uscita che la Costituzione ci permette”.
La plenaria del Senato di Madrid approverà il 27 ottobre le misure che il governo spagnolo discuterà domani per frenare il processo indipendentista della Catalogna. Il pacchetto di misure richiede l’approvazione a maggioranza assoluta del Senato, come prevede l’articolo 155 della Costituzione.
La Guardia civil spagnola è entrata nel Centro telecomunicazioni e tecnologia dell’informazione (CTTI) della Generalitat di Catalogna, a L’Hospitalet de Llobrega, per effettuare perquisizioni in un’operazione legata al referendum sull’indipendenza del primo ottobre.
Fonti delle indagini hanno dichiarato che la perquisizione avviene per ordine di un tribunale di Lleida, lo stesso che aveva ordinato la perquisizione di ieri nel commissariato dei Mossos d’Esquadra a Lleida per ottenere registrazioni di conversazioni interne e altri documenti. Si tratta di indagini legate alla presunta inazione dei Mossos nelle operazioni con cui impedire il referendum. La guardia Civil era stata al CTTI anche il giorno prima del referendum per verificare il sistema di controllo del voto telematico per la consultazione.
Ricordiamo che l’Articolo 155 della Costituzione, insieme al titolo VIII sull’organizzazione del territorio dello Stato, costituisce il modo con cui lo Stato Spagnolo difende ciò che è espresso nell’articolo 153 della Costituzione che parla del ruolo delle Comunità Autonome Spagnole. Questo articolo dice che se un governo regionale non rispetta i suoi obblighi o “agisce in modo da minacciare seriamente l’interesse dell’intera Spagna”, allora Madrid “può intraprendere le necessarie misure per obbligarla in modo coatto ad adeguarsi o a proteggere tale generale interesse”. In sostanza, l’articolo 155 stabilisce che lo Stato, in questo caso il governo di Madrid, può assumere “il controllo di istituzioni politiche e amministrative della regione ribelle”.
Secondo i costituzionalisti le misure possibili vanno dalla “sospensione del governo regionale al sottomettere i Mossos d’Esquadra (la polizia catalana) agli ordini del ministero dell’Interno centrale”, sino alla “chiusura del parlamento regionale e la convocazione di elezioni regionali anticipate. Come si attiva Il premier Rajoy non può tuttavia invocare in modo unilaterale l’articolo 155. Prima dovrebbe informare lo stesso Puigdemont delle sue intenzioni, concedendogli una fase di riflessione per un’eventuale marcia indietro sull’indipendenza. Poi dovrebbe rivolgersi al Senato, la camera alta del parlamento spagnolo, dove il suo Partito Popolare ha la maggioranza assoluta. La proposta del premier deve inoltre essere appoggiata da una commissione che, valutate le precise misure a livello legale, può inviarla al Senato per il voto. Una procedura che, secondo fonti parlamentari, potrebbe richiedere una settimana di tempo o anche 10 giorni.
Il presidente del Parlamento Europea Antonio Tajani da Oviedo ha dichiarato: “La Catalogna è una regione: se non rispetta la costituzione spagnola, esce dal quadro costituzionale, ed è un problema della Catalogna; non ci sono due Paesi, non ci sono due Parlamenti.: la Catalogna è una regione della Spagna, una regione autonoma, ma non è un Paese autonomo, nessuno in Europa riconoscerà la Catalogna come un Paese indipendente. Noi siamo a favore del dialogo, ma quello che è accaduto è totalmente illegale”. “No, non esiste la mediazione europea: il problema catalano è un problema spagnolo, il Governo cercherà una soluzione all’interno del quadro costituzionale spagnolo, non è un problema dell’Unione Europea”.
Re Felipe VI di Spagna ha denunciato l’ “inaccettabile tentativo di secessione” catalano e affermato che la Catalogna “è, e sarà, una parte essenziale della Spagna”. Parlando alla cerimonia del Premio 2017 Principessa di Asturie Felipe di Borbone ha detto che la Spagna “farà fronte all’inaccettabile tentativo di secessione di una parte del suo territorio nazionale e lo risolverà con le sue legittime istituzioni democratiche, nel rispetto della costituzione e dei valori e principi della democrazia parlamentare”.
Non resta che aspettare e sperare che si trovino soluzioni che non scatenino la piazza.